Brexit, riflessioni dopo lo shock
Pubblicato il 27.06.2016
Conoscendo lo spirito combattivo della ‘governance' del Regno Unito è inevitabile che in questi giorni assisteremo ad una serie di capovolgimenti di fronte nella gestione politica del paese, dopo l'esito del referendum che ha decretato l'uscita (Brexit) dall'Unione Europea. A fare un passo avanti sulle precedenti posizioni è il ministro delle finanze George Osborne (immagine) che sostiene la necessità di attendere prima di inoltrare le formalità necessarie all'uscita dall'UE con l'applicazione dell'articolo 50 del trattato europeo.
Regno Unito ‘spaccato'
Secondo il responsabile delle finanze inglesi la nazione è forte e lo dimostrerebbe la crescita economica (PIL +0,4%), il tasso di disoccupazione ai minimi dal 2012 (5%) e il rapporto debito governativo sul PIL (89,2%); serve un ‘contingency plan', un piano di emergenza, per calmare i mercati finanziari e aprire gli spazi per la negoziazione con le parti interessate. Insomma una corsa ‘opportunistica' davanti ad una situazione che comporterà molti problemi con le istituzioni continentali, ma anche al suo interno. A fare impressione sono state due opposte reazioni che da un lato hanno visto i leader dei partiti antieuropei voler riproporre altrettanti referendum nei singoli paesi dell'area Euro e dall'altro un gruppo di attivisti a Londra pronti a raccogliere firme per un nuovo referendum per rientrare nell'UE sull'esito del voto ‘no Brexit' di Scozia, Irlanda del Nord e Londra.
Conservatori inglesi allo sbando
Il Primo Ministro David Cameron ha già presentato le dimissioni dopo una sconfitta che pesa sulla sua persona, e alla contrapposizione interna al Tory Party contro Boris Johnson e Michael Gove, in una evidente leadership dei conservatori ormai sfuocata. Boris Johnson, ex sindaco londinese, facendo propria la campagna di Nigel Farage, leader antieuropeo dell'Ukip, ha ormai scombussolato gli equilibri, mentre risulta ancora difficile capire le conseguenze economiche nell'immediato. E' chiaro a tutti che il risultato è stato determinato da un malcontento che ha motivato le ragioni dell'uscita, culminate con l'assassinio di Jo Cox, deputata laburista, attivista per rimanere nell'UE. Lo scarica barile dei conservatori sul partito laburista non ha quindi avuto seguito tanto che il leader Jeremy Corbyn ha confermato la sua posizione escludendo le dimissioni.
Mercati finanziari, male i PIGS
A livello micro, le multinazionali stanno analizzano i costi/opportunità e presto avremo un quadro più chiaro delle nuove strategie. Dal punto di vista degli investimenti il mondo intero ha subìto un duro colpo dopo il forte calo dei listini borsistici con un crollo complessivo delle capitalizzazioni di oltre 2,1 trilioni di dollari, record negativo in una singola seduta. Colpiti indistintamente tutti i settori, lo spread sul credito e, nello specifico, la sterlina inglese. Come molti analisti hanno fatto notare la discesa ha penalizzato maggiormente i ‘PIGS' dell'Europeriferia con riferimento in particolare a Italia e Spagna. Gli indici europei si sono affidati alle aste di volatilità con perdite molto pesanti; solo l'indice inglese FTSE100 è sembrato contenere i ribassi sebbene a fronte di una caduta della sterlina che ne ha ‘sterilizzato' i corsi.
Prospettive sui portafogli
Se da un punto di vista puramente economico nessun esperto risponde riguardo alla possibili conseguenze di una recessione britannica e all'impatto sulla crescita dell'Europa continentale, la situazione finanziaria trova una visione più chiara con l'impennata dell'avversione al rischio e degli indicatori di volatilità. Il nuovo scenario sui mercati finanziari europei sarà il più difficile da stabilizzare, mentre diviene meno preoccupante la situazione nel resto del mondo. Sebbene le autorità politiche e monetarie tenderanno a supportare i mercati finanziari europei, la diversificazione nel portafoglio dei risparmiatori italiani rimane ancora una volta la soluzione vincente. La strada rimane impervia; cautela e fermezza sugli obiettivi finanziari, consolidate in questa prima parte dell'anno, rimangono i punti di riferimento per gli investitori.
27 giugno 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.