Perché i Tassi Negativi stanno "stretti" alle Banche
Secondo gli analisti del settore finanziario l’esperimento dei ‘tassi negativi’ sta diventando pericoloso ... si erodono i profitti delle banche ... nel tempo potrebbe dimostrarsi un disincentivo alla concessione di prestiti ...
Qualcuno inizia già ad affermare che l'utilizzo dei Tassi Negativi sui depositi praticata dalle Banche Centrali si possa dimostrare un esperimento pericoloso, addirittura contrario gli obiettivi prefissati. Il settore maggiormente colpito da questa iniziativa monetaria risulterebbe quello finanziario al quale alla penalizzazione sui depositi presso la banca centrale non risulterebbe una pari opportunità di azione sul mercato del credito di fronte alle revisioni al ribasso delle stime economiche sia per l'anno in corso che per il 2017. La situazione generale nel settore ha già dovuto affrontare il tema dei NPL (Non Performing Loans), in particolare sul tema di un modello condiviso della gestione dei crediti inesigibili, della necessità di valutazioni coerenti dei collaterali a copertura delle sofferenze e della patrimonializzazione nel rispetto dei futuri criteri applicativi.
G10: nove Banche Centrali su dieci scontano tagli dei Tassi
La riflessione vede seri dubbi sulla strategia monetaria delle Banche Centrali e l'impatto su bilanci e ovviamente profitti delle banche commerciali. Se analizziamo in particolare la scelta della BCE, la Banca Centrale Europea, le azioni più importanti si possono sintetizzare nell'acquisto di titoli tramite il programma di QE (Quatitative Easing, 60 mld di Euro al mese) e la riduzione dei tassi di deposito in territorio negativo (- 0,30 bps). Ai risultati attuali potrebbe essere più utile aumentare il QE rispetto ad abbassare ulteriormente i tassi già negativi; l'effetto di discesa dell'Euro sembra in parte ormai scontato e successive diminuzioni dei Tassi sui Depositi sembrano contribuire in modo più limitato con il passare del tempo. Va considerato che nell'ambito delle economie del G10, gli attuali livelli di mercato scontano che nove banche centrali su dieci abbasseranno ulteriormente i tassi di interesse.
Benefici che sembrano perdere di efficacia nel tempo
Per il sistema bancario sicuramente alcuni aspetti sono positivi, pensiamo al QE: i tassi bassi hanno aiutato a ridurre il costo dei finanziamenti per le imprese (e quindi a ridurre NPL); ha sgonfiato il valore delle garanzie e quindi ridotto le perdite potenziali, gli schemi di rifinanziamento della BCE, in particolare LTRO, hanno sovvenzionato costi di finanziamento, in particolare per le banche periferiche, a tassi bassi e aiutato il focus sui servizi con un aumento di commissioni. Ora questo è in gran parte nei numeri mentre la discesa dei tassi sta ponendo alle banche il tema dell'intermediazione tra tassi creditori e debitori in una fase di tassi di interesse sempre più bassi e persistenti.
Si riducono le stime di profitto
Secondo gli analisti del settore finanziario i ‘tassi negativi' stanno diventando pericolosi in quanto: a) erodono i profitti delle banche; b) incentivano le banche a stringere e non ad espandersi; c) nel tempo potrebbero dimostrarsi un disincentivo alla concessione di prestiti in una fase che vede troppa dinamicità e volatilità sui rendimenti; e d) è tornato il rischio da effetti non lineari sul costo della raccolta bancaria dopo l'introduzione del ‘bail in'. Sembrerebbe un'iniziativa in controsenso rispetto agli obiettivi di facilitare le condizioni di credito e dare supporto alla stabilità finanziaria. L'esperienza di Svizzera, Danimarca, Svezia si accodano a quelle del Giappone e mettono in luce una netta diminuzione dei margini di interesse e una erosione degli utili tra il 5 e il 10%.
23 febbraio 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
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