‘FOMO' la festa a Wall Street
Pubblicato il 13.02.2020
La crescita degli indici azionari statunitensi sembra non prendere fiato, neppure a seguito della preoccupante crisi sanitaria del CoronaVirus (Covid-19). Sembra assodato che la spinta verso nuovi record si sia essenzialmente rafforzata alla conclusione positiva della negoziazione commerciale sui dazi, cosiddetta ‘Fase Uno', tra Cina e Stati Uniti, tema che aveva tenuto in apprensione gli operatori nell'estate scorsa. Ma c'è anche un aspetto comportamentale che porta continui acquisti sulle borse degli Stati Uniti ovvero la paura di rimanere fuori dal rialzo di Wall Street: lo spirito degli anni 2010 promosso dai millennials è stato abilmente tradotto in acronimi quali FOMO (Fear of Missing Out – paura di rimanere fuori) e YOLO (You Only Live Once – si vive una volta sola). I due termini sembrano esprimere l'essenza del ‘Carpe Diem' dove vivere il momento significa anche massimizzare ogni opportunità all'interno di un cambiamento sociale ed economico.
Multipli di Valutazione
Riguardo alle strategie di investimento sono in aumento gli strategist che indicano un aumento del divario fra valutazioni degli indici azionari statunitensi e quelli internazionali con indicazioni per un alleggerimento del peso azionario dagli Stati Uniti a favore del Resto del Mondo (RoW); tra i motivi le valutazioni con multipli crescenti negli ultimi mesi dell'indice S&P500: da inizio ottobre i P/E fwd 12m sono passati da 16,5x agli attuali 18,8x, con una performance dell'indice di + 14,7% (da 2940 a 3379 punti) a fronte di una stabilità dei profitti. Dal punto di vista statistico, mentre i millennials sembrano vivere per la prima volta l'influenza delle loro idee nel mondo degli affari (sharing economy, sostenibilità ambientale e tecnologia social), i prezzi delle azioni statunitensi rispetto ad utili incerti, trovano l'espansione dei multipli responsabile di oltre l'80% dei recenti rialzi portando la sovraperformance relativa dell'S&P500 oltre due deviazioni standard la media di quasi 100 anni di storia. Un altro segnale delle stesse osservazioni arriva dal mercato delle società entrate nel listini nell'ultimo anno (IPO - initial public offering): oltre il 70% delle società quotate ha mostrato una crescita rapida dei ricavi, ma non ha ancora realizzato profitti; nel 2019 sono stati raccolti più fondi dai privati per IPO di società senza profitti rispetto a qualsiasi anno dal 2000.
Domanda di redditività
A fare da spalla a queste osservazioni è la ricerca di redditività dei portafogli mobiliari. La discesa dei rendimenti obbligazionari, in Europa in gran parte negativi, tende a sovra-caricare il peso di titoli azionari in portafoglio, in particolare azioni con alto dividendo, come succedanei delle tradizionali cedole obbligazionarie periodiche. Le proiezioni di crescita economica e degli utili globali, e statunitensi, hanno sostenuto i listini nell'ultimo anno; la Fed da parte sua ha ridotto i Fed Funds tre volte e riattivato la liquidità espandendo nuovamente il proprio bilancio. L'attuale presa di posizione di Jerome Powell sembra rimettere in discussione un'ulteriore espansione del bilancio della Fed con l'intenzione di rivedere la forza in eccesso del Dollaro Usa. In questo scenario gli strategist stanno riorientando la loro view positiva a favore del mondo emergente, da tempo soggetto alla pressione commerciale di Trump e recentemente agli effetti in Asia del Coronavirus. Il decennio iniziato nel 2010 non è stato un buon periodo per le azioni dei Mercati Emergenti con performance in netto calo rispetto ai mercati sviluppati; questo trend ha comunque prodotto valutazioni relative a livelli più favorevoli, tornando a valori simili a quelli dopo la crisi finanziaria asiatica alla fine degli anni '90, offrendo una selezione di opportunità di acquisto. Secondo gli analisti finanziari le azioni dei mercati emergenti sembrano vicine ad invertire la loro rotta e tornare ad essere rivalorizzate un una crescita economica sostenibile nel medio termine, tema già validato in occasione della crisi finanziaria del 2008-09.
13 febbraio 2020
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.