2019 Investment Outlook
Pubblicato il 14.01.2019
La chiusura del 2018 con i più importanti mercati azionari in terreno negativo (MSCI World in val loc -9,1%) non ha sorpreso gli investitori più attenti, che nella seconda parte dello scorso anno avevano intravisto un cambiamento di scenario strutturale: le prospettive di una crescita economica sincronizzata e in leggera accelerazione, avevano ormai lasciato il posto ad indicazioni di moderata espansione, sottolineate dai cali degli indicatori di fiducia, dalle pressioni sulla liquidità del rialzo dei tassi di interesse statunitensi e dall'aumento della volatilità. Qual è quindi lo scenario macroeconomico e quali le prospettive finanziarie per il 2019?
Ciclo economico
Seppure in leggero rallentamento gli economisti indicano periodi di crescita economica globale ancora positivi sia nel 2019 che nel 2020, con il PIL globale in crescita oltre il 3,5%, spostando in avanti i tempi di una futura recessione. In dettaglio: gli Stati Uniti presentano un'evoluzione consolidata dalle riforme fiscali introdotte dall'amministrazione Trump (attese 2019 di PIL +2,5%) anche se inizia a pesare la restrizione monetaria della FED. In Europa la rassicurazione dettata dalla Banca Centrale Europea sulla tenuta dell'espansione economica, appena sotto il 2%, non sembra completamente condivisa. L'ottimismo presentato dal governatore centrale Mario Draghi sembra in parte dettato dalla necessità di giustificare la fine degli acquisti di titoli del programma di Quantitative Easing e l'avvio della normalizzazione dei rendimenti, che al momento sembra prematura. Anche per la seconda economia mondiale ci sono segnali di rallentamento: +6,1% le stime per la Cina. Le ultime dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping sul mantenimento di elevati tassi di crescita economica sembrano voler celare le contrapposizioni con gli Stati Uniti ed il restringimento dei margini di manovra sulle liberalizzazioni già annunciate. In prospettiva un calo della crescita sotto il 6% potrebbe essere inteso come fattore distorsivo a livello globale e di tensione sui mercati.
Valutazioni degli indici finanziari
Dopo un lungo periodo di rialzi, i principali listini azionari hanno visto una battuta d'arresto e l'accentuarsi dell'avversione al rischio degli investitori. Molti gestori hanno abbassato la posizione in portafoglio degli ‘attivi più rischiosi', in previsione di possibili richieste di disinvestimento, ma anche di consolidamento delle performance. Le analisi di valutazione azionarie si concentrano sull'evoluzione dei profitti aziendali, in particolare negli Stati Uniti, dove la riforma fiscale ha portato nel 2018 utili straordinari, oltre il 20%. La crescita economica, seppur moderata, e l'impatto della riforma fiscale di Trump, continuano ad influenzare le attese positive con stime di crescita degli utili intorno al 7%. Pertanto il rapporto prezzo utili (P/E fwd12m) dell'indice S&P500 risulta più attrattivo a 13,4x, in netto calo rispetto al 2018 (14,8x). In pari misura in Europa, la buona crescita dei profitti aziendali e la discesa dei listini azionari ha ridotto i multipli del rapporto prezzo utili ben sotto la media storica dell'11x. Le più recenti analisi mostrano per il 2019 tassi di aumento prudenziali dei profitti intorno al 5%, ponendo gli indici dell'area Euro in una condizione di convenienza relativa negli indici sviluppati. Infine la Cina: la contrapposizione sul piano commerciale con gli Stati Uniti ha tagliato la fiducia degli investitori internazionali. L'indice MSCI China val loc ha subito nel 2018 un forte contraccolpo con un calo del 20,2% mentre le valutazioni hanno visto il rapporto prezzo utili (P/E fwd) sprofondare da 13,3x a 9,9x; nelle aspettative, un risultato positivo sui negoziati con gli Usa potrebbe far rivedere flussi di investimento esterni, anche se saranno importanti le conferme sulla stima di crescita degli utili.
Portafoglio di investimento
Punti di attenzione per le dinamiche di asset allocation: a) se le indicazioni per una prossima recessione suggeriscono una riduzione dei attivi più rischiosi, la lontananza di tale evento non sembra mettere fretta a questo intervento, pur mantenendone un continuo monitoraggio. Pertanto la strategia di portafoglio cercherà di trovare il termine giusto per una riduzione sfruttando possibili rally dei listini durante l'anno. La stessa operazione può essere utile per ribilanciare la duration dei portafogli obbligazionari in caso di aumento dei rendimenti e del mutare della curva dei tassi, b) la crescita dei profitti azionari tenderà ad un consolidamento; selezione di titoli di alta qualità patrimoniale e stabilità di business, preferenza per le Large Cap. e High Dividend Yield affidandosi a fondi a gestione attiva; c) l'aumento del rischio di credito a fronte della politica monetaria più flessibile, suggerisce il mantenimento di una limitata esposizione; d) volatilità ancora presente nel 2019: questo comporterà fasi di avversione al rischio da utilizzare con dinamicità; e) l'espansione dei multipli di valutazione sarà limitata alla crescita dei profitti, in particolare negli Stati Uniti, Germania e Giappone; per il 2019 gli analisti prevedono un anno positivo sebbene con una variazione limitata.
14 gennaio 2019
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.