Banche Centrali tra Macro e Geo politica
Pubblicato il 19.09.2019
E' potuto sembrare un semplice lampo nel cielo con un temporale ancora non visibile, ma il salto del greggio Brent passato in un giorno da 60$b a 70$b ha riproposto uno scenario difficile per i consumatori e soprattutto per le economie importatrici di energia. A spargere paura nel mercato sono stati i recenti attacchi a due importanti impianti petroliferi in Arabia Saudita, che hanno colpito e messo fuori uso più della metà della produzione petrolifera del paese provocando l'impennata dei prezzi petroliferi. Il petrolio saudita è il riferimento a livello globale sia come elasticità di produzione che come capacità dei suoi giacimenti. Lo shock è durato comunque un giorno con prezzi rientrati subito dopo la rassicurazione che entro due settimane tutto sarebbe tornato alla normalità. Di fatto è evidente che le tensioni geopolitiche possono spaventare i mercati con un paio di missili/droni! Sul fronte monetario le banche centrali hanno alzato la guardia e ampliato gli interventi espansivi.
Banca Centrale Europea
Con la manovra monetaria della Banca Centrale Europea, BCE, che di fatto conferma una situazione economica anemica nell'area Euro, gli analisti si stanno interrogando sulle prospettive dei mercati finanziari dopo le mosse di Draghi in attesa di una risposta dall'economia reale e un'inflazione tendenziale verso il target del 2%. Di fatto le probabilità di ripresa non sembrano così immediate, tanto che gli operatori sono inclini a pensare che l'insediamento a novembre del nuovo presidente della BCE Christine Lagarde, rafforzerà ulteriormente i termini espansivi e aprirà un confronto politico per una presa di consapevolezza della necessità di un programma concreto di investimenti pubblici guidati dalla Commissione Europea. Di notevole attenzione è stato l'intervento a favore del sistema bancario che avrà la possibilità dal 30 ottobre di detenere depositi presso la BCE a tasso zero per un ammontare di sei volte le riserve obbligatorie. Oggi la liquidità in eccesso depositata in BCE, circa 2 trilioni di euro, costa agli istituti europei circa 7,5 miliardi a causa del tasso negativo applicato dalla BCE sui depositi.
La risposta statunitense
Negli Stati Uniti la ormai scontata decisione della Federal Reserve di tagliare preventivamente i FED Funds rafforza le convinzioni di un prolungato ciclo espansivo, vista anche l'offerta della FED di operazioni di finanziamento (REPO per 75 mld$) a favore di una maggiore liquidità a disposizione del sistema bancario americano. Il tutto anche in risposta alle critiche sollevate da Donald Trump verso il governatore della FED Jerome Powell per non affrontare con interventi più incisivi i sentori di rallentamento economico. Nell'ultimo trimestre il settore manifatturiero globale è stato particolarmente colpito, mentre l'indice dei responsabili degli acquisti (PMI) per l'industria manifatturiera in Usa è risalito a oltre 50 punti in agosto, dopo due mesi di contrazione; i PMI non manifatturiero e dei servizi rimangono invece a livelli elevati. Il dato americano non è da sottovalutare. La discrepanza tra produzione industriale debole e PMI non manifatturi buoni aveva già caratterizzato i timori di recessione rivelatisi falsi allarmi in periodi precedenti. Nel processo recessivo infatti, i servizi, che rappresentano circa l'85% dell'economia statunitense, si deteriorano pressoché insieme a quelli manifatturieri.
La guerra commerciale pesa sulla crescita
L'unico a mantenere un impulso positivo sembrerebbe oggi solo il ‘consumatore' statunitense. Il resto del mondo, secondo le varie situazioni, rimane cagionevole: la Germania segnala una vicina recessione; in Giappone, la stagnazione rimane diffusa mentre il governo, in confusione, risulta pronto ad aumentare l'imposta sui consumi dall'8% al 10% in ottobre; infine Cina e India vedono i consumi rallentare al crescere della guerra commerciale globale (le vendite di auto in Cina e India sono letteralmente crollate rispetto ad un anno fa). La situazione di stallo sembra quindi affidata alla capacità dell'economia americana di continuare a sostenere la fiducia in attesa che gli effetti della politica monetaria espansiva, ormai diffusa, possano essere evidenti nei dati macroeconomici.
19 settembre 2019
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.