Cina in cerca di un equilibrio Finanziario

Pubblicato il 05.04.2016

Cina in cerca di un equilibrio Finanziario

Gli investitori internazionali sono rimasti impressionati dalla discesa degli indici azionari cinesi che da inizio anno rimangono i peggiori insieme a quelli del Giappone con un meno 15%. La situazione ha sicuramente risentito delle diverse attese e della volatilità delle rispettive monete. Per quanto riguarda la Cina uno dei punti di attenzione sulle prospettive economiche si è dimostrato quello dei flussi finanziari in entrata e uscita dall'estero ed il conseguente ridimensionamento delle Riserve Valutarie. Il dato più critico sembra in effetti riferirsi alle riserve valutate in dollari che hanno visto un deciso calo dal picco di metà 2014 in cui ammontavano a 4.000 miliardi $, alla recenti stima di 3.200 miliardi $ (meno 20%). La causa maggiore sembra legata al percorso intrapreso dalla autorità monetaria sulla flessibilità dei cross valutari per la valuta cinese Yuan.

La scelta della riforma finanziaria

Lo sganciamento del rapporto di cambio tra la valuta cinese e quella statunitense ha di fatto avviato la riforma finanziaria per la liberalizzazione del mercato monetario voluta dalle autorità governative e auspicata dai paesi sviluppati. Questo ha in effetti provocato un movimento deciso identificando le forze finanziarie in campo. La dismissione dell'ancoraggio ha infatti determinato una prima rivalutazione dello Yuan verso il dollaro, con conseguente flusso di investimenti in entrata. I differenziali di crescita economica sono stati in realtà segnalati dal cambio USD-CNY che a fine 2014 mostrava un rapporto di 6,05. All'opposto il taglio sulla crescita stimata in Cina ha tracciato un movimento completamente inverso, un nuovo rapporto di cambio ad inizio 2016 di 6,60 e una svalutazione dai precedenti livelli massimi di oltre il 9%.

Un cambiamento economico strutturale

La scelta economica strutturale con una crescita orientata più dalla domanda interna rispetto alle esportazioni ha trovato riscontro anche sul dato delle riserve valutarie in ordine a tre elementi comportamentali chiave sulla detenzione di valuta estera: a) una preferenza della detenzione di dollari sui depositi, b) l'estinzione dei prestiti in valuta divenuti più onerosi e c) l'impatto della rivalutazione del dollaro statunitense rispetto a tutte le maggiori valute detenute tra le riserve della banca centrale ed in particolare Euro, Yen e Sterlina inglese. La Banca Centrale PBoC ha inoltre provveduto ad aiutare l'economia attraverso iniezioni di liquidità nel sistema finanziario sostenendo il credito interno, provvedendo al rilancio infrastrutturale asiatico attraverso la Asian Infrastructure Investment Bank, la banca di sviluppo dei BRICS e al progetto interno One Road One Belt approvato nel 2015.

Quali sono le prospettive

Gli analisti sono tornati a guardare con maggiore fiducia a quanto espresso qualche mese fa. Così come, dopo un lungo periodo di euforia sulle potenzialità della moneta cinese, complice un tasso di crescita economico che per anni è rimasto a due cifre, ora la visione complessivamente negativa sembra eccessiva. Le previsioni di un'accelerazione della svalutazione dello Yuan sembrano rientrate anche per effetto di un dollaro statunitense che ha preso una pausa nella sua corsa. I depositi in dollari tornano ad essere meno competitivi con i tassi cinesi privi di un gain sul cambio e così anche la corsa a chiudere i prestiti sulla valuta estera. Se quindi sull'ammontare delle Riserve Valutarie i flussi sembrano compensarsi, anche riguardo alla moneta cinese le prospettive di nuova e pesante svalutazione sembrano sbiadirsi. Anche dal punto di vista dei mercati finanziari la situazione sembra meno pessimistica rispetto a qualche mese fa, anche se le preoccupazioni sulla posizione del sistema bancario cinese non sono ancora scomparse.

6 aprile 2016

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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