Come raggiungere l'immunità di gregge

Pubblicato il 27.05.2021

Come raggiungere l'immunità di gregge

L'aforisma "nobody is safe until everybody is safe" ovvero ‘nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro' risulta sempre più legato al programma mondiale di vaccinazione che consentirà di debellare il contagio da COVID-19 e poter tornare alla normalità pre-pandemica. In realtà la corsa ai vaccini ha aperto la strada all'ipotesi di una selettiva immunità collettiva o di cosiddetta ‘gregge'. Gli esperti, per capire quanto e quando possa essere raggiungibile, stanno elaborando i dati disponibili dai vari paesi utilizzando le stime del R0 del virus, ovvero il tasso di contagio, l'efficacia media del vaccino in base alle somministrazioni, la fascia ancora non vaccinata e il rapporto di velocità tra contagio e programmi di somministrazione in base delle dosi in produzione. In termini di efficacia entrambi i vaccini modified RNA di Pfizer e Moderna, con le due dosi previste per persona, hanno dimostrato un'efficacia stimata intorno al 95%, quella di AstraZeneca risulta inferiore al 75% e quella di Sinovac in Cina è stata segnalata tra il 50 e il 98% in aree diverse con un elevato grado di incertezza. Rimane in essere comunque uno scenario di rischio in cui una nuova variante immuno-resistente possa emergere. Nelle ultime settimane l'Unione Europea sta cercando di accorciale le distanze con gli Stati Uniti come percentuale della popolazione che ha ricevuto almeno una dose; tuttavia sembra che gli Stati Uniti abbiano rallentato recentemente il passo. In termini relativi, rispetto alla prima dose somministrata, i recenti dati vedono il Regno Unito a circa il 90%, Stati Uniti all'80% e UE al 50%.

Apertura sui brevetti

Il divario nel mondo sulla disponibilità del vaccino tra paesi ‘ricchi e poveri' ha posto la discussione sulla possibile rimozione della proprietà dei brevetti portando punti di attenzione da parte delle società farmaceutiche produttrici che sottolineano come la nascita del vaccino anti Covid-19 sia stata prova della combinazione di ricerca avanzata del settore privato. Infatti nei sondaggi condotti da The Harris Poll il riconoscimento positivo sull'industria farmaceutica è quasi raddoppiato dal 32% di gennaio 2020 al 62% nel febbraio di quest'anno. Ora la decisione di sostenere il WTO – organizzazione del commercio internazionale, a rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale sui vaccini anti Covid suggerisce che l'amministrazione Biden non è del tutto convinta dalle argomentazioni avanzate dai produttori dei vaccini, a fronte di un'industria farmaceutica non così forte, anche per i precedenti attacchi dei democratici sui costi dei farmaci e la discussione sull'utilizzo degli oppiacei e della loro dipendenza. Di fatto l'industria farmaceutica americana spende per la propria lobby più di 92 milioni di dollari, con donazioni crescenti ai Democratici.

Rimane il rischio endemico

Secondo le recenti stime l'elemento più insidioso rimane quello delle varianti del virus che sposta in avanti i tempi calcolabili per ottenere una soglia critica stimata per l'immunità collettiva in paesi diversi. Nonostante la percentuale massima effettiva in ciascun paese di probabile vaccinazione, rimarrebbe l'incognita della popolazione al di sotto dell'età minima, della dimensione dei gruppi ‘anti-vax' e della velocità di diffusione delle varianti del virus. Il calcolo sulla probabilità che un paese raggiunga l'immunità collettiva in molti casi raggiungerebbe addirittura una soglia del 100% anche se l'efficacia del vaccino utilizzato ed i tempi di immunizzazione potrebbero risultare limitati. Secondo le analisi per Cina, Filippine, Turchia e Tailandia, come per un'ampia maggioranza dei paesi esaminati, risulta improbabile che possano raggiungere l'obiettivo di un'immunità collettiva. E' al contrario plausibile che un numero relativamente ristretto di paesi, come Croazia, Grecia, Taiwan e Malta, veda al contrario percentuali elevate di probabilità e che queste economie possano plausibilmente raggiungere l'immunità collettiva in funzione della dimensioni del paese e della gestione delle iniziative sanitarie. Le indicazioni segnalano che il ritorno alla normalità pre-pandemia, in termini di rimozione del distanziamento sociale, utilizzo delle mascherine sanitarie, tracciamento con tamponi per limitare i contagi, dovrà prima accettare che il virus diventi un rischio endemico, principalmente nei gruppi non vaccinati, ma anche nei bambini e potenzialmente anche nei gruppi vaccinati che usufruiranno della riduzione della gravità dell'infezione e di un'immunità che risulterà limitata nel tempo.

27 maggio 2021

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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