I gestori di portafoglio valutano il passaggio dallo Stile Growth a Value

Pubblicato il 18.04.2018

I gestori di portafoglio valutano il passaggio dallo Stile Growth a Value

Nella costruzione dei portafogli finanziari molti degli interessanti studi degli strategist per amministrare al meglio i fondi pensione sono entrati a far parte delle tecniche di gestione adottate dalla maggior parte degli Asset Manager come complementari alle più classiche analisi fondamentali delle società quotate. La suddivisione dei titoli quotati più significative riguardavano la capitalizzazione (Small, Mid, Large cap), il settore di appartenenza (10 quelli selezionati nel MSCI) ed i multipli di valutazione (Value e Growth style); questa nuova ‘filosofia di gestione' ha portato alla specializzazione dei portafogli e al concetto di rotazione. Se l'aspetto "settoriale" è stato quello fondante le più recenti performance, soprattutto con la crescita della capitalizzazione delle società tecnologiche, ci si chiede cosa cercano ancora oggi i cosiddetti ‘Value Investor' quando selezionano le società per i loro portafogli: i testi di Finanza riferiscono bassi multipli di Price/Book Value (prezzo azioni rispetto al valore di bilancio), bassi Price/Earnings (prezzo azioni rispetto agli utili), e alti Dividend Yield (alti rendimenti da dividendo). La ragione poggia sul confronto di un portafoglio di titoli Value (con pagamento di buoni dividendi) con uno Growth (con dividendi limitati o assenti): il portafoglio Value centrato sui dividendi mostra una maggiore protezione in caso di mercati al ribasso.

La corsa dei titoli ad alta crescita (Growth)

Le analisi di lungo termine riguardo agli stili Value e Growth vedono due momenti contrapposti ovvero la sovraperformance dello stile Value dal 1975 al 2007 e, al contrario, quella dello stile Growth dal 2008 ad oggi. Le ragioni della rimonta negli ultimi dieci anni delle società inserite nello stile Growth potrebbero essere banalmente rappresentate da una specifica evoluzione creatosi della crisi finanziaria e, più recentemente, dagli impatti che la tecnologia ha portato nell'economia reale. L'introduzione recente del concetto "disruptive technology" e "disruptive innovation" quale motore di cambiamento nel sistema produttivo e di distribuzione ha manifestato una crisi su alcuni settori tradizionali e valorizzato in modo inaspettato i maggiori protagonisti di vendite online, new media, robotica, auto elettriche, rappresentati da giganti quali Amazon, Google, Apple, Alibaba, Tesla … In verità lo stile Growth ha beneficiato maggiormente, rispetto al Value, da una politica monetaria a tassi zero, o negativi nell'area Euro, e di una abbondante liquidità oltre alle crescenti prospettive di ripresa del ciclo economico.

Prospettive di politica monetaria restrittiva

Le società a maggior crescita si avvantaggiano ovviamente di tassi di interessi molto bassi e tendono ad essere scambiate sui mercati a valutazioni con multipli elevati sia sul rapporto prezzo/utili che su quello del valore di libro. Gli analisti finanziari stanno mostrando in questa fase una maggiore attenzione alle prospettive di queste aziende davanti al mutamento di tono delle autorità monetarie, soprattutto della banca centrale statunitense Fed, pronta ad adottare un restringimento monetario. Le più recenti minute del FOMC, il comitato esecutivo della Fed, trovano l'opinione comune di un clima favorevole alla normalizzazione dei tassi di interesse e alla possibilità di tre nuovi aumenti entro fine anno, con i Fed Funds al 2,5%. Questo scenario potrebbe imporre un cambio di strategia nella gestione di portafoglio con una rotazione dallo stile Growth verso quello Value.

18 aprile 2018

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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