Chi saranno i prossimi vincitori del Quantitative Easing
La corsa affannosa alla ricerca del rendimento deve tenere conto del rischio di un futuro aumento dei tassi di interesse ...
I mercati sono saliti ai massimi storici
Nelle riflessioni che i consulenti finanziari registrano riguardo ai portafogli dei loro clienti, sembra che i ‘vincitori' della politica monetaria ultra espansiva delle Banche Centrali siano gli investitori che negli ultimi anni più si sono posizionati nella parte rischiosa della gamma delle possibili alternative di investimento. Tutte le attività finanziarie che fino al 2010 avevano mostrato un altissimo grado di volatilità si sono via via trovate in un clima di stabile rafforzamento sotto l'effetto "liquidità" iniettato nel sistema, mentre la repentina discesa dei tassi di rendimento ha sospinto i flussi sulle borse azionarie e su ogni tipo di obbligazione producendo performance oltre le normali aspettative. Lo scenario introdotto dalla banca centrale statunitense FED è stato riprodotto da tutte le più importanti autorità monetarie fino alla recente operazione di Quatitative Easing (QE) lanciata dalla Banca Centrale Europea che ha guidato i rendimenti dei titoli obbligazionari governativi ai minimi e la borsa tedesca al suo massimo storico.
Le proiezioni sulle future performance
La riflessione dei consulenti continua ora guardando al prossimo futuro ed è evidente che le proiezioni vedono restringersi il campo delle performance obbligazionarie; i listini azionari internazionali rimangono sicuramente tra i primi beneficiari della politica a "Tasso Zero" imposta dalle banche centrali, almeno per effetto di risparmio sui costi di finanziamento delle società quotate, mentre ancora meglio lo sono i paesi alle prese con il rifinanziamento del debito pubblico. La situazione ha travolto totalmente il sistema globale dove la corsa dei risparmiatori si sta facendo affannosa, le obbligazioni offrono scarsi rendimenti, le borse sono sui massimi storici, mentre le banche, che possono fare raccolta presso la propria banca centrale, non sono interessate a remunerare i depositi della clientela, le loro obbligazioni hanno tassi irrisori: un portafoglio con attese di ritorno basse se paragonato al rischio implicito. Questo effetto, chiamato "repressione finanziaria", costringe i risparmiatori ad aumentare il rischio di portafoglio con minori ritorni attesi, mentre il vantaggio sembra spostarsi verso i debitori che possono finanziarsi a costi sempre più bassi.
E per l'Europa?
Anche nei paesi dell'area Euro, tassi di interesse così bassi non si sono visti mai. L'aspetto più interessante è che non solo i paesi virtuosi stanno beneficiando di tassi ai minimi storici (il Bund, governativo tedesco decennale, rende lo 0,3%), ma sono i paesi periferici ad avere il maggior successo: l'Irlanda per la prima volta nella storia vede il suo decennale sotto l'1%! Il BTP con un rating appena sopra i "junk bonds" rende 70 bps in meno del Treasury decennale statunitense (1,3% il BTP e 2% l'UsT). Dal punto di vista finanziario gli analisti sottolineano l'impatto positivo del basso costo di finanziamento sugli utili aziendali. Non a caso l'area Euro è diventa una opportunità di emissione per tutte le società internazionali, Usa e UK in primis.
Beneficio sui Bilanci delle Società Europee
Gli analisti stimano che tra il 2015 e 16 sono in scadenza 80% dei prestiti (Corporate Bonds) emessi nell'area Euro intorno al 2009: la media dei tassi cedolari era del 6,5% mentre il rinnovo prevede tassi intorno all'1%, con risparmi per i più importanti emittenti del 70 – 80% sul costo originario e impatti diretti positivi sull'EBITDA di bilancio tra il 2 – 7% annuo. E' evidente che gli stimoli finanziari prevedono, così come è successo per la Corporate Usa, una nuova strategia di Liability Management per ottimizzare al meglio i costi di rifinanziamento; un'opportunità che dovrebbe essere colta anche dai governi dei paesi periferici, sostituendo le scadenze a breve termine con quelle più di lungo termine agli attuali tassi, estremamente interessanti per l'emittente.
L'effetto "Reflattivo" muove gli Investimenti
La spinta della BCE con le operazioni di QE sembrano molto positive per le aziende che sono tornate a chiedere credito anche per iniziative di investimento a medio termine; un segnale atteso dalla Commissione Economica Europea. Se la politica monetaria europea ha tracciato la sua strategia, sembra ancora lontano l'intervento politico centrale con l'obiettivo di creare le condizioni ideali per una sostenibilità della crescita. La strategie delle Banche Centrali, raggiunti gli obiettivi di stabilità economica, cambieranno e da ciclo monetario ultra espansivo si tornerà ad una normalizzazione del livello di liquidità e dei tassi di interesse. La Banca Centrale Usa, Fed, ha già iniziato ad anticipare al mercato le sue future intenzioni restrittive. Secondo Janet Yellen, presidente della Fed, l'atteggiamento dell'autorità rimane ancora impostato sul tono "paziente", anche se in realtà il FOMC, l'organo operativo della Fed, si sta già muovendo con operazioni di pronti termine sul mercato aperto (ON RRP - overnight reverse repurchase), con tassi in aumento e l'obiettivo di drenare liquidità. La Fed, secondo gli analisti, utilizzerà questo strumento per preparare il mercato all'aumento dei tassi sui Fed Funds, monitorando il livello di liquidità del sistema.
Conclusioni
La corsa affannosa alla ricerca del rendimento deve tenere conto del rischio di un futuro aumento dei tassi di interesse, guidato dalla banca centrale statunitense, che creerà nuovi spostamenti dei flussi di investimento e scompiglio nei mercati finanziari. Le regole "anti sorpresa" rimangono sempre quelle: ampia diversificazione di attività nel portafoglio, compreso l'aspetto valutario, e strumenti a gestione attiva e flessibile per cavalcare le differenti evoluzione delle strategie monetarie.
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.