Accordo al G7 per la Minimum Tax

Pubblicato il 11.06.2021

Accordo al G7 per la Minimum Tax

La visione di Joe Biden di coinvolgere l'intero mondo politico sul tema di una tassazione più equa sembra aver dato un forte segnale dopo l'approvazione nel G7 di Londra. La segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha ribadito gli aspetti positivi dell'accordo e l'importanza di un impegno senza precedenti. I paesi del G7 hanno così sigillato la corsa al ribasso nella tassazione societaria che ha visto spostamenti in sedi inusuali dei bilanci societari in favore di agevolazioni da paradiso fiscale. A fare eco agli Stati Uniti il Cancelliere dello Scacchiere inglese Rishi Sunak, il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, ma anche Daniele Franco in rappresentanza dell'Italia. Dopo anni di dispute sul tema fiscale, che ha visto Italia e Francia introdurre la DST "tassa sui servizi digitali", che oggi gli Stati Uniti chiedono che venga abrogata a favore di una più estesa platea di aziende e settori, si aprono le porte per un nuovo approccio comune con l'introduzione della corporate tax minima su tutti i colossi multinazionali.

Aliquota minima 15%

L'accordo raggiunto dai ministri delle Finanze del G7 prevede il principio di applicazione a livello globale di una tassazione con aliquota minima ‘almeno' del 15% per tutte le grandi imprese in ogni paese; una stretta all'elusione fiscale per le grandi multinazionali comprese le cosiddette Big Tech. Il contributo extra delle maggiori imprese globali è stimato tra i 50 e gli 80 mld$ per i profitti che verranno riallocati e tassati nei Paesi dove effettivamente vengono generati i relativi ricavi. Mentre il presidente Usa Joe Biden aveva inizialmente proposto un'aliquota minima del 21%, il livello concordato del 15% ha aperto ad un confronto più agevole per i paesi a bassa tassazione, come ad esempio l'Irlanda che prevede il 12,5%, e un più fattibile un accordo generale. Si deve altresì considerare che i paesi ‘penalizzati' una volta concordato il principio di tassa minima possano supporre una probabilità che l'aliquota aumenti gradualmente, sebbene ci vorrà tempo prima che vengano implementate le modifiche effettive. E' chiaro a tutti che l'accordo del G7 sia solo un primo passaggio, seppur molto importante. Il passo successivo sarà la richiesta del consenso dei membri del G20 nel meeting di fine ottobre a Roma, prima di una proposta allargata a tutti i paesi dell'Ocse. Riguardo alla Commissione Europea, l'impegno espresso vede un contributo attivo nelle discussioni multilaterali per garantire il raggiungimento di un accordo per tutti i paesi UE.

Debito, tasse e tassi

I dati resi disponibili dell'IIF - Institute of International Finance, riferiti all'intero 2020, vedono l'effetto della pandemia da COVID aggiungere 24 trilioni di dollari al debito globale, portando l'importo complessivo al record di 281 trilioni di dollari con un rapporto Debito/GDP mondiale di circa 355%. In dettaglio il debito dei soli governi rappresenta il 105% del PIL globale, rispetto all'88% del 2019, con un aumento nello scorso anno di 12 trilioni$, quasi il triplo dei 4,3 trilioni$ del 2019. Infine il debito del solo settore finanziario è aumentato di oltre il 5% portandosi all'86% del GDP. Gran parte del debito emesso è tuttora presente nei bilanci delle banche centrali che attraverso i loro programmi di acquisto hanno mantenuto in equilibrio i mercati e regolato al ribasso i tassi di finanziamento. Lo scenario è in fase di cambiamento con l'avvento di un nuovo ciclo economico, spinto dai Recovery Funds e da una domanda repressa che sta portando in alto i prezzi di materie prime e servizi. Se da un lato Stati Uniti e paesi dell'Unione Europea si trovano costretti ad una revisione fiscale sulle singole finanze, una convergenza sui modelli di imposizione fiscale sembra di fatto una notizia positiva; il dibattito di ‘basta paradisi fiscali' intra UE è da tempo sul tavolo della Commissione Europea. Il dibattito di ‘maggiore efficienza' tra meno tasse e più imprenditorialità privata o più tasse e spesa pubblica, sembra al momento accantonato, superato dallo storytelling dilagante della sostenibilità ambientale e sociale. Tema ancor meno recepito è quello del ‘tapering' che vedrebbe le banche centrali abbandonare progressivamente i piani di acquisto di titoli lasciando spazio ad un irripidimento delle curve di rendimento e valutazioni più puntuali dei rating di credito. Con il presidio di Biden alla guida Usa si torna al multilateralismo avanzato, che avevamo perso di vista con Trump; segnali di un cooperativismo progressista, almeno nel mondo occidentale, dovrebbero già arrivare dopo questo passaggio di Joe Biden in Europa a seguito del G7 in Cornovaglia, visita a Bruxelles e dall'incontro con Vladimir Putin a Ginevra.

11 giugno 2021

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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