Indici azionari brillanti ad inizio anno

Pubblicato il 02.02.2017

Indici azionari brillanti ad inizio anno

A conferma di un trend esaltante per le borse, dopo la vittoria di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, il mese di gennaio si chiude con performance e valori positivi per il mercato azionario. L'indice MSCI world in valuta locale segna un +1,55% da inizio anno, mentre quello dei mercati emergenti MSCI EM.mk free loc. ha visto una performance positiva addirittura di +4,33%. Pochi gli indici che hanno segnato il passo o in territorio negativo; tra questi sicuramente da evidenziare l'indice europeo DJ EuroStoxx 50 che ha perso 1,82%, con il Dax di Francoforte appena sopra la parità. Bene le performance in Asia con il MSCI AC + 2,61% con l'evidenza di Singapore-Straits Tim. + 5,76%. L'indice azionario MSCI BRIC +5,58%.

Previlegiate le azioni rispetto alle obbligazioni

Gli strategist di portafoglio hanno comunque iniziato a guardare da vicino i ritorni attesi dei portafogli; dalle indicazioni emergono le preoccupazioni in relazione a possibili risultati negativi dai titoli obbligazionari, mentre sembra giustificato il buon andamento dei mercati azionari in continua ascesa. Se a condizionare le performance delle obbligazioni sono in effetti le stime di crescita dell'inflazione e del possibile restringimento monetario, soprattutto da parte della Federal Reserve negli Stati Uniti, a guidare i giudizi positivi sulle borse azionarie sono le previsioni sui profitti, stimati in espansione in tutte le aree geografiche. Ci sono inoltre studi che al momento rilevano sotto forma di liquidità, ovvero somme ancora da investire, un ammontare record di circa 70.000 mld di US$ che si presume dovranno rientrare sui mercati finanziari.

Nuovi record a Wall Street

I principali temi di discussione riguardano in effetti il listino statunitense S&P500, uno tra i più importanti al mondo e benchmark di trend per i maggiori indici internazionali. Il forte rialzo degli ultimi 12 mesi sta portando l'attenzione sulle valutazioni future del mercato Usa; l'11 febbraio 2016 l'indice segnava un minimo di 1829 punti contro gli attuali 2278 e una conseguente performance positiva del 25%, mentre i profitti sono aumentati complessivamente nel 2016 del 4%. In termini di rapporto P/E (Prezzo/Utili) questo ha visto un rialzo da 14,3x a 17,1x, dato ben al di sopra della media storica degli ultimi cinque anni fissato a 15,1x, indicandone una sopravvalutazione relativa. Ben posizionati risultano ancora i parametri di Dividend Yield e di patrimonializzazione Price to Book Value.

In attesa delle agevolazioni fiscali di Trump

Secondo gli analisti il mercato starebbe scontando un forte rialzo dei profitti in virtù anche dell'approvazione del taglio delle tasse dell'amministrazione Trump, oltre che alle agevolazioni per nuovi investimenti con conseguente accelerazione espansiva del paese. Risulta comunque evidente che un aumento dei tassi di interesse potrebbe essere un elemento di attrito per l'espansione dei profitti così come il protezionismo più volte citato dal neo presidente nella sua campagna elettorale. Quello che ad oggi risulta meno evidente sono gli impatti ed i tempi; se da un lato è evidente un fondato ottimismo sul lato delle attese economiche negli Stati Uniti, il mercato azionario statunitense negli ultimi mesi lo ha ben scontato toccando ripetutamente nuovo massimi storici.

2 febbraio 2017

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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