Investire in uno scenario in evoluzione

La ciclicità del mercato finanziario impone al gestore una continua attenzione alla correlazione delle classi di attivo in modo da utilizzare in modo efficiente il budget di rischio che l’investitore gli affida ...

La ciclicità del mercato finanziario impone al gestore una continua attenzione alla correlazione delle classi di attivo in modo da utilizzare in modo efficiente il budget di rischio che l’investitore gli affida ...

Risk on - Risk off

Mentre nel lungo termine è possibile leggere con facilità la ciclicità dei mercati, soprattutto di quelli azionari e obbligazionari, in periodi ristretti di tempo gli indici sembrano muoversi in modo più erratico, condizionati da fattori contingenti, dai flussi e dall'emotività degli operatori. Nei modelli di allocazione ‘tattica' di portafoglio nel breve termine, i gestori si trovano a scegliere l'allocazione tra le due più importanti classi di attivo, contrapposte tra loro in termini di rischio, ovvero le azioni o ‘risky assets' e le obbligazioni governative di alto rating o ‘safe assets'; questo movimento di portafoglio nasce dalla convinzione (sentiment) di creare valore dall'andamento del mercato finanziario e definisce il posizionamento Risk On dei gestori in una convinzione positiva a favore dei 'risky assets' e Risk Off in favore di un portafoglio a basso rischio composto da ‘safe assets'.

Portafogli Multi Asset

Nelle analisi di performance, la gestione attiva che utilizza i posizionamenti Risk On - Risk Off non sempre ha dato i risultati sperati, i costi di negoziazione hanno comunque una loro incidenza ed il rischio di rimanere coinvolti in improvvise discese dei mercati o esclusi da importanti risalite, è sempre presente. Per ovviare a queste incertezze i gestori hanno introdotto il concetto di strumenti di investimento ‘Multi Asset' in modo da ottenere portafogli bilanciati e flessibili con un più ampio paniere di strumenti da utilizzare e mercati su cui muoversi, variamente svincolati dalle costrizioni dei benchmark.

Obbligazioni Convertibili

Si è invece dimostrata molto positiva la performance di una classe di attivo limitatamente presente nei portafogli di investimento: obbligazioni convertibili in azioni. Lo strumento sembra una perfetta soluzione vincente sia per l'emittente che per il sottoscrittore. Il primo propone al mercato un titolo obbligazionario che offre la possibilità di essere convertito in azioni alle condizioni previste dal regolamento di emissione. Generalmente il prezzo di sottoscrizione dell'azione comporta un premio per l'emittente, rispetto allo sconto previsto in caso di un classico aumento di capitale; anche il tasso di interesse all'emissione è normalmente più basso con un vantaggio sul finanziamento per l'emittente. Per il sottoscrittore in realtà il tasso di rendimento più basso e il prezzo leggermente più alto di conversione risultano ragionevoli in quanto compensati dal valore dell'opzione implicita nel titolo; una soluzione ‘win win' che il mercato normalmente apprezza.

Efficienza e Redditività

Negli studi americani afferenti le serie storiche più lunghe, dal 1972 ad oggi, le convertibili americane hanno dimostrato un'ottima performance battendo in assoluto sia l'azionario (S&P500) che le obbligazioni High Yield ed Investment Grade. Anche le analisi sulla classe di attivo globale dal 1993, utilizzando l'indice delle convertibili Thomson Reuters Global Convertible Index, si è evidenziata la medesima dinamica. Le obbligazioni convertibili per la loro caratteristica di poter diventare azioni vengono equiparate dagli operatori molto correlate al mercato azionario, ma offrono una maggiore convenienza: - l'opzione di sottoscrivere azioni lascia aperto totalmente il beneficio di rialzo dell'azione, mentre offre un supporto base in caso di ribasso; - un tasso di volatilità di circa la metà rispetto al portafoglio azionario; ed infine - una correlazione negativa con l'andamento dei Treasury statunitensi: gli studi condotti sui dati storici hanno elaborato che durante i sei periodi di aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitense (pari a 33 trimestri dal 1984), l'indice Thomson Reuter Global Convertible ha avuto un rendimento annualizzato del 20%, in virtù della buona tenuta del mercato azionario.

Conclusione

La ciclicità del mercato finanziario impone al gestore una continua attenzione alla correlazione delle classi di attivo in modo da utilizzare in modo efficiente il budget di rischio che l'investitore gli affida. In una fase in cui la Federal Reserve negli Stati Uniti ha iniziato a promuovere un ritorno alla normalizzazione dei rendimenti, da attuare nei prossimi dodici mesi, attraverso una politica restrittiva che agirà sui tassi di breve termine, è utile orientare il portafoglio verso le classi di attivo meno direzionali e meglio capaci di interpretare il nuovo possibile scenario.

27 maggio 2015

Corrado Caironi – Investment Strategist R&CA
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