I ‘puntini' della Fed

Pubblicato il 24.06.2015

I ‘puntini' della Fed

Nella recente riunione della banca centrale statunitense FED, i membri del comitato esecutivo hanno comunicato un piano di rialzi dei tassi di interesse da realizzare annunciando di fatto il ritorno alla politica monetaria ‘convenzionale'. Nel gergo si tratta dei "dots", i punti di collegamento del piano a cui gli operatori finanziari sono maggiormente interessati nell'avvio della politica restrittiva più volte annunciata dalla presidente della FED Janet Yellen, il tutto in una logica di normalizzazione delle curve dei rendimenti. Le stime dei membri del comitato esecutivo della FED vedono per il Fed Funds Rate (tasso di riferimento) due aumenti da 25 bps entro il 2015, per arrivare a fine anno allo 0,625%, altri 100 bps nel 2016, fino all'1,625% e successivi aumenti per giungere a fine 2017 al target del 2,875%. Il valore tendenziale del tasso del Fed Funds nel lungo temine resta fissato al 3,75%.

Economia Usa al rallentatore

Un processo lungo e lento che lascerebbe intendere una sostanziale stabilità nel ciclo economico; le minute del comitato esecutivo della Fed hanno infatti abbassato le prospettive di crescita per l'intero 2015 portandole dal 2,5% al 2%, tracciando un percorso di crescita limitato: 2,0% nel 2015, 2,6% nel 2016 e 2,3% nel 2017, un tasso di inflazione stabile all'1,8% per quest'anno e del 2% per i prossimi due anni, e un tasso di disoccupazione proiettato al 5% per i trimestri a partire dal 2016.

Stime conservative per gli analisti

Gli analisti finanziari, che stanno anticipando nei loro report i dati prossimi del PIL, valutano le stime della Fed troppo prudenti. La previsione del 2% per l'intero 2015 vedrebbero un tasso del 2,6% annualizzato per i restanti tre trimestri; questo dato sembra troppo conservativo agli analisti Usa che si trovano a confrontarlo con i dati migliorativi del mercato del lavoro, e gli indici ISM superiori allo stesso periodo del 2014, due fattori chiave che rivelano una buona prospettiva di crescita sia nel secondo trimestre che nella seconda metà dell'anno. A fare leva su un risultato più positivo è anche il tasso di spesa per consumi in crescita, sostenuto dall'aumento del monte salari. L'analisi dei driver che potrebbero incidere sul tasso di espansione, che potrebbe riflettere lo scatto dello scorso anno, anch'esso con un primo trimestre inficiato principalmente da problemi metereologici, sono i buoni dati sul mercato immobiliare e della spesa per la casa. Gli analisti finanziari sostengono infine che il PIL nel primo trimestre vedrà un dato rettificato a + 0,4% rispetto all'ultimo riscontro di – 0,7%; inoltre la crescita per il secondo trimestre si potrebbe attestare bel oltre il 3%.

Il mercato obbligazionario degli US Treasury

La mossa di ‘rilassamento' sulla politica monetaria della Fed potrebbe essere quindi essere rivista a breve, se in effetti i dati stimati dovessero essere diversi. Il mercato obbligazionario infatti non ha reagito al comunicato del FOMC con il Treasury decennale che staziona sul rendimento di 2,4% in attesa di nuovi sviluppi.

Corrado Caironi - Investment Strategist R&CA

 

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