Giappone in cerca di una strategia demografica
Pubblicato il 03.06.2016
Domanda di lavoro sopra l'offerta
Il governo del primo ministro giapponese Shinzo Abe si è nuovamente speso per spostare al 2019 l'aumento della tassazione sui consumi, in un contesto di preoccupazione sulla reale capacità di crescita del paese. Il più recente dato sul mercato del lavoro conferma un tasso di disoccupazione fermo al 3,2%, in linea con le attese, ma è proprio sul tema dell'occupazione che lo scenario nipponico risulterebbe alquanto "ristretto"; il tasso di disoccupazione è ai minimi storici, il rapporto di occupazione femminile sopra il 50% offre poco spazio ad un progressivo aumento e la domanda risulterebbe "insoddisfatta". Significativo è il rapporto ‘offerta di lavoro/richiedenti' a 1.32 nel mese di aprile, il dato più alto degli ultimi 20 anni.
Una crescita ancora da "sbloccare"
Il contesto di un calo della popolazione attiva e il rispettivo invecchiamento sono al centro dell'attenzione della politica ormai da troppi anni. Il calo della forza lavoro sembra in primo luogo spiegare il trend di crescita economica inferiore alla media di lungo termine dei paesi sviluppati. A questo sembra accodarsi il tema della produttività, della debolezza dei nuovi investimenti e del tasso di deflazione, ancora insistente e duro da debellare. In attesa di un miglioramento delle nascite e dell'aumento della robotica il governo di Abe è sotto pressione riguardo ad una politica di ingresso di lavoratori stranieri, sicuramente impopolare e controproducente nelle prossime elezioni politiche.
Abenomics alla prova delle riforme strutturali
Quindi, mentre la politica della Banca Centrale giapponese continuerà nel suo compito di allentamento monetario (abbassando ulteriormente i tassi di interesse già negativi, aumentando gli acquisti delle classi di attività di rischio come gli ETF azionari) il governo dovrà nuovamente affrontare il piano strategico legato al tema demografico e ai servizi sociali e previdenziali.
Mercato finanziario
Il mercato azionario giapponese è tornato a cercare un livello di supporto da cui ripartire dopo un periodo di consolidamento. E' evidente che per le società giapponesi orientate alle esportazioni, la progressiva rivalutazione dello Yen ha reso nervoso non solo gli investitori, ma anche il governo e la banca centrale. L'obiettivo di 100Yen per dollaro è stato al momento accantonato, mentre i cambisti sostengono che è atteso un riequilibrio attorno agli attuali livelli. Il tema rimane comunque una spinta alla crescita che passi attraverso una decisa riforma strutturale capace di mettere un fermo al declino della forza lavoro nipponica. Solo questo potrebbe far tornare a crescere una domanda interna orientata ai settori del retail, servizi, trasporti e costruzioni, che oltretutto soffrono per la carenze di manodopera.
3 giugno 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.