Strategie finanziarie in evoluzione
L’evoluzione dei “princìpi” per la costruzione del portafoglio investimenti.
Gli interrogativi che nessuno vi ha mai sottoposto, ma di cui è meglio conoscerne le risposte.
L'asset allocation strategico genera il 90% della performance, mentre la movimentazione tattica è una perdita di tempo e denaro; nessuno conosce il timing più adatto ad ogni negoziazione; bisogna rimanere investiti in asset allocation strategici di lungo termine!
Vero, ma una volta! Solo chi ha saputo investire in modo dinamico le proprie risorse utilizzando tutte le classi di attivo disponibili ha avuto un risultato positivo e non ha rischiato di rimanere prigioniero della volatilità nelle diverse fasi del ciclo economico, ma di poterla cavalcare a proprio favore. Quindi è premiante adottare un numero maggiore di strategie di investimento, distinte rispetto ai diversi obiettivi finanziari. L'introduzione del modello di gestione LifeStyle Investment Solutions offre una chiara dinamica che sfrutta a pieno la ciclicità dei mercati riducendo nel tempo la porzione di portafoglio più rischiosa. Le tecniche di ribilanciamento LifeStyle Investment Solutions abbinate alla gestione attiva si dimostrano un potenziale ottimizzatore di performance in portafogli di investimento con orizzonti di medio e lungo termine ovvero tra i cinque ed i dieci anni.
LifeStyle Investment Solutions fornisce un chiaro esempio di modelli Life Cycle Investments in una versione evoluta. Il portafoglio viene sottoposto a verifiche periodiche sull'andamento della classe di attivo con più elevato Beta e qualora si raggiungano le condizioni preordinate, il sistema procede al riallineamento degli attivi secondo i diversi scenari prospettici. La finalità del modello è quello di ridurre nel tempo, in modo intelligente, la parte di portafoglio a più alto Beta capitalizzandola nella parte dedicata alla Redditività.
Le azioni nel lungo termine hanno sempre avuto un ritorno maggiore delle obbligazioni!
Vero, in una statistica di almeno cent'anni! L''esperienza del dopo 2000 ha dimostrato che per oltre 10 anni i mercati azionari sono rimasti senza performance ed in balia di un'alta volatilità. La politica non convenzionale delle Banche Centrali ha favorito le obbligazioni di lunga durata attraverso un processo di diminuzione dei rendimenti a livelli storici mai raggiunti prima: il decennale governativo tedesco, Bund, ha toccato livelli sotto l'1%. Nei prossimi anni i modelli di allocazione dovranno tener conto di questa ‘forzatura' per non cadere nel tranello delle serie storiche. I punti di attenzione degli investitori per il mercato azionario dovranno rimanere focalizzati sulla capacità delle aziende di remunerare il capitale sia sottoforma di capacità di crescita degli utili (e valutazioni in rapporto ai multipli), che dalle politiche di distribuzione di dividendi.
Gli investimenti a breve termine abbassano notevolmente il rischio del portafoglio!
Parzialmente vero, nei momenti di crisi la volatilità colpisce comunque tutte le classi di attivo; inoltre il rischio maggiore riguarda la cosiddetta "repressione finanziaria" ovvero investimenti a tassi di interesse nominali inferiori al tasso di inflazione, facendo perdere potere d'acquisto ai propri risparmi. Se da un punto di vista immediato la detenzione di depositi o investimenti a breve termine possono sembrare una soluzione per evitare la volatilità dei ritorni, è statisticamente provato che i rendimenti a medio e lungo termine su questa tipologia di portafogli risultano estremamente limitati. La regola del buon gestore è quindi quella di lavorare dinamicamente per mantenere un livello ragionevole di volatilità dei ritorni ad un rischio controllato e compatibile con il profilo del cliente e dei suoi obiettivi finanziari.
Con un portafoglio obbligazionario hai le cedole e non perdi capitale!
Attenzione al rating, alla ‘qualità' delle obbligazioni che costituiscono il portafoglio! Gli aspetti da tenere in considerazione negli investimenti in obbligazioni riguardano proprio l'ingordigia da rendimenti, che nascondono il rischio di bassa qualità di credito, e le variazioni di rating nel tempo. Anche in questo caso la regola chiave rimane quella della diversificazione e della dinamicità dei portafoglio. La ciclicità dei mercati, le ingenti emissioni, i rifinanziamenti, i diversi giudizi di solvibilità (rating) fanno del mercato obbligazionario un mercato ricchissimo di opportunità, ma ci vuole molta professionalità nella scelta. Ci si accorge di un cattivo investimento quando non ti vengono pagate le cedole e le obbligazioni sono ormai in default!
I fondi alternativi, decorrelati al mercato, sono un ottimo strumento di investimento per chi desidera poca volatilità e persistente performance!
Vero, ma così non è sempre stato negli anni. Sono stati infatti parecchi i risultati negativi a fronte di commissioni estremamente elevate. Al di là del caso storico del fondo Long Term Capital Management (LTCM), un fondo speculativo nel cui board figuravano grandi protagonisti del mondo economico e accademico, salvato dalla FED nel 1998, recentemente si è assistito al caso Madoff, uno dei gestori di fondi hedge più rinomati e premiati negli Usa, che ha messo in "braghe di tela" migliaia di investitori e un buco di oltre 50 mld US$. La caratteristica principale di questa tipologia di fondi è l'utilizzo di contratti derivati e della leva, ovvero la possibilità di indebitarsi. E' quindi necessario essere buoni conoscitori delle regole di funzionamento e della capacità dei gestori. I fondi alternativi vanno quindi valutati con grande attenzione e forse lasciarli al solo giudizio di investitori istituzionali in questo specializzati. In apparenza simili, ma con modelli più adatti alla clientela retail, sono i Fondi Ucits Alternativi di cui le più importanti case di investimenti offrono un'ampia gamma (in particolare su investimenti immobiliari, commodities e modelli di gestione derivati dal mondo degli Hegde Funds, 30/70, long/short), indicati nella diversificazione degli investimenti.
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.