Cosa aspettarci dai mercati finanziari nel 2016
Pubblicato il 14.12.2015
In assenza della "sfera di cristallo", uno degli esercizi più complessi degli Strategist a fine anno è il calcolo dei "Ritorni Attesi" per ogni classe di attività finanziaria (azioni, obbligazioni, materie prime, metalli preziosi ecc.), per i dodici mesi successivi. I valori che ne derivano vengono resi noti solo all'interno del comitato di investimento e servono, abbinati ai dati storici di volatilità, all'ottimizzazione del portafoglio di medio termine creando la base della consulenza per il nuovo anno. Il passaggio successivo è quello dell'identificazione degli strumenti di investimento più idonei rispetto alle stime. Sebbene i dati rimangano riservati, è comunque possibile derivarne qualche idea analizzando in dettaglio i report che vengono pubblicati dalle case di investimento. Infatti dalla visione di queste prime previsioni, definite anche come ‘'Outlook', il prossimo anno si prospetterebbe ancora più complicato rispetto al 2015, che ad oggi si è comunque dimostrato alquanto difficile.
Ritorni modesti dopo anni positivi
Gli investitori statunitensi sottolineano che nei mercati Usa le performance annualizzate dal primo gennaio 2015 vedono la liquidità battere le altre classi di attivo, azionario, obbligazionario e materie prime, sottolineando che tale situazione avviene per la prima dal 1990; le ragioni sono imputabili ai continui ribassi nelle prospettive di crescita del GDP globale, ai downgrade degli utili aziendali, ad un trend sempre più debole delle materie prime e alla situazione difficile nel mondo obbligazionario incapace di generare rendimenti nel reddito fisso dopo sei anni di ‘repressione finanziaria'. La notizia positiva per gli investitori dell'area Euro è stata invece l'apprezzamento del dollaro, che ha fatto da volano alle performance delle attività finanziarie in valuta forte, presenti nel portafoglio nella logica di diversificazione rispetto all'Euro.
Gestori preoccupati del ciclo macroeconomico
Uno dei punti più chiari nelle prospettive sui mercati azionari è la necessità che il ciclo economico possa continuare nel suo trend positivo. Da questo punto di vista gli economisti, pur nelle loro diverse proiezioni, convergono in una stima di crescita economica in leggero rialzo rispetto al 2015, ponendo l'accento sulla linearità di uno sviluppo che rimarrebbe sotto trend, ma che sposterebbe in avanti la possibilità di un ritorno in una fase recessiva. Riguardo all'espansione della liquidità generata dalle banche centrali, evento che ha influenzato i mercati finanziari negli ultimi anni, gli analisti vedono un punto di maturità nel 2016 proprio in virtù del cambio di atteggiamento restrittivo della FED, e a seguire probabilmente della banca inglese, nonostante proseguano gli interventi espansivi delle altre più importanti banche centrali: Banca Centrale Europea, e di Giappone e Cina.
Maggiore attenzione alle strategie di investimento
In uno scenario di proseguimento del percorso intrapreso nel 2015, rimangono seri dubbi sulla possibilità di ottenere sufficienti ritorni dalle attività del mercato obbligazionario. Gli Strategist insistono ancora su una migliore performance relativa degli asset azionari soprattutto nelle regioni europea e giapponese. I gestori del mercato statunitense evidenziano che molte aziende hanno raggiunto il loro valore "fair" (livello corretto) sebbene un'accurata selezione possa ancora individuare le società con valutazioni attraenti. Dal punto di vista degli investitori esteri le prospettive di un ampliamento delle divergenze di politica monetaria mantiene in gioco un apprezzamento del dollaro statunitense verso Euro anche se più limitato rispetto agli ultimi diciotto mesi. In questa fase le indicazioni dei consulenti finanziari per i loro clienti, vedono una preferenza per le strategie Market Neutral rappresentate ad esempio da soluzioni più complesse da usare nell'ottimizzazione di portafoglio come i Long/Short Equity e Credit.
14 dicembre 2015
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.