Cosa ci dicono gli indicatori di fiducia nell'area Euro
Pubblicato il 21.10.2015
L'ondata di vendite in pieno periodo estivo, che ha colpito duramente i listini azionari dell'Area Euro, è sembrata una brusca sorpresa per i gestori di portafoglio; la risoluzione sull'ingarbugliato salvataggio greco aveva infatti riportato una visione positiva delle prospettive di sviluppo dell'area, sotto la spinta dalla politica espansiva della banca centrale europea BCE, con bassi tassi di interesse e acquisti obbligazionari (Quantitative Easing). La prima analisi ha invece messo in correlazione il rapido calo degli indici di fiducia con le prese di beneficio sulle performance che solo i listini europei avevano accumulato nell'anno.
Germania in confusione
Nell'ultimo report rilasciato a metà ottobre, l'indicatore di fiducia ZEW Indicator of Economic Sentiment in Germania ha avuto un forte calo di 10.2 punti rispetto al mese precedente posizionandosi a 1,9, rispetto alla media di lungo periodo di 24,8 punti. Gli economisti hanno giustificato il calo sostenendo che le ragioni principali sono da imputarsi alle dinamiche meno brillanti delle aree emergenti a cui le esportazioni tedesche sono maggiormente rivolte.
IFO: tiene la fiducia sul Business
In contrapposizione allo ZEW è stata invece la ricerca di un altro istituto di sondaggi molto accreditato, l'IFO - Information and Forschung, che ha rilevato una prospettiva ancora positiva dell'economia tedesca con il recente indice Ifo Business Climate Germany in leggera ripresa a 108,5, dopo la discesa a 107,5 di giugno, tornato vicino ai livelli massimi di aprile e maggio. In molti sostengono che, nel caso particolare della Germania, il dato di fiducia potrebbe essere ancora impattato dai recenti problemi di credibilità generati dal ‘dieselgate' di Volkswagen e da Deutsche Bank. E' utile quindi estendere l'attenzione sugli indicatori di fiducia a tutti i paesi dell'area e non rimane troppo focalizzati sulla Germania.
Mercato del lavoro
Allargando l'orizzonte dal punto di vista macro, i numeri sul lavoro sono comunque migliorati nell'intera area; il tasso di disoccupazione resta posizionato all'11% anche se sono stati rilevati nuovi occupati nel suo totale. La tendenza di mercato rimane comunque molto diversa a livello di singolo paese: il tasso di disoccupazione rimane ai minimi di periodo per Germania e Austria, con un trend in ulteriore discesa in Spagna e Olanda, e in miglioramento finalmente anche in Italia.
Mercati finanziari in attesa dei dati di crescita
In occasione della nuova stagione trimestrale degli utili (Earnings Season), gli analisti finanziari tornano ad interrogarsi sul rallentamento del ciclo economico dell'Area Euro dopo le prime indicazioni che vedono meno slancio e più stabilità nel terzo trimestre dell'anno con un + 0,4% trimestre su trimestre e un andamento meno convincente rispetto ai primi due periodi dell'anno.
Ritocco delle stime sugli utili per il 2016
Il taglio del 4% sulle stime di consensus registrate a fine luglio, rende le attuali previsioni sostenibili se non con possibili sorprese positive. Dopo un brillante secondo trimestre, che ha proiettato la crescita degli utili delle società europee ad un +14%, le forti revisioni per il terzo trimestre segnalano un'incertezza tutta da verificare. Nelle ultime settimane infatti il consensus degli analisti ha visto un deciso ritocco anche per le previsioni di crescita degli EPS (utili per azione) per il prossimo anno che da +10% sono scese al +8,2%. Se quindi le correzioni delle stime rimangono legate alle indicazioni che i manager aziendali renderanno pubbliche, il possibile rimbalzo degli indici di fiducia nei prossimi mesi porrebbe le basi per una revisione meno severa degli utili e una conseguente ripresa dei listini azionari.
21 ottobre 2015
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.