Cosa cambia nei portafogli di investimento

Pubblicato il 05.07.2016

Cosa cambia nei portafogli di investimento

La Fed sposta nuovamente i rialzi dei Fed Funds

A seguito dei recenti eventi politici, gli operatori si sono messi al lavoro per verificare in primo luogo le eventuali variazioni sulle stime di crescita economica e, a seguire, le nuove indicazioni sugli investimenti degli Strategist di portafoglio, dopo il cambio di scenario imposto dalla Brexit. Sul primo punto l'evidenza ci porta a sostenere che nonostante ci siano le premesse per un andamento positivo del trend di crescita negli Stati Uniti, la Federal Reserve potrebbe aver accantonato l'idea di aumentare i tassi dei Fed Funds prima di dicembre o, come alcuni sostengono, di rimandare eventuali ritocchi al prossimo anno. Questo punto di vista lascerebbe intravedere una maggiore preoccupazione nell'economia globale, meno per gli Usa, ma con revisioni al ribasso nella crescita di Regno Unito e area Euro, e l'opportunità che un dollaro non troppo forte possa essere un fattore positivo per l'economia statunitense.

Dubbi su una recessione nel Regno Unito

I maggiori centri studi e ricerca istituzionali quali all'interno di World Bank, IMF, United Nations, OECD, European Commission and the Economist Intelligence Unit, indicano per gli Usa una crescita per il 2016 al 2,5% annuo, leggermente inferiore e comunque in linea con le precedenti indicazioni; situazione diversa per l'area Euro che, per effetto della Brexit, potrebbe trovare una revisione al ribasso della crescita di circa 25 bps per la seconda parte dell'anno, portando le stime annue complessive del GDP a +1,6%. Nessuna previsione ancora per il Regno Unito che invece potrebbe affrontare un breve periodo recessivo. Stabile il Giappone in attesa di evoluzioni sullo Yen. Le indicazioni economiche vedrebbero invece un leggero recupero nel gruppo dei paesi emergenti, sebbene per la Cina rimanga una certa prudenza.

Più bassa la quota di azioni in portafoglio

Per i portafogli finanziari le indicazioni sono discontinue, a causa di un aumento dell'avversione al rischio. Un punto fermo riguarda comunque il rischio percepito sulle attività azionarie che ha generato una crescente posizione di sottopeso nell'asset allocation globale, con il downgrade dell'Europa che torna neutrale nonostante il deciso ridimensionamento delle valutazioni. Il tema riguarda innanzitutto le prospettive di crescita degli utili che vedranno nelle prossime settimane i report della Earning Season e attese di una nuova contrazione dei profitti a partire dall'indice americano S&P500. Nell'ambito europeo i gestori sono tornati a previlegiare i settori più difensivi come quello dell'Healthcare e delle Utilities, mentre all'opposto i dubbi rimangono sui Financials; la preferenza verso le società ad alto dividendo ha iniziato una selezione capace di contemplarne in modo più accurato la sostenibilità. Nella maggior parte dei casi la liquidità in portafoglio rimane alta. Il posizionamento estivo rimane quindi per una prospettiva più che prudente in attesa che dati macro e profitti riconfermino il trend positivo.

5 luglio 2016

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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