Corsa al rendimento perduto
Pubblicato il 29.08.2019
La ripresa a pieno delle attività produttive e del mercato finanziario è ormai in corso; l'estate ha continuato a mostrare un grado di volatilità delle attività finanziarie superiore alla media a sei mesi, l'indice VIX ad inizio agosto ha toccato i 25 punti per poi rientrare agli attuali 18, mentre gli indici azionari hanno tutti subito un ritracciamento: l'indice azionario MSCI World da inizio agosto ha perso il 3,5%. Ai tanti segnali che sembrano anticipare l'arrivo di una fase economica recessiva vi si è aggunto un elemento poco presente nella realtà finanziaria statunitense: il Dividend Yield dell'indice S&P500, pari a 1,95%, risulta in questo momento superiore al rendimento del Treasury Bond trentennale, ridotto all'1,92%. Ad impressionare la generale caduta dei rendimenti dei Titoli di Stato di riferimento è la corsa degli investitori verso questa classe di attivo che da tempo non offre una ragionevole compensazione al dato inflattivo, che seppur fermo rimane in area Euro intorno all'1% (ultimo dato di luglio); nell'Eurozona ormai quasi i due terzi dei governativi hanno rendimento con segno meno e per la prima volta anche il trentennale tedesco BUND è sceso in territorio negativo a -0,24%. E' quindi evidente che sono le aspettative deflattive a muovere in anticipo i flussi verso il mercato obbligazionario.
Aumentano i segnali per una Recessione in USA
Secondo gli analisti finanziari sono soprattutto i segnali di inversione della curva dei rendimenti statunitense a suggereire che le probabilità di una recessione tra il 2020 e il 2021 sono in netta ascesa, ora sopra il 40%. E vero che i dati macroeconomici degli Stati Uniti mostrano ancora ampi segni positivi, vedi il mercato del lavoro che registra tassi di disoccupazione ai minimi da 50 anni, la crescita dei salari al 3% annuo, la buona tenuta sia dei consumi che degli investimenti societari; ma forse è proprio su questa fase avanzata e ormai matura del ciclo a cui gli investitori fanno riferimento. Anche gli utili societari sembrano andare verso un periodo di riflessione. Nel primo e secondo trimestre di quest'anno, gli utili dell'S&P500 sono stati leggermente negativi su base annua, in calo dell'1,3% e 1,4% rispettivamente. Ora la situazione sui profitti delle società statunitensi mostra un'immagine più chiara sul rallentamento degli utili: dai conti del reddito nazionale, i profitti aziendali complessivi negli Stati Uniti vedono una diminuzione di quasi il 10% rispetto al terzo trimestre del 2018: storicamente una ripetuta riduzione trimestrale dei profitti porta ad una crescita occupazionale negativa nei 12 mesi successivi.
Portafoglio finanziario
In questa nuova prospettiva riguardo ai ritorni attesi, gli investitori si pongono la domanda di come approcciare la gestione del portafoglio nell'avvicinamento di una fine del ciclo economico. Gli operatori finanziari tendono ad anticipare e scontare i mercati, mentre le banche centrali cercano di formularne il futuro. Secondo gli strategist questo è un momento delicato, lo si nota dai pareri espressi rispetto a giudizi di quale variabile è in anticipo e quale in ritardo. La posizione di asset allocation verso i risky asset, ancora prevalentemente favorevole alle azioni, è comunque divenuta da inizio anno via via più cauta. Prendendo in considerazione l'indice S&P500 si è potuto notare che dopo aver superato la soglia psicologica di 3000 punti, molti investitori hanno preso in parte profitto. L'indice statunitense presenta oggi un livello di 2880 punti, un ritorno da inizio anno del 14,5%, una valutazione P/E fwd 12m di 17x volte gli utili e un Dividend Yield dell'1,95% (ampiamente sopra il rendimento del Treasury decennale all'1,45%). Il rischio che viene evidenziato dagli analisti finanziari è la futura tenuta dei profitti in una fase matura del ciclo, che trova comunque un bilanciamento nella strategia della banca centrale FED, predisposta ad ulteriori tagli dei tassi di interesse.
Spread BTP/Bund in contrazione
In agosto, il quadro politico italiano ha contribuito a creare confusione e scontri interni; con l'uscita dal governo delle Lega, dichiaratasi pronta al voto per raccogliere i consensi registrati nelle elezioni europee, il M5S ha mostrato un'inusuale apertura al Partito Democratico per proseguire la legislatura ed evitare elezioni anticipate. La nuova compagine politica vede il premier Giuseppe Conte al centro di una trattativa che, se confermata dal Presidente della Repubblica Segio Mattarella, prevede la richiesta al Parlamento della fiducia e la composizione di nuove/conferme per la squadra dei ministri. Gli investitori internazionali hanno apprezzato la stretta sui tempi di Mattarella circa una soluzione della crisi tanto che, in questi giorni di pura consultazione politica istituzionale, lo spread BTP/Bund è ritornato in area 165 bps, dopo una primavera costantemente sopra i 250 bps, e spinto il rendimento del BTP decennale sotto all'1%. La nuova alleanza PD-M5S guidata da Conte sembra piacere all'Europa, mentre gli investitori stanno piano piano riconsiderando le eccessive preoccupazioni di una possibile uscita dall'Italia dall'Euro, velatamente considerata dalla Lega sovranista, riportando i rendimenti dei governativi italiani a convergere sui rispettivi tedeschi.
29 agosto 2019
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.