Fase transitoria per US Treasury
Pubblicato il 22.04.2021
Le indicazioni di asset allocation di inizio anno evidenziavano la prevalenza del concetto di rotazione azionaria dopo la forte avanzata dei settori tecnologici più innovativi; a fronte dei record raggiunti dagli indici statunitensi nel 2020 gli analisti si erano chiesti se il forte rialzo dei settori qualificati ad alta crescita - Growth - potesse in qualche modo rallentare a favore delle società Value, in virtù della fase reflazionistica in atto. Ad oggi è confermata la forte reattività delle azioni global Value, soprattutto per il netto recupero di due settori centrali del benchmark di stile quali quello finanziario ed energetico, segnalando agli investitori di procedere verso portafogli che tratteggino uno dei temi macroeconomici di inizio anno ovvero restare fedeli al trend di reflazione. Nelle recenti settimane, nell'evidenza di una successione di massimi, i principali indici statunitensi hanno comunque registrato alcune inversioni inattese: i titoli difensivi hanno sovraperformato i ciclici e i brand a grande capitalizzazione hanno superato le small cap, mentre i titoli Growth hanno riguadagnato terreno contro i Value. In questo scenario i rendimenti del Tesoro a lungo termine si sono allentati, con un rimbalzo del mercato obbligazionario dopo un difficile primo trimestre. Secondo alcuni investitori queste inversioni risulterebbero premonitrici di una conclusione della fase reflazionistica, portando l'attenzione agli investimenti che tradizionalmente beneficiano dell'espansione economica e all'aumento dei prezzi al consumo.
Treasury in recupero
In effetti in questa logica si potrebbe interpretare la resilienza dei prezzi del Tesoro americano di fronte alla pressione dei dati inflattivi in salita, che risolvono la secolare stagnazione del ciclo economico precedente, nel rispetto delle indicazioni delle banche centrali di mantenimento di tassi "bassi per più a lungo", una crescita moderata nel medio termine, anche se più solida a breve. Secondo questa narrativa, le attuali aspettative sugli utili scontano gran parte delle buone notizie del rimbalzo economico, e di riapertura post-pandemia, richiedendo un approccio di investimento più conservativo, comprese le prospettive rialziste per le obbligazioni. In realtà sono molti invece gli strategist che suggeriscono che un cambiamento difensivo nei portafogli di investimento sia prematuro, indicando questa fase di inversione come transitoria all'interno di uno scenario ancora reflazionistico.
Meno attenzione agli Stili e più ai profitti
Rispetto alle indicazioni prospettiche, il nuovo ciclo economico offrirebbe argomenti per una crescita più forte del ciclo precedente; la spesa fiscale, con la sue enfasi per i ‘Recovery Funds' nell'Area Euro e ‘Build Back Better and Greener' sulle infrastrutture negli Stati Uniti, sarebbe intrinsecamente collegata ad un aumento dei capitali investiti, mentre l'inflazione, più che transitoria, sarebbe accompagnata da un miglioramento demografico, una crescita del credito e l'intervento della domanda repressa nel periodo Covid19. In questa logica ci si aspetta che il movimento al ribasso dei rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni (dall'1,7% all'1,5%) sia legato a ragioni tecniche piuttosto che fondamentali. I dati economici statunitensi si stanno dimostrando solidi con le vendite al dettaglio destagionalizzate di marzo aumentate del 9,8% su febbraio e l'indice dei prezzi alla produzione è aumentato del 4,2% a/a, il dato più alto da 47 anni. Sebbene quindi i titoli Growth potrebbero subire la pressione dell'aumento dei rendimenti, che tendono a influenzare i rispettivi multipli più di quelli Value, la scelta più ragionevole rimane nell'attenzione ai titoli pro-ciclici GARP - Growth at a reasonable price, che tenga conto di ogni revisione degli utili e delle aspettative di inflazione, quali catalizzatori delle valutazioni relative.
22 aprile 2021
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.