Fine del ciclo delle Commodities? Forse no …

Pubblicato il 19.06.2015

Fine del ciclo delle Commodities? Forse no …

La domanda che molti investitori si stanno ponendo è come posizionarsi sugli strumenti di investimento legati a materie prime ed energia, due settori che ormai da tempo presentano performance negative e risultano ormai marginali nelle strategie di portafoglio. Il tema riguarda soprattutto uno dei cavalli di battaglia degli analisti finanziari che avevano definito il ciclo positivo delle commodity come ‘secolare' in virtù della crescita della domanda affidata ai paesi emergenti, in primis Cina e India che insieme pesano oltre un terzo della popolazione mondiale. 

Nuove fonti energetiche

Il cambio di passo delle principali economie dopo la crisi finanziaria ha visto una riduzione sostanziale della domanda globale a fronte di un aumento dell'offerta derivante dagli ingenti investimenti e lo sfruttamento di nuove fonti; l'esempio del petrolio è emblematico: in pochi anni si sono visti i frutti di un aumento degli investimenti nelle fonti alternative (eolico, solare e bio), dell'accesso alle nuove tecnologie del cracking (Oil&Gas Shale) e di un sostanziale efficientamento dei consumi (es. introduzione dei motori ibridi e a bassi consumi). Inoltre gli Stati Uniti non solo hanno ridotto le loro esportazioni di greggio, ma per la prima volta da sempre ne sono diventati esportatori!

Produttori sotto pressione

A farne le spese, almeno in questa fase del ciclo, sono i paesi produttori ed esportatori di materie prime. L'America Latina (Latam) rimane un'area dove le prospettive di crescita economica permangono incerte; in alcuni paesi le stime risultano alquanto negative: è il caso del Venezuela con una discesa del GDP per l'intero 2015 di oltre il 4%, e anche del Brasile, meno 1,2%. L'area non vede una grande ripresa neppure per le economie di Messico, Argentina, Colombia, Perù e Cile; nonostante il contributo positivo di questi ultimi paesi la crescita complessiva della regione vede per il 2015 uno stentato + 0,5%, dato al di sotto della media storica. La principale ragione del declino viene spiegata dalla caduta delle esportazioni di materie prime. I paesi Latam hanno beneficiato della crescita secolare del ciclo delle materie prime, soprattutto dalla domanda dai paesi emergenti e in primis dalla Cina; ora la fase di ritracciamento sia della domanda che dei prezzi pesa su tutta la regione.

Dutch Disease

In economia il "Dutch Disease" sottintende lo sviluppo economico legato all'esportazione di risorse naturali in contrapposizione allo sviluppo della produzione manufatturiera locale. Il meccanismo vede un aumento dei ricavi da esportazione che impatta su salari e tasso di cambio rafforzandoli, rendendo le importazioni di prodotti convenienti, ma anche troppo competitive per le aziende locali. L'America Latina nella fase di crescita del ciclo delle materie prime è divenuta grande esportatrice di risorse naturali, principalmente minerali di ferro, rame e soia; in contropartita è divenuta grande importatrice di beni e manufatti proprio dai paesi in cui esportava, impedendo però alle industrie locali di svilupparsi. Ora la fase negativa del ciclo dovrebbe portare ad una svalutazione della valuta e ad una ritrovata opportunità per le società domestiche pronte a riprendersi spazi di mercato; il problema è che le iniziative di investimento rimangono limitate. A questo proposito la Cina si sta avvicinando strategicamente al Brasile per iniziare un percorso di nuovi investimenti produttivi ed infrastrutturali.

Protezione dal rialzo inflattivo

Quale sarà il futuro dei due settori, materie prime ed energia? Il riequilibrio tra domanda ed offerta non è poi così lontano; il processo di crescita economica è in evoluzione e anche se i tassi di sviluppo rimangono sotto la media storica sono soprattutto le riforme strutturali dei grandi paesi emergenti a prevedere un aumento della domanda a favore dei consumi interni. Inoltre in questi ultimi anni si è visto un calo degli investimenti, il che prospetterebbe un freno alla crescita dell'offerta per i prossimi anni. Dal punto di vista finanziario l'utilizzo di strumenti di investimento legati alle materie prime diventa importante nelle fasi avanzate del cicli economico allor quando i portafogli hanno bisogno di protezione dal rialzo inflattivo. L'attuale situazione non sembra ancora così avanzata; l'utilizzo della capacità produttiva potenziale (output gap) rimane basso e così anche la pressione salariale. Le banche centrali sono concentrate sulla reflazione, ovvero impedire che ci sia un calo dei prezzi (deflazione) e il mantenimento del trend positivo di consumi ed investimenti. Solo quando si vedranno segnali solidi di sviluppo e il volano della domanda si ripercuoterà sui prezzi ritornerà l'attenzione dei questi strumenti per i portafogli di investimento.  

Corrado CaironiInvestment Strategist di R&CA

Tutti gli articoli
Le opinioni espresse riflettono unicamente il punto di vista dell'autore. Qualora i contenuti di questo Blog facessero riferimento a prodotti o servizi finanziari si invitano gli utenti prima dell'adesione a leggere attentamente prospetti e documentazione sul sito www.investmentrunner.it e delle case di investimento a cui i prodotti siano riferibili.
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
Investment Runner ti aiuta a investire meglio