Giappone: Nikkei 225 torna sopra 20.000
Pubblicato il 28.04.2015
Dati macroeconomici confortanti
Con i dati di fine marzo, l'economia giapponese riporta in attivo il bilancio import/export per la prima volta dal giugno 2012; a far scendere negli ultimi mesi il peso delle importazioni sono state soprattutto le riduzioni di prezzo delle materie prime energetiche. Infatti mentre le esportazioni nel mese di marzo sono cresciute dell'8,5% anno su anno, le importazioni sono crollate del 14,5%. Il dato arriva proprio alla conclusione dell'anno fiscale, che in Giappone si chiude a fine marzo, ed è confortante se abbinato alla complessiva tenuta dei consumi rispetto al mese precedente.
Positivi i risultati sul mercato del lavoro
La politica del governo di Shinzo Abe continua a generare fiducia a livello interno, supportata dagli interventi della banca centrale. In attesa del prossimo Outlook della Bank of Japan, che verrà rilasciato a fine aprile, il governatore Haruhiko Kuroda ha espresso un parere favorevole sull'andamento del paese giustificando così la continuazione della politica monetaria nella misura programmata senza ulteriori bisogni aggiuntivi. La convinzione deriverebbe dall'aumento delle retribuzioni dopo il periodo di negoziazione "Shunto" che ha visto aumenti del 2,59%, in rialzo rispetto al 2,34% dell'anno precedente. Nonostante la diversa complessità della rilevazione salariale reale, che vede aumenti diversi in ordine all'anzianità e alle voci della busta paga, il governatore ha spiegato che il banco di prova del mercato del lavoro rimane un indicatore inflattivo importante in quanto non tiene conto solo dei dati storici, ma contempla una visione prospettica ampiamente discussa tra le parti. Il tasso di disoccupazione è ora al 3,5%, dopo un lungo percorso di recupero iniziato nell'estate del 2009, quando il tasso aveva raggiunto il 5,6%.
Visita in Usa e novità sulla Sicurezza
Da sottolineare in questi giorni la visita del premier giapponese Shinzo Abe negli Stati Uniti. L'incontro con il Presidente Obama, non solo vuole accrescere le relazioni commerciali tra le due grandi potenze, ma introduce l'interesse del Giappone ad abbandonare la politica di sola "autodifesa" e proporre il suo ruolo militare in stretta collaborazione con gli Usa nell'ambito della sicurezza globale. Una svolta importante se si tiene conto degli equilibri che oggi sorreggono i rapporti tra le potenze militari quali Cina, Russia, e Usa e che il Giappone potrebbe rimettere in gioco partendo proprio dall'area asiatica.
Fitch taglia il Rating
Il taglio del rating sul debito governativo giapponese da parte della agenzia Fitch non ha destato particolari reazioni da parte del mercato; il rendimento del decennale JGB rimane intorno lo 0,3%, ormai stabile da tempo. Il downgrade prevede la discesa di un gradino da A+ ad A con una prospettiva stabile; le ragioni sono principalmente legate alla mancanza di iniziative volte a controbilanciare lo spostamento in avanti dell'aumento della tassazione sui consumi. Il programma di stabilizzazione fiscale, nel progetto di Shinzo Abe, prevedeva in effetti l'aumento della tassa sui consumi dall'attuale 8% al 10% nell'autunno di quest'anno; in realtà il governo dopo aver visto una sostanziale battuta d'arresto nella crescita a seguito del precedente aumento dal 5% all'8% nello scorso aprile, ha preferito riprogrammare l'aumento nell'aprile 2017.
Mercati finanziari
Il mercato azionario giapponese continua a rispondere positivamente alle sollecitazioni monetarie e fiscali delle autorità. In sei mesi l'indice Nikkei 225 è passato da 15.000 punti agli attuali 20.000 dimostrando un momentum favorevole, trainato anche dalla positività dei mercati dell'Area Euro e dall'indice di Shanghai che continua a crescere sotto la spinta monetaria della BPoC, la banca centrale cinese. Secondo gli analisti la resistenza psicologica dei 20.000 punti non vede particolari problemi, anche se sarà proprio il Report semestrale della Bank of Japan a dare visibilità al mercato.
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