Dagli Stati Uniti al Canada
Pubblicato il 09.06.2022
Rimangono sul tavolo molte incertezze previsionali che mantengono alta la volatilità dei mercati finanziari, tra tutte il tema dell'inflazione quale fattore chiave per le politiche monetarie restrittive delle banche centrali. In questo scenario vogliamo aprire una breve analisi tra due delle maggiori economie globali, Stati Uniti e Canada, focalizzandoci su due importanti città del Nord America più influenzate dall'Asia: Seattle, città portuale sulla costa occidentale degli Stati Uniti e capoluogo della contea di King nello stato di Washington, e Vancouver, città canadese della costa Pacifica nella provincia della Columbia Britannica. La scelta dell'area di analisi è stata orientata dalle specificità della regione confinante tra due grandi stati che si è relativamente smarcata dalle influenze più europee, mentre guarda da tempo alle evoluzioni asiatiche e alle coste pacifiche orientali.
Vantaggio da materie prime
Se da un alto l'idea che una politica monetaria troppo restrittiva possa far deragliare l'economia, dal lato ‘inflazione da offerta' il forte rialzo dei prezzi sembra preoccupare più la Federal Reserve statunitense che la Bank of Canada BoC; in realtà l'economia canadese, quale esportatrice netta, non può che beneficiare della situazione generata dalla domanda post Covid. Le esportazioni dal Canada hanno raggiunto nuovi record nel primo trimestre 2022 a circa 180 mld CAD. Le principali materie esportate riguardano i prodotti energetici, che hanno rappresentato oltre un quarto delle esportazioni, minerali metallici e non metallici. Molto aumentata la domanda di potassio e fertilizzanti canadesi, dopo l'invasione dell'Ucraina, con esportazioni a livelli record. Anche le spedizioni di autoveicoli e componenti meccanici sono aumentate continuamente, riflettendo una maggiore attività manifatturiera in tutto il Nord America. Dobbiamo anche sottolineare che le due città prese in considerazione si sono rivelate molto impattate dalla crisi sanitaria del Coronavirus e mentre Vancouver è in piena riapertura, quasi promossa ad una nuova libertà, Seattle risente ancora della crisi Covid soprattutto riguardo alla ripartenza dei servizi.
Prospettive macroeconomiche
Stati Uniti: nei primi tre mesi del 2022 l'economia statunitense ha registrato una contrazione annualizzata dell'1,5%, leggermente sotto le stime iniziali e il freno proveniente dalle transazioni commerciali. Le importazioni sono aumentate più del previsto, 18,3%, guidate dai beni di consumo non alimentari, e le esportazioni sono diminuite -5,4%; le scorte hanno sottratto 1,09% alla crescita. La crescita degli investimenti fissi è stata rivista in leggero ribasso, seppure robusta, mentre gli investimenti immobiliari vedono un rallentamento a 0,4% contro 2,1%. Le attese per l'intero anno vedono il GDP reale degli Stati Uniti rimanere positivo tra il 2,5 e il 3% dopo il +5,7% del 2021.
Canada: nel primo trimestre dell'anno il GDP del Canada è invece cresciuto dello 0,8%, più debole rispetto ai tre trimestri precedenti; tra le cause un leggero calo dei volumi delle esportazioni -2,4% e il rallentamento dei trasferimenti federali alle famiglie post Covid. Rimangono aperti i problemi di consegna delle materie prime che non trovano ancora risolti i colli di bottiglia creatisi durante la crisi pandemica. La spesa delle famiglie è aumentata dello 0,8%, terzo aumento trimestrale consecutivo, orientata dalle spese di beni e servizi. Gli investimenti nell'edilizia residenziale risultano aumentati del 4,3%, spinti dalle ristrutturazioni a +9,3%. Su base annua l'economia è cresciuta del 3,1%, leggermente sotto le previsioni della banca centrale BoC che per il secondo trimestre vede un'espansione di +6%. L'aggiornamento per l'intero 2022 della BoC vede la crescita del GDP rivista al rialzo di 0,25% al 4,25% e al ribasso di 0,25% al 3,25% nel 2023.
Portafoglio di investimento
In risposta al movimento ribassista le valutazioni degli asset di rischio si sono riposizionate verso livelli sicuramente più appetibili rispetto al 2021. L'indice S&P500 misura un P/E ratio fwd a 17,4x, in linea con la sua media ventennale, con i settori più costosi, come quelli dei titoli Growth, che nel recente periodo hanno subito le perdite maggiori. L'S&P/TSX Composite Index canadese, nonostante la buona tenuta delle quotazioni, presenta una valutazione P/E fwd12 di 10,9x, in netto calo e a sconto rispetto alla sua media a cinque anni di 14,8x. Nell'ambito di un approccio rischio-rendimento più equilibrato le valutazioni ci indicano un mantenimento di sovrappeso dell'indice azionario canadese rispetto a quello statunitense per beneficiare di specifiche caratteristiche insite ad un'economia che sta beneficiando di un cambiamento strutturale.
9 giugno 2022
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.