Borse sulle montagne russe
Pubblicato il 11.03.2020
La volatilità delle borse suggerisce direzioni divergenti per le prospettive economiche: da un lato il crollo dei rendimenti obbligazionari dei titoli di stato statunitensi e tedeschi, al loro record storico, preannunciano una profonda recessione causata dall'interruzione degli approvvigionamenti per la produzione, forte caduta di investimenti e consumi. Le catene di domanda e offerta presentano una crisi avviata, tanto che gli analisti finanziari sono preoccupati del loro impatto sugli utili aziendali. Dal lato opposto si cerca di risolvere la mancanza di visibilità lavorando sullo scenario di una interruzione temporanea e limitata, che presenterà una ripresa nella seconda metà dell'anno. La durata della crisi infatti determinerà la fiducia di consumatori e imprese e il risultato di questa divergenza. In Europa gli analisti hanno evidenziato che il blocco dei soli spostamenti nel Nord Italia, atti al contenimento del Coronavirus, presenterà un conto negativo sul PIL del paese del 2 – 3% nel primo semestre; ma insieme all'Italia ci sono altri paese europei esposti al contagio. Nell'attuale situazione il PIL nell'Eurozona scenderebbe a - 0,7% nel primo semestre, portando con se un azzeramento della crescita per l'intero 2020.
Attese le decisioni di Bruxelles
Le aspettative sugli interventi delle banche centrali non cancellano pertanto la perplessità che la sola politica monetaria possa risolvere una situazione molto difficile per l'economia dell'area Euro. I temi che gli operatori si trovano sul tavolo sono riferiti alla capacità di risposta del governo europeo in termini di risorse a sostegno di una crisi economica che sembra ormai accelerare verso la recessione. Il governo italiano per sostenere il progetto di tenuta dovrebbe mettere in campo molte più risorse di quelle annunciate (7,5 mld Euro) e superare in modo sostanziale il tetto di deficit del 3%, probabilmente arrivando al 4 – 5%, con risorse essenziali alla tenuta del sistema economico italiano. Questo argomento sta preoccupando gli operatori finanziari che hanno iniziato a prezzare lo sbilancio di deficit nello spread BTP/Bund, aumentato da metà febbraio da 130 bps a oltre 200 bps. Tornano sul tavolo di Bruxelles i timori di un rapporto debito pubblico/prodotto interno lordo per l'Italia che da anni non riesce a rientrare sotto il 135% e che a questo punto si sposterebbe in alto con il calo del PIL e l'aumento delle spesa pubblica.
Banche Centrali
Tra le banche centrali delle nazioni appartenenti al gruppo dei G10, Reserve Bank of Australia (RBA) e Bank of Canada (BoC) sono state le prime a tagliare i tassi di interesse. In emergenza ha seguito la Federal Reserve statunitense (FED) con un taglio di 50 bps nella scorsa settimana, e oggi la Bank of England (BoE) che ha abbassato i tassi di riferimento di 50 bps. Domani 12 marzo ci sarà la riunione della Banca Centrale Europea (BCE); il mercato sconta già un taglio di 10 bps del tasso di deposito, a -0,6%, un vantaggio sul Tiering per ridurre ulteriormente l'onere dei tassi negativi sul sistema bancario, e termini più generosi per il TLTRO con un'estensione della durata dei prestiti a 4 o 5 anni. Sono in molti ad attendersi che la BCE possa aumentare gli incentivi alle banche per estendere il credito a piccole e medie imprese; infine l'aumento del programma APP con acquisto mensile a 40 mld Euro dagli attuali 20. Qualora l'incertezza rimanesse alta nelle prossime settimane, gli operatori si attenderebbero nuovo interventi ad aprile.
Mercati azionari
L'epidemia di Coronavirus ha turbato le borse nonostante le straordinarie misure di politica monetaria. Le incertezze legate all'estendersi del COVID-19, in una crisi sanitaria allargata, hanno accentuato le preoccupazioni sul lato strettamente umano. Misure restrittive, seppure di natura temporanea, continuano ad impattare sulla sicurezza delle persone, oltre a rallentare le attività economiche, a volte precipitosamente come in Italia. Gli operatori finanziari sostengono che superata questa fase critica i mercati azionari si prepareranno ad una ripresa in linea con la risalita dei fondamentali. Al momento la riflessione vede un sostanziale divergenza tra le quattro aree più importanti nella composizione del PIL globale: da un lato Stati Uniti e Cina che vedono i loro indici di borsa, sulla distanza di un anno, in buona tenuta: S&P500 + 3,5%, Shanghai Composite a -1,93%, mentre soffrono maggiormente i listini di Europa e Giappone: Euro Stoxx50 a -11,48% e Nikkei225 a -8,09%. La reazione a questi dati sembrerebbe riferita alla maggiore potenzialità di intervento delle banche centrali FED e PBoC e all'implementazione di maggiori iniziative di supporto dei rispettivi governi.
11 marzo 2020
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
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