Evitare il contagio da perdita di fiducia

Pubblicato il 30.05.2018

Evitare il contagio da perdita di fiducia

A distanza di anni il debito italiano torna a far preoccupare gli investitori internazionali che intravedono in un contagio della periferia europea uno scenario finanziario più rischioso. A far da miscela esplosiva ai listini azionari il timore che gli assetti politici di Italia e Spagna stiano deragliando e che le prossime vicende politiche vedano come unico campo di scontro l'Europa ‘core' e il modello decisionale centrale. L'incertezza italiana e i timori di un default, seppur infondati, evidenziano solo la punta di un iceberg che il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella cerca di ‘sciogliere' con ogni soluzione alternativa, anche di un governo di semplice transizione, che possa togliere la preoccupazione degli investitori e spenga la speculazione su BTP e FTSE MIB. Lo spread tra il decennale italiano e il Bund rimane il ‘termometro' per governare la volatilità delle azioni bancarie e dei titoli targati Italy; nella logica del ‘flight to quality', il rendimento del Bund tedesco è sceso sotto lo 0,3% mentre l'altra importante reazione è la vendita di Euro a favore del dollaro in avvicinamento a 1,15.

Una speculazione che parte dall'Italia …

Secondo gli esperti di analisi tecnica la recente rottura dei livelli di supporto del listino italiano (dai massimi del 7 maggio scorso il FTSE MIB ha perso in tre settimane il 15%) e la corsa dello spread BTP- Bund (ormai a cavallo dei 300 bps), lascia spazio a movimenti speculativi dettati dall'incertezza. A pesare sul listino in primis le banche italiane, associate ovviamente al possesso dei titoli di stato domestici, ma anche della loro vulnerabilità dal lato economico in una situazione che trova un rallentamento ormai accertato sulla crescita. L'Italia rimane un facile bersaglio sia della stampa internazionale che per gli Hedge Funds proprio per la sua politica labile che continua a mostrare un debito pubblico crescente nonostante gli impegni presi per un rientro. L'ingovernabilità dei conti pubblici rimane infatti il tema su cui meglio può far leva la speculazione. Nelle considerazioni del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, sono almeno due gli elementi di alta preoccupazione ovvero l'aumento di un rischio di riduzione della crescita economica, nonostante l'Italia presenti tassi di espansione già minori rispetto alle altre economie dell'area, e la gestione del bilancio pubblico e della spesa per interessi, nell'impegno di una riduzione del rapporto Debito/PIL oggi sopra il 132%.   

… e arriva all'intera Area Euro

Quanto può impattare sul ciclo economico dell'intera Area Euro un ritorno della crisi finanziaria della periferia? In generale ‘molto' ed il segnale più chiaro potrebbe arrivare proprio da un arretramento degli indici di fiducia. Al contrario degli Stati Uniti, nei quali l'ultimo dato sui PMI, Purchasing Managers' Index™ ha visto in maggio un aumento a 55,7 punti contro i 54,9 di aprile, l'indice Flash Eurozone PMI Composite Output è sceso a maggio a 54,1 (55,1 in Aprile) ai minimi degli ultimi 18 mesi. L'indagine Flash PMI ha mostrato in rallentamento sia l'attività commerciale che la crescita di nuovi ordini; anche le assunzioni segnalano valori di incremento più lenti. Il sondaggio dei ‘manager dedicati agli acquisti in azienda' ha indicato un minore ottimismo prospettico per l'economia dell'area. Altro dato importante riguardante l'andamento dei prezzi: mentre si registrano pressioni al rialzo sui costi alla produzione, l'inflazione al consumo rallenta offrendo un segnale di criticità. Evitare il contagio di una perdita di fiducia diventa quindi un impegno essenziale a cui tutti i paesi dell'area Euro devono lavorare.

30 maggio 2018

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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