Borse USA in corsa a bassa Volatilità

Pubblicato il 23.02.2017

Borse USA in corsa a bassa Volatilità

Indicatori borsistici storici ci insegnano che l'andamento ‘lineare', senza pause di consolidamento, dei listini azionari può nascondere qualche insidia. L'effetto di una persistente bassa volatilità tende ad essere un segnale di buon andamento dei listini finanziari richiamando continui flussi di investimento; i gestori di portafoglio sono ovviamente tra i più attenti a questi movimenti per non cadere nella trappola comportamentale della ‘troppa confidenza': the Confidence Trap.

Prezzo/Utili e Volatilità

Tra gli indicatori maggiormente monitorati in questo periodo di rialzo del mercato azionario statunitense ci sono sicuramente quello delle valutazioni relative, condizionato dalla stagione degli utili (rapporto Price/Eearnings forward 12 mesi - prezzo/utili) e quello della Volatilità, balzato all'occhio per il basso livello rispetto ai dati storici. Sul primo indicatore le società dell'S&P500 stanno ormai esaurendo la consegna della reportistica dell'ultimo trimestre 2016 con risultati di profitto in aumento medio di oltre il 4,5%; il dato mostra che i due terzi dei bilanci hanno visto utili superiori alle previsioni degli analisti generando ottimismo negli investitori. I mercati azionari di Wall Street, DJIA nettamente sopra 20.000 punti, S&P500 a 2365 punti e Nasdaq in avvicinamento a 6.000 punti, si trovano oggi ad aggiornare quasi quotidianamente i loro massimi storici.

Aumento del multiplo di valutazione

La risposta alla domanda se le attuali valutazioni azionarie siano in linea con l'andamento economico e soprattutto con le prospettive sugli utili risulta ancora senza grandi certezze per almeno due effetti attesi: il primo riguarda la politica fiscale della nuova amministrazione Trump la quale pone al centro il taglio delle tasse, una sana deregolamentazione e l'avvio di nuovi investimenti infrastrutturali, e il secondo per la politica monetaria della FED che mostra ormai un atteggiamento restrittivo. Con gli ultimi dati disponibili il rapporto di valutazione P/E fwd 12m ha raggiunto 17,6x tornando ai livelli del giugno 2004; secondo gli Strategist un segnale allarmante di sopravvalutazione potrebbe essere un valore più vicino a 20x, ritornando storicamente tra il 1998 e il 2003.

VIX tocca i minimi da 55 anni

Sul tema della volatilità gli indici rilevatori quali VIX per il mercato statunitense, VNKY Index per il Giappone e Vstoxx Index per l'Europa, si trovano ormai da tempo in una situazione vicina a una sola cifra: in una recente seduta di borsa l'indice VIX ha toccato 9,97 punti, minimo dal 1962. Nonostante i rischi apparenti, soprattutto geopolitici, la volatilità appare bassa e poco costosa considerata come attività finanziaria. Il mercato azionario si è distinto parecchio in questi ultimi trimestri, risulterebbe quindi interessante considerare anche una parziale copertura delle posizioni lunghe contro i rischi da eventi inaspettati e correzioni di mercato in una logica di protezione del portafoglio. Secondo gli analisti anziché procedere alla vendita di parti del portafoglio azionario, l'acquisto di opzioni a copertura del rischio di mercato lascerebbe spazio agli investitori per un posizionamento di ulteriore rialzo azionario. Secondo gli Strategist di portafoglio le opportunità per acquistare "volatilità" è comunque riferibile al breve termine in quanto gli strumenti utilizzabili, come le opzioni, hanno un alto costo di mantenimento che tende a ridurne i benefici con il passare del tempo.

23 febbraio 2017

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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