La Banca Centrale Europea lancia il Quantitative Easing

Il mercato finanziario europeo è fiducioso della politica BCE

Il mercato finanziario europeo è fiducioso della politica BCE

La Banca Centrale Europea (BCE) vuole seguire l'esperienza delle altre banche centrali

Se dovessimo tradurre i termini ‘Quantitative Easing' (QE) in italiano potremmo parlare di "facilitatore quantitativo" anche se in realtà sembrerebbero parole senza senso se non riferite ad un oggetto, in questo caso la liquidità. In finanza invece si tratta di uno degli strumenti di politica monetaria non convenzionali che per prima la banca centrale statunitense FED ha adottato per risolvere i problemi generati dalla crisi finanziaria iniziata dal 2008. In verità la FED ne ha dovuto fare ben tre tranches per poter vedere un riavvio della crescita economica negli Usa e soprattutto dell'occupazione; solo dall'ottobre 2014 la banca centrale Usa ha deciso di sospenderne le attività pur mantenendo in bilancio i titoli acquistati nel frattempo. Su questa esperienza allo stesso modo si è mossa la banca centrale inglese BoE e successivamente quella giapponese BoJ, operazioni di QE tuttora in corso.

Di che operazioni finanziarie stiamo parlando?

Al contrario di quanto succede normalmente nella politica monetaria convenzionale che utilizza lo strumento dei tassi di interesse per regolare la liquidità del mercato, il QE è definito ‘non convenzionale' in quanto tende ad essere introdotto quando la politica dei tassi di interesse risulta insufficiente. In breve il QE non è altro che un programma di acquisto da parte della banca centrale di titoli obbligazionari presenti sul mercato immettendone il controvalore in liquidità. L'obiettivo è quello di rendere efficiente il mercato dei finanziamenti a tassi di interesse molto vantaggiosi per aiutare finanziariamente aziende, banche e prenditori di credito in generale.

Il 22 gennaio 2015, data storica, viene annunciato il QE della BCE

"Il presidente Mario Draghi si presenta rilassato alla conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio della BCE che ha dato il via al Quantitative Easing, sapendo che ancora una volta non ha deluso le attese del mercato, mentre gli operatori amplificano le loro posizioni spingendo la svalutazione dell'Euro contro dollaro Usa (minimi dal 2003) e schiacciando ulteriormente i rendimenti dei debiti sovrani dell'area Euro. L'importo di acquisti programmato per 60 mld di Euro al mese è superiore alle attese e si protrarrà dal prossimo marzo al settembre 2016, tempo sufficiente secondo la BCE a riportare l'inflazione al 2%.

Le banche centrali nazionali, a cui sarà affidato il compito di portare a buon fine il QE, hanno finalmente a disposizione uno strumento per immettere liquidità nel mercato tenendo conto che possono acquistare oltre al debito sovrano, corporate bonds e obbligazioni sovranazionali come quelle della BEI; la BCE attuerà lei stessa acquisti sul mercato in concerto con le banche centrali nazionali e ne condividerà un rischio del 20% sull'ammontare complessivo degli acquisti. Su questo punto è evidente il compromesso in Consiglio per superare il freno dei paesi centrali e nordici, sempre restii ad interventi diretti della banca centrale sul mercato aperto. In poco più di tre anni la BCE ha completamente cambiato il modo di interpretare il suo ruolo e questo grazie alla presidenza Draghi dal primo novembre 2011."

Impatti sui mercati finanziari europei

Dopo il momento di euforia che ha galvanizzato gli operatori finanziari, che forse non si aspettavano un'operazione così espansiva, vediamo più in dettaglio quelle che saranno effettivamente le attività finanziarie coinvolte e con quali impatti per i mercati finanziari dell'area Euro. Partiamo dal quadro complessivo: l'estensione dell'acquisto di titoli sovrani fino al massimo del 33% del debito pubblico del paese è un limite molto interessante e offre un grande margine di manovra nonostante rimanga contrapposto al rischio quasi totale in carico alla banca nazionale; ma questo evita tensioni politiche inutili in questa fase di rilancio economico. La BCE si è inoltre tenuta libera di interrompere o meno il piano di acquisti a settembre 2016 o al raggiungimento dell'obiettivo inflazione del 2%; questo rimane un fattore di forte novità indicando la formula per un avvio distensivo "ad oltranza" contro la stagnazione economica.

Impatti economico su inflazione e mercato obbligazionario e valutario

In termini di impatto sul tasso di inflazione il programma di acquisto dovrebbe generare complessivamente un rialzo di 70bps. Interessante notare anche la possibile suddivisione degli acquisti così interpretata dagli analisti: 8 mld di Euro in Covered Bonds, 2 in ABS, 6 in Supranational Agency Debt e 44 in titoli Sovrani; una diversificazione che tenderà ad appiattire la curva dei rendimenti obbligazionari in generale e restringere gli spread per un periodo lungo di tempo. Sul tema del cambio valutario è quindi giustificabile una svalutazione dell'Euro così pronunciata dopo la presa di posizione manifestata da Draghi, anche se per molti cambisti i livelli raggiunti contro Dollaro Usa sarebbero troppo in anticipo sui tempi perché non risulterebbero ancora chiare le tempistiche e la portata del restringimento monetario della Fed.

Impatti sul mercato dei capitali

E' comunque interessante sottolineare quanto l'indebolimento della divisa unica possa essere utile al settore delle esportazioni ed in generale agli utili societari; i listini azionari dell'area Euro risultano pertanto preferibili in una situazione che non solo vede un Euro indebolito, ma trova a proprio vantaggio bassi costi energetici, condizioni di finanziamento estremamente espansive e un miglioramento nelle prospettive di crescita economica.

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