Borse: Forte scivolata a Shanghai
Pubblicato il 01.07.2015
Da inizio anno il listino cinese, misurato dalla Shanghai Composite Index, ha continuato a salire fino a metà giugno passando dai 3234 punti di fine 2014, fino a raggiungere un massimo di periodo il 13 giugno scorso a 5166 (+60%). L'ottimo andamento al rialzo ha poi invertito la rotta per iniziare una rapida discesa di oltre 1000 punti, che trova oggi l'indice a 4053,7 mantenendo una performance da inizio anno del 25%, che seppure ridotta rimane tra le migliori dei mercati azionari.
Stime economiche ancora incerte
Le solide previsioni di crescita economica e l'apertura alle riforme del mercato finanziario ("Through-train" Hong Kong – Shanghai) preannunciate lo scorso anno, quale stimolo agli investitori, sono ora alla prova dal mercato. La reazione degli indici azionari è stata ottima, forse in un periodo troppo limitato, e sicuramente, almeno a posteriori, eccessiva in una situazione dove la crescita economica risulterebbe stazionaria (l'indice NBS manufacturing PMI è rimasto invariato a 50,2 contro le attese di 50,4 punti), gli utili delle società quotate meno brillanti e le riforme sulle SOE (le società a partecipazione statale) in ritardo.
Valutazioni azionarie da vantaggiose a care
Con il raddoppio dell'indice di Shanghai ad un anno data, le valutazioni sono passate da vantaggiose a estremamente care: il mercato negozia a P/E (prezzo su utili) intorno a 23x, uno tra i più alti in questa fase di mercato. Il dato risulta ancora più alto per le piccole e medie capitalizzazioni, con i multipli P/E di società appartenenti agli indici ChiNext e SME Board che vanno tra le 60 e le 130 volte gli utili attesi. Dobbiamo anche aggiungere che la Banca centrale cinese, PBoC, sembra muoversi con prudenza nella sua politica espansiva; il recente taglio dei tassi di interesse è stato letto dal mercato come un movimento comunque in ritardo rispetto alle attese degli operatori.
Quali prospettive ci aspettano
Gli Strategist di portafoglio parlano di due orizzonti temporali diversi. Le prospettive di lungo termine rimangono positive. La conferma che il ‘bull market' non sia intaccato lo evidenzierebbero la capacità del paese di seguire un percorso di integrazione del mercato finanziario internazionale e la determinazione nel controllo della leva per evitare eccessiva volatilità e possibili danni provenienti dalla speculazione. Ma principalmente dall'impegno del governo di proseguire con determinazione il percorso di riforme strutturali quali motore di crescita e di espansione dei servizi interni in una logica di maggior generazione di reddito disponibile e spesa domestica, mentre la banca centrale proseguirà nel suo intervento monetario correttivo.
Volatilità a breve
Nel breve termine la situazione rimane più improntata alla prudenza, questo è il giudizio degli Strategist. A pesare sarebbe principalmente l'effetto della presa di profitto e la chiusura delle operazioni aperte negli ultimi mesi utilizzando finanziamenti a leva, ma anche le attese di una maggiore capacità di crescita dei profitti aziendali; la volatilità potrebbe rimanere elevata e questo giocherebbe a sfavore di nuovi flussi di investimento.
Corrado Caironi – Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.