Effetto Liquidità nei Portafogli di Investimento
Pubblicato il 13.03.2019
E' interessante notare il diverso atteggiamento della clientela retail riguardo al contante e alla gestione della liquidità sia sui conti correnti bancari che nei portafogli di investimento. Nella concezione più allargata il contante detenuto nel borsellino o sul conto corrente viene inteso come quello dedicato alla spesa corrente, ormai consolidata nel bilancio familiare. Ci sono poi altre due forme di gestione della liquidità, ovvero la prima riguarda la sicurezza di disporre senza penalità di denaro per eventi non ordinari che comportino un esborso di denaro non previsto, e l'altro quello di detenere liquidità in un portafoglio di investimento sia per una corretta gestione del rischio rispetto al proprio profilo, sia in qualità opportunistica in fasi tattiche di mercato. In questo caso la gestione della liquidità è affidata a strumenti monetari, depositi bancari e obbligazioni di breve durata. Nella pratica le tre forme di liquidità detenute, per spesa ordinarie, spese straordinarie e di emergenza, o per profilo di rischio o opportunismo tattico di portafoglio, avevano una remunerazione in funzione dei diversi strumenti di investimento utilizzati: molto basso il conto corrente, più elevato quello sui depositi bancari (spesso vincolati) e sugli strumenti monetari come fondi comuni di investimento.
BCE conferma Tassi Negativi nel 2019
La politica monetaria della Banca Centrale Europea, BCE, ha scombussolato il mercato della liquidità introducendo nel 2014 un tasso negativo sui depositi delle banche presso i propri conti: -0,4% sui Deposit facility; ricordiamo che nel 2008, prima della crisi finanziaria il tasso era addirittura del 3,25%. In seguito a portato a zero il tasso di rifinanziamento per tutte le banche della zona Euro. Questi interventi hanno modificato completamente il mercato monetario basti pensare che le aste dei BOT a tre e sei mesi da tempo offrono rendimenti negativi e quotazioni sopra 100 nonostante il rimborso a scadenza a 100. Nell'ultima riunione la BCE sembra aver rinunciato al suo obiettivo di normalizzazione, mantenendo i tassi di interesse negativi per tutto il 2019 e ammettendo che crescita e inflazione non sarebbero state all'altezza delle sue previsioni precedenti; la comunicazione di un calo delle previsioni di crescita economica non è una novità, sebbene questa volta sia molto marcata.
Repressione Finanziaria Prolungata
La discussione sull'efficacia della politica monetaria non convenzionale sta ponendo un serio problema al ritorno dei portafogli obbligazionari dell'area Euro. Se quindi storicamente la liquidità aveva una redditività, seppur ridotta in quanto commisurata ad un basso rischio, oggi è divenuta irrimediabilmente un costo, anzi un costo molto più elevato del semplice interesse negativo! Dobbiamo pensare che il problema di detenere una parte del portafoglio in strumenti monetari si confronta con i tassi di inflazione che fungono da livellatore del potere di acquisto. In una fase di ciclo economico recessivo la forzatura di tassi netti negativi (tasso di interesse nominale – tasso di inflazione) impostata dalla politica monetaria centrale è da sempre stata propedeutica a rilanciare gli investimenti nell'economia reale e far ripartire lo sviluppo. In questo ultimo ciclo economico a propendere per una forzatura prolungata di tassi reali negativi sono stati due fattori chiave: la paura di un avvitamento della fase di deflazione e un tasso di crescita del PIL continuamente sotto il potenziale. Davanti ad uno scenario ancora incerto la BCE ha già dichiarato che continuerà la sua politica accomodante per tutto il 2019 se non oltre, aggiungendo a settembre nuove operazioni mirate di rifinanziamento per le banche. Insomma, difficile trovare performance positive sulla liquidità; l'atteggiamento delle banche centrali costringe gli investitori ad aumentare il rischio di portafoglio per ottenere ritorni positivi a breve, un atteggiamento da valutare con attenzione.
13 marzo 2019
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.