Il Coronavirus blocca la Cina

Pubblicato il 29.01.2020

Il Coronavirus blocca la Cina

E' lotta contro il tempo per isolare l'infezione da Coronavirus e creare un vaccino efficace che ne possa impedire un contagio più ampio. Il problema è proprio il tempo; il contagio prevede un'incubazione tra i 2 e 14 giorni prima della manifestazione sintomatologica, per questo gli operatori sanitari internazionali seguono con apprensione le notizie dall'Asia per i crescenti decessi e l'estendersi della pandemia da coronavirus proveniente dalla Cina. Gli ultimi dati segnalano oltre 130 morti e 6000 persone contagiate, mentre i ricercatori dell'Università di Hong Kong ritengono che il numero di affetti possa essere molto più elevato stimando almeno 44.000 le persone infettate nella sola città cinese di Wuhan. La drammatica situazione in Cina è acutizzata dalla veloce trasmissione del virus e dal numero crescente di paesi che rilevano casi di infezione non solo in Asia, ma in Nord America ed Europa (Germania e Francia). Il raffronto torna agli oltre 800 morti della SARS - sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus – focolaio iniziato nel novembre 2002 nella provincia cinese del Guangdong con tassi di mortalità iniziale di circa il 15% (oggi molto più bassa), trasmessasi da un animale all'uomo e poi in forma aerea e contatto tra umani come in una classica influenza.

Impatti finanziari

Le analisi statistiche di confronto per i mercati finanziari fanno riferimento alle precedenti pandemie SARS, influenza Aviaria e Suina, queste ultime due meno significative. Per la SARS si deve considerare che la Cina ha raddoppiato il suo peso nell'economia globale rispetto al 2002/2003 quando l'epidemia si manifestò. Sebbene la gravità del virus di Wuhan resti da determinare, il raffronto con le precedenti epidemie mostra che a suo tempo il movimento di ribasso dei listini azionari è continuato anche nelle dieci settimane successive la pubblicazione dei primi dati sul contagio; nel caso specifico della SARS gli indici azionari più colpiti erano risultati quelli dell'Europa con un calo medio del 20%, mentre la discesa dell'indice MSCI World era risultata inferiore del 10%. A Hong Kong l'indice Hang Seng nello stesso periodo era sceso del 10% sia nel caso della SARS che per l'influenza Aviaria, similmente all'indice statunitense S&P500 con un meno 10% circa. Nei medesimi periodi si erano manifestati acquisti, e relativa la discesa dei rendimenti, delle obbligazioni governative Treasury e Bund, per l'aumento dell'avversione al rischio degli investitori, sottolineato dell'aumento del prezzo dei metalli preziosi (Oro) e alla discesa di quelli industriali.

Dubbi sui tempi di ripristino

I principali listini azionari hanno subìto una battuta d'arresto ed un repentino recupero dopo le preoccupazioni manifestate dal World Health Organization (WHO) per la pandemia da coronavirus. I mercati in Cina risultano in vacanza per le festività del capodanno lunare e, in attesa di disposizione delle autorità cinesi, potrebbero rimanere chiusi fino al 9 febbraio. I relativi ETF, fondi indicizzati agli indici cinesi quotati sui mercati occidentali, hanno subito perdite tra il 5 e l'8%, anche se si segnalano movimenti di relativo recupero. I settori più colpiti risultano quelli dei trasporti aerei, turismo, beni di lusso e consumi discrezionali, mentre la rotazione ha portato flussi di investimento su Treasury statunitensi, Metalli preziosi, Healthcare, in linea con le precedenti pandemie. Gli Strategist di portafoglio non sembrano al momento preoccupati, sebbene rimangano in attesa di capire in quale misura la crisi sanitaria impatterà la crescita economica cinese e a livello globale. Secondo quanto riportato da alcuni rappresentati cinesi presenti al recente World Economic Forum di Davos, il governo cinese ha una previsione di crescita del PIL per il 2020 vicina al 6%. Alcuni economisti, alla luce della situazione odierna, indicano che il ‘blocco' dell'economia cinese potrebbe costare caro al paese, anche oltre l'1%, con ovvie ed importanti ripercussioni a livello globale visto il rallentamento già in corso. I dubbi oggi riguardano i tempi stimati di ripristino del sistema produttivo, essenziali a questo punto per capire quanto crescita verrà ‘congelata'. Le più importanti città cinesi sono isolate; centri commerciali, imprese e stazioni di collegamento completamente chiusi, mentre aumenta in modo consistente il presidio sanitario. Sono comunque in molti a scommettere sull'efficienza cinese e la capacità per alcuni di poter lavorare da casa senza spostamenti: una prova importante per la seconda economia mondiale. Dal punto di vista dei portafogli di investimento si deve sottolineare che l'alto grado di liquidità di sistema ha reso i mercati alquanto impermeabili alle recenti crisi geopolitiche, giudicando positivi i movimenti di consolidamento dei listini dopo gli ampi rialzi. Se da un lato gli investitori guardano con fiducia alle banche centrali, in questa fase transitoria, l'attenzione viene posta ai compressi livelli di volatilità e ai suoi possibili segnali, capaci di far scattare una rotazione significativa dei flussi tra classi di attività.

29 gennaio 2020

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

Tutti gli articoli
Le opinioni espresse riflettono unicamente il punto di vista dell'autore. Qualora i contenuti di questo Blog facessero riferimento a prodotti o servizi finanziari si invitano gli utenti prima dell'adesione a leggere attentamente prospetti e documentazione sul sito www.investmentrunner.it e delle case di investimento a cui i prodotti siano riferibili.
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
Investment Runner ti aiuta a investire meglio