Credito e Politica Monetaria Restrittiva
Pubblicato il 27.09.2018
Le banche centrali hanno cambiato il loro atteggiamento espansivo in vista di una normalizzazione della liquidità. La Federal Reserve statunitense prosegue nel suo rialzo dei Fed Funds: con l'aumento di ieri i tassi di interesse sono ora tra il 2 e il 2,25%. La politica monetaria è ormai divenuta un cardine per la stabilità dei cicli economici e preventiva alle recessioni. Tra le possibili cause di una futura crisi economica viene infatti facile il riferimento al 2008: recessione innescata dalla crisi finanziaria nota come dei ‘subprime', che ha travolto prima le banche americane e poi contagiato il sistema economico globale. Il crollo del sistema bancario era avvenuto in quanto la maggior parte del rischio di credito era stato spostato su strutture finanziarie esterne, fuori dal sistema di vigilanza, lasciando implicitamente senza controllo la leva di credito. La scintilla che ha fatto scoppiare la bomba è stata la perdita di rating dell'enorme rischio ‘impacchettato' nelle obbligazioni negoziate sul mercato, che racchiudevano contratti di ogni tipologia di prestito/mutuo, nel momento in cui il numero di rate insolute diventò imponente e non più sostenibile a pagare le cedole promesse ai sottoscrittori, trasformando le obbligazioni in ‘titoli tossici'.
Shadow banking: finanziamenti fuori controllo
Il timore che a distanza di dieci anni si possa ricadere nello stesso schema sembra arginato dall'evoluzione della vigilanza delle banche centrali, aggiornato dalle nuove regole di capitale e liquidità richieste per l'esercizio del credito bancario implementate dai negoziati di "Basilea II e III"; nell'Eurozona le regole comunitaria di garanzia bancaria sono presidiate dall'EBA (European Banking Authority). Il tema delle strutture erogatrici di credito svincolate dalle autorità di vigilanza sta comunque crescendo in tutto il mondo; in particolare gli allarmi arrivano dalla Cina che ha aumentato in modo inimmaginabile il suo indebitamento totale (dati informali rivelano un 250% del GDP). A livello generale l'amplificazione di questo fenomeno è dovuta alle nuove tecnologie che offrono soluzioni ‘peer to peer' tramite piattaforme digitali, dislocate anche fuori dai confini dove esse operano, capaci di trasformare i servizi finanziari tradizionali nella cosiddetta Fintech.
Piattaforme di Fintech Credit
La definizione di Fintech Credit comprende le attività creditizie facilitate da piattaforme digitali che incrociano direttamente interessi di mutuatari e prestatori o investitori. Nelle diverse descrizioni queste piattaforme sono indicate come peer-to-peer lenders (P2P), Crowdfunding di prestito o marketplace lenders; la fattispecie comprende anche piattaforme che utilizzano il proprio bilancio e finanziatori intermedi, e in linea di principio anche le attività di credito fornite con piattaforme di semplici società tecnologiche. Rispetto ad altri fornitori di credito, la caratteristica unica del credito fintech è che vengono utilizzate tecnologie digitali innovative per interagire pienamente (o in gran parte) con i clienti online elaborando grandi quantità di informazioni.
Nuovi scenari per le curve dei rendimenti
Le attuali banche commerciali, anche quelle con servizi online, non digitalizzano i processi di erogazione del credito nel medesimo modo ma utilizzano processi proprietari con personale offline. A differenza delle piattaforme di credito Fintech, le banche svolgono anche attività di raccolta del risparmio e deposito a vista, cosa vietata alle piattaforme Fintech non autorizzate dalla banca centrale; questa funzione è una delle ragioni principali per cui le banche commerciali sono soggette a stringenti regolamentazioni, ristretti parametri patrimoniali, requisiti di segnalazione dei dati e supervisione. Fino ad oggi, i fornitori di credito Fintech generalmente si trovano al di fuori di questo perimetro di regolamentazione e reporting, e per questo motivo il credito Fintech è stato considerato parte del mercato del credito efficace oltre che alternativo. Dal lato opposto si aprono nuovi scenari riguardo al rapporto rischio/rendimento per i prestatori di credito in ragione del restringimento monetario delle banche centrali e della volatilità dei rendimenti obbligazionari.
27 settembre 2018
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.