Corrono le Banche europee
Pubblicato il 19.01.2023
Gli analisti finanziari evidenziato un settore bancario europeo promettente non solo per l'aumento dei tassi di interesse, ma soprattutto per le opportunità create dalla buona domanda di credito e relativo impatto positivo sui bilanci. La pressione sugli istituti di credito negli ultimi anni, da parte di una BCE che si è dovuta rivolgere a tassi nominali negativi, ha determinato una strategia dedita alla pulizia dei crediti in sofferenza, affiancando la necessità di nuovi accantonamenti per perdite su prestiti, rafforzando in modo deciso gli indicatori di solidità patrimoniale. Nonostante un utile in calo per l'aumento delle spese amministrative, tassazione e contenziosi, nonché le perdite relative alla Russia, il settore sta dimostrando le potenzialità di una cospicua ripresa. Guardando alle performance degli ultimi sei mesi, l'indice Stoxx Europe 600 (oggi a 453,5 punti) ha messo in campo un recupero del 6,42%, (riducendo le perdite ad un anno a – 5,76%) riportandosi ampiamente sopra il minimo di fine settembre di 382,89 punti. A dare un importante contributo è stato proprio il sotto indice settoriale finanziario Stoxx 600 Banks index che negli ultimi sei mesi ha recuperato il 22,35% e perdite ad un anno a – 2,95%. Il processo di miglioramento del quadro bancario è stato determinato sicuramente dal percorso di risalita dei tassi di interesse che ha rimesso in gioco il margine di intermediazione creditizia.
Raffronto tra Stati Uniti ed Europa
Sono state molte le ragioni che per oltre un decennio hanno segnalato le banche europee quali fanalino di coda del settore globale, in particolarmente nel raffronto con quelle statunitensi: a) una crescita economica negli Stati Uniti costantemente superiore a quella in Europa, b) tassi di interesse più alti e mai negativi, c) aggiornamenti normativi che hanno ‘suggerito' ristrutturazione e raccolta di capitali sicuramente maggiori in Europa, e d) una pressione che ha limitato di fatto la capacità delle banche del vecchio continente di espandere la propria attività commerciale. Dobbiamo sottolineare che oggi il settore bancario ha visto una netta convergenza tra Europa e Stati Uniti. I dati relativi ai primi nove mesi del 2022 mostrano per le maggiori banche europee un aumento dei ricavi del 6% su base annua, trainati da un aumento dell'11% del margine di interesse; gli utili al netto delle imposte sono comunque ancora diminuiti del 16% rispetto all'anno precedente, questo sicuramente a causa di un aumento delle rettifiche su crediti (+16%) e spese amministrative (+6%). Negli Stati Uniti, il settore bancario nel suo complesso ha registrato un aumento ancora maggiore con un balzo del margine di interesse (+16%), che ha fatto crescere i ricavi totali del 10%. Tuttavia, l'utile netto è diminuito in misura simile a quello europeo (-10%), principalmente a causa di maggiori accantonamenti per perdite e aumento dei costi di amministrazione per effetto di una forte inflazione.
Prospettive e valutazioni di settore
La vera questione è quanto gli accantonamenti per perdite su prestiti delle banche si riveleranno sufficienti in prospettiva del rallentamento se non di una recessione economica. Secondo gli analisti, durante la pandemia le insolvenze sui prestiti sono state inferiori alle stime consentendo alle banche di aumentare le riserve per perdite. Il dubbio rimane quindi condizionato all'evoluzione economica dei prossimi trimestri; una probabile recessione lascia incerta la sua profondità ed estensione. Molto importante per il settore nel lungo termine è comunque la normalizzazione della politica monetaria. La fine dell'anomalia storica dei tassi di interesse nominali negativi rappresenta il punto chiave per il ritorno del margine di interesse quale fonte di reddito delle banche europee. In termini di valutazione è interessante annotare alcuni dati a fine 2022: l'indice EURO STOXX® BANKS INDEX, a cui si riferiscono importanti portafogli di settore, vede un rapporto prezzo utili (esclusi i negativi) con un P/E fwd12m di 7x rispetto all'indice generale EURO STOXX Index di 11x, e rispettivamente un Dividend Yield di 4,4% rispetto a 2,1%. Il relativo settore finanziario dell'S&P500 statunitense trova un P/E fwd12m a 12,1x e un Dividend Yield di 2,3%; almeno in termini relativi i dati prospettici sembrano favorire il vecchio continente, sebbene sia una storia conosciuta.
19 gennaio 2023
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.