Banche Area Euro sotto pressione
Pubblicato il 30.03.2022
Per il settore bancario europeo il 2021 è stato sicuramente un anno di ripresa con performance medie di oltre il 20%, in linea con gli indici di borsa, ma il contesto è nuovamente cambiato in questo primo trimestre. La situazione di crisi militare in Ucraina dopo il 24 febbraio, data dell'invasione russa, ha sicuramente aperto un divario. I dati del settore MSCI Banks in Euro vedono l'indice globale a più 2,35% mentre l'indice di area Euro MSCI EMU Banks a meno 6,65%. La performance negativa non mostra sorpresa pensando alle difficoltà derivanti dalla sanzioni finanziarie imposte dall'Europa alla Russia e alle relazioni che intercorrono tra le banche dei vari paesi europei e l'economia russa non solo per l'import-export, ma anche per l'allocazione degli investimenti privati. Il settore finanziario è rimasto molto penalizzato se si pensa che lo STOXX Europe 600 Banks Index ad inizio marzo ha maturato una performance negativa negli ultimi cinque anni di meno 0,8%, mentre nello stesso periodo l'indice STOXX Europe 600 è salito del 42,7%.
Aiuto e disciplina della banche centrali
In realtà le indicazioni degli analisti finanziari ad inizio 2022 vedevano il settore bancario favorito non solo per la conclusione della grande crisi finanziaria, ma anche dalle graduali riaperture in risposta ad una pandemia per molti sotto controllo. Persino la possibilità di un aumento dei tassi di interesse avrebbe portato acqua al mulino delle banche pronte a beneficiare degli spread di credito. Le riserve di capitale del Common Equity nel 2021 erano tornate molto vicine ai massimi storici; la qualità degli attivi, misurata sulla percentuale di crediti deteriorati, mostravano di fatto una buona solidità con la liquidità di bilancio eccezionalmente forte, favorita dalla combinazione di accesso senza precedenti alle banche centrali, in particolare in Europa, ma anche dalla crescita dei depositi dei clienti a fronte di una moderazione dei prestiti. Sono state in effetti molte le banche che per l'anno in corso si erano già sbilanciate sulla distribuzione di importanti dividendi dopo il via libera della Banca Centrale Europea. La convinzione positiva degli organi di controllo ha visto i rating creditizi delle banche tornare ai livelli pre-COVID del 2019 con potenziali per un'ulteriore rivalutazione. Per questo, dopo un lungo periodo di ‘astinenza', molte banche si sono dimostrate pronte a restituire parte del capitale agli azionisti e a riaprire il mercato della raccolta verso gli obbligazionisti.
Peso della Russia sulle Banche
L'esposizione diretta delle banche dell'area Euro alla Russia risulta bassa in termini assoluti se confrontata con i flussi bancari internazionali dell'intera zona. I rischi si concentrano però in alcuni paesi come l'Italia che risulta avere circa il 21% di tutti i prestiti in essere verso la Russia (25,5 mld$), che rappresenta il 2,5% delle attività estere di tutte le banche italiane, l'Austria ha circa il 14% dei prestiti in essere (17,5mld$), il 3,7% delle attività estere totali di tutte le banche austriache, e la Francia i cui prestiti sono intorno al 21% (25 mld$), ma solo lo 0,7% delle attività estere totali. Nessun'altra economia europea ha impegni russi che superano lo 0,4% dei loro attivi totali. Nel peggiore dei casi, le banche con filiali locali potrebbero essere costrette a cancellare le loro partecipazioni dirette, ma ciò avrebbe un impatto relativamente gestibile sui loro coefficienti Core Equity Tier 1 (CET1), anche per le banche più esposte. Le banche più coinvolte hanno visto forti vendite delle loro azioni in attesa delle valutazioni dei manager di procedere ad operazioni di intervento di più lungo termine. E' pur vero che le prospettive di una risoluzione che porti prima al cessate il fuoco e poi alla definizione di un accordo tra Russia e Ucraina sulla gestione delle aree contese potrebbe modificare e alleggerire l'attuale piano sanzionatorio o al contrario un prolungato periodo di ostilità rimetterebbe in gioco il recente recupero delle borse. Sul piano delle valutazioni il settore MSCI Financials vede un P/E fwd12m negli Stati Uniti a 13,5x, comunque sotto il 19,4x dell'intero indice MSCI USA, mentre il P/E fwd12m del MSCI Financials EMU, dell'area Euro, a 8,4x rispetto al relativo indice MSCI EMU a 12,8x.
30 marzo 2022
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.