Corsa verso le Obbligazioni Governative

Pubblicato il 27.03.2019

Corsa verso le Obbligazioni Governative

Le recenti analisi sui dati di raccolta trovano un valore molto alto di flussi di investimento verso strumenti finanziari obbligazionari e in parte invece molto ridotto per quelli azionari. In realtà gli indici azionari sono cresciuti in modo deciso e progressivo recuperando le perdite del 2018, mentre le obbligazioni sono salite molto solo nelle ultime settimane. Le ragioni di questa ritrovata correlazione positiva tra le due classi di attività finanziaria è nuovamente dettata dalla convergenza politica delle banche centrali.

Federal Reserve negli Stati Uniti

Nella riunione di marzo della scorsa settimana, la banca centrale statunitense Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi d'interesse (2,25% - 2,5%) presentando, sulla falsa riga della BCE, un aumento dei rischi di crescita e stime di GDP Usa in calo per quest'anno proiettate a 2,1% dal 2,3% e 1,9% dal 2% nel 2020. La FED ha così modificato le sue intenzioni di intervento cancellando i due rialzi previsti per il 2019, e prevedendone uno nel 2020. Le indicazioni hanno fortemente influenzato il mercato con il Treasury decennale sceso sotto il 2,4% riproponendo il tema dell'inversione della curva dei rendimenti quale segnale dell'avvicinamento di un evento recessivo.

Banca Centrale Europea e Cinese

Ricordiamo che meno di tre settimane fa nella conferenza stampa, a seguito della riunione del Comitato Banca Centrale Europea BCE, il governatore Mario Draghi non solo ha confermato tassi a zero per tutto il 2019, e da settembre nuova offerta di rifinanziamento (TLTRO) a sostegno delle banche, ma ha parlato di una riduzione delle stime di crescita economica per il 2019, a 1,1%, per il 2020 a 1,6% e invariate a 1,5% nel 2021. La spinta espansiva ha come obiettivo il target di inflazione almeno al 2% che nonostante gli sforzi sembra ancora lontano. In pari misura si è dimostrato l'atteggiamento della Banca Centrale della Cina PBoC, che ha provveduto a tagliare i tassi di interesse ed abbassare le riserve obbligatorie delle banche per spingere la crescita di un grande paese che però ha mostrato un rallentamento nello sviluppo.

Portafoglio finanziario

La successione di dati macroeconomici, indici di fiducia ed indicazioni delle banche centrali hanno accentuato i movimenti di mercato riportando in particolare investimenti sul mondo obbligazionario; i gestori dei portafogli Bond si ritrovano convinti che, nonostante la forte risalita delle valutazioni, gli attuali livelli siano appropriati ad una richiesta di ulteriore valore ribadendo che il potenziale ritorno dalla detenzione di reddito fisso è sufficiente per compensarne i rischi percepiti. La convinzione sembra supportata dall'orientamento espansivo delle banche centrali e dagli acquisti sul mercato; il rischio di incorrere in perdite sul capitale per effetto di tassi più elevati ora è significativamente più basso, mentre i rischi di inadempienza (default) non sono realmente cambiati viste le prospettive economiche globali non particolarmente deboli da far crescere i premi per il rischio del credito. Il forte impulso degli operatori potrebbe portare le obbligazioni a livelli ancora più costosi prima che qualcosa cambi e le tendenze tra domanda e offerta tendano a far perdere supporto. Di avviso più cauto sono i commenti degli Strategist di portafoglio che vedono il rendimento negativo delle obbligazioni del governo tedesco (sotto zero il Bund decennale a - 0,06%) come livello che già incorpora uno scenario di recessione, tempi troppo prossimi rispetto alle attese dei dati macroeconomici in tenuta.

27 marzo 2019

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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