Banchieri Europei bocciati dai Mercati

Pubblicato il 22.01.2016

Banchieri Europei bocciati dai Mercati

Non si erano mai visti tanti banchieri rincorrere i media come in questo periodo e giustificare quello che stanno facendo. Il settore finanziario è sotto scacco, mentre la confusione crea imbarazzo persino alla Banca Centrale Europea che è stata sollecitata a dare spiegazioni sulla pressione finanziaria e chiarezza sulla solidità. La partenza del Bail-in (con il divieto di interventi governativi) quale soluzione nelle crisi bancarie non tranquillizza certo i correntisti ed i risparmiatori. Il mercato locale preso di mira in modo più visibile è quello italiano e non dovrebbe essere una sorpresa dopo quanto avvenuto con il "salvataggio" delle quattro banche ormai note, e la cancellazione delle loro obbligazioni subordinate: Banca Marche, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e le due Casse di Risparmio di Ferrara e di Chieti.

Bisogna guardare il trend

Lo smobilizzo dei portafogli ha colpito duramente l'indice STOXX Europe 600 Financial Services, passato da 448 punti di fine dicembre agli attuali 375 con una perdita di oltre il 16%. I timori vedono incriminati svariati fattori di criticità; il principale, che dimostrerebbe anche il valore di libro abbondantemente sotto la media storica, è quello dei crediti deteriorati in pancia alle banche. I banchieri parlano di una combinazione ormai positiva tra miglioramento della redditività, calo delle rettifiche su crediti e ripresa di valore delle garanzie. Nei primi nove mesi dello scorso anno il costo dei crediti inesigibili delle grandi banche europee è sceso del 13,5%, segnando il miglior risultato per il terzo anno consecutivo. Riguardo alla capacità di tenuta del sistema, le maggiori banche europee in termini di patrimonializzazione mediamente superano la soglia del 13% del CET1 (Common Equity Tier 1) per la prima volta, contro un livello in circostanze normali per le grandi banche di rilevanza sistemica dell'8 - 9%.

Il lento ritorno dei profitti    

Nella realtà lo scenario è comunque cambiato. La crescita, anche se moderata, è tornata in molti settori di attività e in varie regioni. Nonostante la pressione sui margini di interesse, i ricavi totali sono in espansione e la qualità del credito sta migliorando. I profitti nelle 20 maggiori banche europee sono aumentati del 50% nei primi nove mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dell'anno prima e sebbene partivano da livelli molto bassi è un chiaro segnale positivo: margine di interesse + 6% su base annua e commissioni + 8%. Il trend commissionale risulta in crescita per il terzo anno consecutivo. Persistono comunque i timori di una crescita economica troppo ‘lenta', con spazi di manovra limitati sul mercato dei capitali, e le attese regolamentazioni (Basilea IV) con un ulteriore giro di vite sui ratio patrimoniali.

La BCE vigila con attenzione

Il presidente Mario Draghi ha voluto sottolineare, durante la sua conferenza stampa dopo la riunione della BCE, che le richieste di chiarimento sui crediti deteriorati dell'autorità centrale Single Supervisory Mechanism (Ssm) non sottintendono particolari motivazioni di rischio degli istituti chiamati a rispondere, ma una semplice analisi di come le varie banche affrontano questo problema internamente con l'intento di redigere una ‘Best Practice' comune a vantaggio dell'efficienza e della trasparenza del sistema. Una nota indirizzata ai Banchieri che dovranno sottostare rigidamente alle indicazioni della banca centrale indipendentemente dalle fasi di volatilità dei mercati finanziari.

22 gennaio 2016       

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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