Grecia, l'Argentina d'Europa?
Pubblicato il 21.06.2015
Una crisi che arriva dal 2009
A mantenere alta la tensione sui mercati finanziari è ancora una volta il tema Grecia. I tempi della trattativa con i principali creditori si stanno allungando facendo capire che trovare una soluzione che medi le due diverse richieste non è assolutamente facile. Brevemente la storia: alla fine del 2009 il neo presidente greco George Papandreu dichiara che i bilanci pubblici sono stati falsificati per entrare nell'area Euro, decretando che i conti ‘veri' indicherebbe una bancarotta; nel maggio del 2010, il Fondo Monetario Internazionale vara un pacchetto di 110 mld di Euro di aiuti con la sottoscrizione di un piano di rientro del bilancio statale, che il governo greco non si dimostrerà in grado di attuare. La situazione continua quindi a peggiorare condizionata da una crisi generale che coinvolge tutta l'Europeriferia. Nel febbraio 2011 le agenzie di rating Moody's, Standard & Poor's e Fitch tagliano ulteriormente il rating del debito greco; solo nel febbraio 2012 a Bruxelles l'Eurogruppo approva una tranche di aiuti di 130 miliardi di Euro per evitare il default; un mese dopo, marzo dello stesso anno, i detentori privati di titoli di stato greci vedono la ristrutturazione del debito con una riduzione del valore nominale (di oltre il 50%) e l'allungamento delle scadenze: al debito greco vengono cancellati 107 mld di Euro. Dal 2009 ad oggi il Pil greco si è ridotto del 25%.
Sintomi simili al caso Argentina
Ora la situazione rimane difficile, il debito pubblico della Grecia è tornato a crescere (177% del PIL), mentre le casse statali vuote vedono le scadenze previste dai piani di salvataggio senza soluzione di rimborso. Il timore di un defaul ricorda la situazione in Argentina nel 2001 quando la gente iniziò a temere il peggio e a ritirare grosse somme di denaro dai propri conti correnti bancari, convertendo pesos in dollari e trasferendoli al sistema bancario estero: una vera corsa agli sportelli. Il governo argentino del tempo adottò una serie di misure atte a congelare i conti bancari per dodici mesi, permettendo unicamente prelievi di piccole somme di denaro.
Pressione sulle banche greche
Guardando dall'interno la situazione greca, si può notare come le famiglie siano ormai convinte che un ‘colpo d'accetta' sia vicino, anche se non se ne conoscono appieno i risultati. Uscite di capitale dalle banche locali in accelerazione, prelievi di contanti e acquisti su beni mobili (ha impressionato l'aumento di immatricolazioni dei veicoli) segnalano una tensione molto elevata. Per i depositanti la consapevolezza di un "controllo dei capitali" cresce giorno dopo giorno, in questi mesi infatti sono stati spostati un quarto dei depositi domestici verso banche estere (circa 40 mld Euro).
Come si muovono gli operatori
Il caso della Grecia anima le discussioni del mercato finanziario con diverse posizioni tra gli operatori, evidentemente contrapposte: da un lato chi, seguendo le parole di Tsipras, resta convinto che un accordo sia ancora possibile, dall'altro quelli che vedono una strada sempre più stretta in sintonia con le parole più dure dei politici tedeschi e della possibilità elevata di un default. In mezzo due compagini: quella attendista, che nel frattempo ha comunque ridotto le posizioni di rischio prendendo profitto dell'ottimo rialzo da inizio anno di molte classi di attivo, e quella più operativa che continua a sfruttare la volatilità di periodo con operazioni veloci.
Bruxelles chiede riforme prima di nuovi aiuti
L'aumento dei rendimenti dei titoli governativi greci segna "febbre" in aumento, anche se i colloqui tra le controparti interessate continuano; al commento: "Tsipras non ha più nulla da perdere, la Germania lo sa e dovrà piegarsi …" si aggiungono i contatti del governo greco con la Russia che disturbano il sonno della cancelliera Merkel visti i disaccordi con Putin sull'Ucraina. Insomma situazione molto complessa anche se non ancora fuori controllo; per la politica dell'area Euro bisogna concludere la trattativa con due obiettivi: 1) pagare il meno possibile ora, con il taglio del debito greco, e 2) mettere i ‘paletti' per un equilibrio finanziario di medio/lungo termine perché il problema non si ripresenti nuovamente (spese pensionistica e amministrazione pubblica coprono oggi oltre l'80% delle entrate, tra l'altro in netto calo).
La Banca Centrale Europea vigila
La BCE è comunque pronta a fare la sua parte per non compromettere il lavoro svolto fino ad ora e mantenere "ordine" nel mercato finanziario; l'arma dell'OMT è stata approvata e se dovesse servire si aggiungerà al QE in atto. L'Euro, come dice Draghi, è irreversibile e in questi giorni tiene la posizione.
21 giugno 2015
Corrado Caironi – Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.