Aumentano le incertezze sui mercati obbligazionari
Pubblicato il 25.10.2016
Sarà, ma proprio quando le cose vanno bene, o forse troppo bene, i gestori dei portafogli obbligazionari sono per la prima volta da tempo immemorabile preoccupati degli scenari, ancora tutti da scoprire, per il prossimo anno. In verità le performance sono effettivamente state eccellenti: da inizio anno l'indice Citigroup Global Markets WGBI veleggia a +7,5% e l'EMBI+ Emerging Markets Bond Index quasi a +15%, ritorni veramente inaspettati. E quindi quali sono le incognite che preoccupano i gestori specializzati in obbligazioni? Ci sono almeno tre incognite sui trimestri futuri: a) un possibile, seppur leggero, rialzo dei rendimenti, b) la volatilità degli spread di credito/debito; e c) l'apprezzamento del dollaro statunitense. Risulta peraltro difficile pensare che l'attuale scenario sui titoli a reddito fisso possa cambiare velocemente dopo un percorso lunghissimo che lo ha reso la classe di attivo obbligazionaria la più performante se rapportata nel suo più ampio periodo temporale.
La ripresa dei prezzi delle materie prime
Il mercato è comunque divenuto molto complesso e presenta una larga parte di titoli con rendimenti ai minimi storici. Gli analisti indicano con 10.000 miliardi di dollari Usa l'ammontare di obbligazioni a rendimento negativo presenti sul mercato, principalmente composti da titoli di Stato europei e giapponesi, in attuazione dei programmi di Quantitative Easing delle banche centrali e per effetto dei tassi di interesse negativi. Ora il rialzo dei rendimenti verrebbe legato ad un processo di aumento dei tassi di interesse, che ad oggi solo la banca centrale statunitense FED ha iniziato a prevedere nelle sue minute, e ad una possibile accelerazione del tasso di inflazione. Anche se ad oggi i dati sui prezzi al consumo non rispecchierebbero segnali di aumento, la preoccupazione dei gestori sembra comunque legata all'inversione del trend che avrebbe visto la fine della discesa delle quotazioni di materie prime e petrolio.
La diversificazione tiene in gioco i paesi emergenti
Sul tema degli spread sul credito, le recenti analisi sono propense a sostenere che una tra le classi di attivo ancora interessanti rimanga quelle delle obbligazioni corporate dei paesi emergenti. Lo scenario sulle emissioni societarie è notevolmente modificato nella proporzione disponibile nelle varie aree. I paesi emergenti, in particolare quelli asiatici, rimangono i migliori nei tassi di crescita economica; infatti la stabilizzazione delle economie emergenti, e le loro esigenze di finanziamento del debito sovrano sono diminuite, mentre allo stesso tempo, l'emissione di corporate bond è aumentata di pari passo alla crescita delle società locali. Il debito societario dei paesi emergenti, composto da debito emesso in dollari da società con sede in paesi emergenti, a settembre 2016 ammontava a 846 miliardi di dollari, rispetto ai 28 miliardi del 2001, così come risulta dall'indice JPMorgan CEMBI Broad Index.
Dollaro in trading range
Infine il posizionamento del dollaro nei confronti delle maggiori valute. Dopo un lungo periodo di stabilità intorno a 80 punti, durato fino a giugno 2014, il Dollar Index prima ha superato i 100 punti nella primavera del 2015 e poi si è mantenuto in trading range vicino a 95. Lo scatto era stato determinato dal possibile aumento dei Fed Funds, aspettativa poi rientrata. Ad oggi la situazione rimane condizionata dalla strategia restrittiva che la FED metterà in campo dopo le elezioni presidenziali americane e nelle intenzioni che presenterà per il piano del prossimo anno. In realtà il rafforzamento del dollaro ha di fatto creato un restringimento monetario a cui la banca centrale statunitense guarda con attenzione in una nuova prospettiva del piano di possibili rialzi dei tassi di interesse.
25 ottobre 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.