Altalena finanziaria da Coronavirus
Pubblicato il 06.03.2020
La mancanza di visibilità nel breve, ed anche nel medio termine, allarma i mercati finanziari in balia di notizie e aggiornamenti convulsi dell'emergenza da coronavirus Covid-19 nel mondo. Senza indicazione sui tempi di uscita dalla crisi, le azioni continuano le dinamiche di forte tensione con valutazioni in altalena, mentre si intensifica la corsa alle attività ‘rifugio' ovvero obbligazioni sovrane di alto rating e metalli preziosi. In concreto sono già riscontabili problematiche economiche diffuse; domanda e offerta sono condizionate in modo deciso dagli avvenimenti con ripercussioni sui diversi settori ed indici finanziari. Gli Strategist, che già avevano segnalato un portafoglio orientato al rallentamento economico, si trovano ad interagire con movimenti di flussi che scontano un più forte rischio recessivo e indici obbligazionari che anticipano gli interventi di allentamento monetario attesi dalle banche centrali.
Mercati azionari meno 10%
In un'ottica opportunistica ci si chiede quando siano mature le condizioni per ritornare ad investire in azioni: la forte volatilità suggerisce di aspettare una maggiore visibilità sui fondamentali, anche per i portafogli di lungo termine. Diversa l'opinione di trader che seguendo quanto successo nell'ultimo trimestre del 2018 e approfittato della discesa dei listini di oltre il 10% per operare nel breve termine, ma le valutazioni erano bel diverse. Da un punto di vista finanziario possiamo sottolineare che il taglio dei tassi di 50 bps da parte della Federal Reserve, e i prossimi della BCE, con l'atteso rallentamento dei contagi con l'approssimarsi della primavera nell'emisfero nord, lasciano spazio ancora a troppe ipotesi.
Taglio delle stime sui profitti
Il deciso movimento ribassista dei mercati azionari nasconde dietro di se le ansie di rallentamento economico accelerato dal Coronavirus e le preoccupazioni concrete di un calo dei profitti aziendali. Ad inizio anno le attese sui profitti aziendali per il 2020 vedevano ampi tassi positivi sulla scia di una ritrovata capacità di una generale ripresa economica; le stime di crescita degli utili sugli indici MSCI World era prevista a + 9,8%. Nel recente aggiornamento di inizio marzo le nuove stime hanno visto un primo significativo ribasso a + 8,7%, con una discesa media nelle varie aree di oltre il 10%, valore che non compromettere un trend complessivamente positivo, ma che potrebbe nascondere insidie con il perdurare della emergenza sanitaria del Covid-19. Dobbiamo segnalare che gli analisti hanno spostato le attese di un miglior risultato nell'ultimo trimestre dell'anno per compensare il calo del primo semestre.
Valutazioni degli indici azionari
Gli analisti statunitensi hanno comunque sottolineato quanto il blocco di importanti economie estere, in particolare della Cina, potrà influenzare i profitti tenendo conto che il 35% del fatturato delle società appartenenti all'indice S&P500 è generato all'estero. In termini settoriali, mentre per Utilities e Financials il fatturato fuori dagli Stati Uniti è di poco sopra il 10%, Materials ha il 61% del business estero, Healthcare e Technology il 50%. Riguardo alle valutazioni dell'S&P500, la discesa dai livelli massimi di 3386 punti con una correzione del 10% ha ridimensionato il rapporto Prezzo/Utili - P&E fwd 12m - da 19,5x a 17,1x. Dobbiamo anche aggiungere che la immediata reazione della Federal Reserve, che ha tagliato i FED Funds di 50bps fuori dal canonico meeting del FOMC, tende ad ampliare il Risk Premium e compensare multipli più elevati. In attesa degli interventi della BCE il mercato azionario europeo ha avuto un forte ripiegamento soprattutto dopo l'impennata dei contagi da Covid-19 in Italia e casi in tutta l'area Euro. Con la caduta da inizio anno del 10% l'indice MSCI EMU ha visto il rapporto prezzo/utili P/E fwd 12m passare da 15,5x a 14,9x. Gli analisti vogliono comunque avere più dati sull'impatto di fatturato e utili dopo questo primo periodo difficile per molti settori.
Avversione al Rischio in aumento
Il cambio repentino sulle stime di crescita economica globale, attese sotto le previsioni a causa del Coronavirus, ha provocato flussi di uscita dagli indici azionari e prodotto una fase di panico sui mercati con un'impennata della volatilità: l'indice VIX - Chicago Board Options Exchange Volatility ha superato i 40 punti, livello che indica violenti movimenti delle valutazioni in borsa. In contrapposizione gli investitori hanno rivolto la loro massima attenzione ai cosiddetti ‘haven assets', asset più sicuri, con un forte calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro americano e tedesco. A sorprendere non è stato solo l'inversione della curva dei rendimenti in Usa quanto la discesa del rendimento del titolo sovrano US Treasury decennale sprofondato per la prima volta sotto l'1% e oggi a +0,76%; pensiamo che questo elemento imprevisto sia stato determinante nell'emergenza della Federal Reserve con la determinazione di Powell di tagliare i tassi di interesse sui Fed Fund dello 0,5%. Non è la prima volta che la FED agisce fuori dai meeting ufficiali, era già successo nel 2008 – Lehman Brothers, 2001 – Twin Towers NYC, 1998 – LTCM, segnale importante per mantenere saldo il sentiment del mercato. Sul lato Europeo il Bund decennale tedesco ha un rendimento negativo di -0,74%, ai minimi da sempre, incorporando le prossime mosse della Banca Centrale Europea che si riunirà il 12 marzo pv.
6 marzo 2020
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.