Cina alla ricerca di stabilità

Pubblicato il 07.03.2017

Cina alla ricerca di stabilità

Cosa succede quando è in arrivo un cambio della dirigenza politica? Ci sono in effetti molte posizioni a riguardo; quelle più estreme vedono da un lato ‘nessuna decisione' e gestione dell'ordinario senza pretese mentre dall'altro, qualora il politico in carica voglia essere ricordato come riformatore, grandi iniziative complesse e a volte irrealizzabili che lascia gestire poi con difficoltà ai suoi successori. La Cina si trova oggi in questa fase pronta ad accogliere a fine anno la nuova Leadership mentre gli attuali dirigenti sembrano aver scelto una posizione di mezzo.

Obiettivi per il 2017

Si è infatti aperto a Pechino il Congresso Nazionale del Popolo (NPC) per fare il punto prima del nuovo governo nominato nel prossimo autunno. L'incontro ha visto da subito l'intervento del Premier Li Keqiang che ha delineato gli obiettivi del governo per il 2017 mettendo in evidenza l'impegno di mantenere la crescita del GDP al 6,5% o se possibile anche leggermente superiore. Rispetto al 2016 si tratta di un allineamento sulla parte più bassa della banda, era tra il 6,5% e il 7,0%, suggerendo una decelerazione graduale della crescita economica, ma soprattutto l'impegno ad evitare un hard-landing; il premier ha inoltre annunciato la possibilità di creare nuovi posti di lavoro per 11 milioni di cinesi. Tra gli altri obiettivi: tasso di inflazione CPI al 3%, target di offerta di moneta abbassato al 12%, era 13% nel 2016 e Fiscal deficit al 3% del GDP.

Più efficienza industriale e lotta all'inquinamento

Sul tema dell'inquinamento il governo insiste nel promuovere una regolamentazione che sensibilizzi la sostenibilità economica; i consumi rappresentano oggi la maggior parte della crescita del paese, impostata sulla forza dell'urbanizzazione, creando colli di bottiglia ancora difficili da gestire. Tra le riforme in cantiere dal lato dell'offerta, viene rimarcata la necessità di ridurre le quantità di carbone e acciaio; questo suggerirebbe che l'industria dovrebbe recuperare ulteriore efficienza; inoltre per le imprese con partecipazione statale del capitale sarebbero ridotte le pressioni politiche per un confronto competitivo, oltre che valutativo, a livello mondiale. In attesa del passaggio di testimone l'attuale dirigenza sembra voler smorzare i toni ed essere meno allarmista per quanto riguarda la "guerra" commerciale, più volte ritrovata nei discorsi dal neopresidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Riforme finanziarie

Dal punto di vista finanziario il focus è sulla libera fluttuazione della divisa cinese RMB e la conferma della posizione raggiunta nel Fondo Monetario Internazionale; questo segna un cambiamento nella politica monetaria che lascerebbe aperti spazi per una maggiore volatilità della moneta in un contesto di tassi di interesse crescente. Dopo l'emorragia di capitali che ha visto un'importante riduzione delle riserve valutarie, ci si aspetta una maggiore flessibilità di intervento da parte della banca centrale PBoC, che tenga conto della politica della FED. In sintesi il messaggio del governo in carica vuole essere rassicurante sia dal punto di vista di una crescita economica stabile, di continuità delle riforme e di impegno alla progressiva apertura del mercato finanziario. Questo rimane per altro un punto a favore del mercato azionario cinese che, proseguendo il suo buon andamento, si mantiene ancora attrattivo nei rapporti di valutazione relativa tra prezzo e utili (P/E): MSCI China Price Earnings forward 12 mesi a 12,3x verso MSCI Usa a 18,1x e MSCI Europe a 14,5x.

7 marzo 2017

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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