Investment Outlook 2^ Trimestre 2020

Pubblicato il 16.04.2020

Investment Outlook 2^ Trimestre 2020

I listini azionari hanno avuto un primo trimestre particolarmente difficile con performance negative a livello globale (MSCI World val loc -22,5%), mentre a beneficiare del ‘flight to quality' - corsa verso gli asset difensivi - sono stati le obbligazioni governative ad alto rating, il dollaro Usa e i metalli preziosi quali Oro e Platino. Solo gli interventi delle banche centrali hanno permesso di ricreare la liquidità adeguata e agevolare un ridimensionamento degli indicatori di volatilità.

Coronavirus Covid-19: dopo un gennaio brillante, la tensione sui mercati finanziari è esplosa in correlazione all'impennata dei contagi da Covid-19 in Europa, al problema di soluzioni diagnostiche efficaci al contenimento e alla forte domanda di cure intensive. Con il superamento del primo milione di contagi, e 50.000 decessi, ci si è trovati in un vortice pandemico incontrollabile, con la necessità del blocco su larga scala di molte attività economiche. La visione di una pesante recessione economica, a fronte delle imponenti misure restrittive ai contatti, si è aggrappata alla scoperta di un vaccino e di soluzioni farmaceutiche atte ad impedire l'aumento della mortalità del virus. I passi avanti sull'infezione aprono oggi alle prospettive di una ‘Fase2' con la graduale riapertura delle attività economiche in sicurezza.

Ciclo economico globale: le recenti stime di crescita economica sembrano anticipare una generale fase recessiva, particolarmente grave nelle economie sviluppate con un PIL atteso a -6,1% nel 2020 (FMI); ad indicare un'importante contrazione del ciclo sono gli indicatori di fiducia che nei recenti sondaggi dei direttori acquisti (PMI) in USA, Giappone e Euro area sono risultati in forte contrazione. Dalle analisi approntate dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), il 2020 dovrebbe vedere una caduta del PIL globale del 3% a fronte di una solida ripresa nel 2021 pari a + 5,8%. Alcuni economisti hanno cercato di misurare gli impatti in Cina, Stati Uniti e Area dell'Euro, ipotizzandone una riapertura graduale, e prospettando differenti scenari; le considerazioni più probabili giungono alla conclusione che le singole regioni registreranno modelli di recupero diversi in tempi diversi: a) la Cina, che si trova in uno stadio più avanzato del ciclo di recupero, guiderà la ripresa probabilmente seguendo uno scenario a forma di ‘V' - ripida discesa e veloce risalita; b) gli Stati Uniti, con la loro flessibilità, potrebbero muoversi in uno scenario a forma a ‘U'- shock negativo progressivo e recupero dilatato in pochi trimestri; c) l'Europa, stante la situazione politica più complessa e parcellizzata, avrebbe un andamento a forma ‘L' con una possibile fase recessiva prolungata, stante la necessità di un cambiamento strutturale della politica fiscale a livello centrale.

Banche Centrali: La Banca Centrale Europea, dopo una prima riluttanza, ha accelerato gli interventi a fronte di potenziali conseguenze della pandemia da Coronavirus. I timori di una rapida caduta in recessione e successiva stagnazione hanno introdotto un programma di acquisti mirati per contrastare speculazioni, oltre ad una maggiore flessibilità di acquisto degli emittenti, attraverso le disposizioni del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), aumentando la potenza di fuoco dell'Eurosistema all'interno di una dotazione di 750 miliardi di Euro. Sul fronte statunitense il Federal Open Market Committee (FOMC – organo decisionale della banca centrale FED) ha deliberato l'acquisto di titoli del Tesoro e garantiti da ipoteca (Agency mortgage-backed securities) negli importi necessari a sostenere il regolare funzionamento del mercato. Il bazooka illimitato della FED ha voluto superare i precedenti limiti con l'obiettivo di supportare il flusso di credito a imprese, consumatori e mercato dei finanziamenti.

Prospettive dei mercati finanziari: con l'espansione della pandemia in Europa e poi negli Stati Uniti, le interruzioni di un'ampia parte dell'economia produttiva hanno completamente reso inaffidabili le previsioni di ricavi e utili per la maggior parte delle aziende quotate. Allo stesso modo il temporaneo ‘blackout' ha reso inutili i confronti con i multipli di valutazione di inizio anno, che restano in attesa di nuovi aggiornamenti. Riguardo all'andamento dei profitti aziendali negli Stati Uniti, le attese per l'indice S&P500 risultano negative; secondo le indicazioni a disposizione degli analisti ci si attende un calo del 5,5% e del 13,3% rispettivamente nel primo e secondo trimestre, nel confronto ai relativi periodi del 2019. Ancora più difficile la stima per i listini europei: le attese sui profitti aziendali dell'indice Stoxx600 risultano in netto calo con una diminuzione nel primo trimestre del 15% e nel secondo del 30%, una caduta che ridimensiona le prospettive dei listini. Il passaggio ‘economico recessivo', seppure temporaneo, porta con se un'importante sfida sugli utili quale parte integrante dei livelli di valutazioni dei listini azionari; è evidente che l'attuale cautela sull'azionario non può che risultare quale fattore preventivo subordinato al continuo monitoraggio dei profitti nelle prossime ‘earnings season'.

Strategic Asset Allocation: durante l'ondata di vendite i mercati azionari hanno visto i settori meno ciclici (Consumer Staple, Communication Services, IT, Healthcare) sovraperformare i settori più ciclici (Energy, Financials, Materials, Industrials); questo movimento ha mostrato una prima inversione nella parte finale di marzo con il rimbalzo di alcuni settori ciclici. Il segnale potrebbe accentuarsi sulle informazioni di contenimento della pandemia da COVID-19 propinando una rotazione settoriale che vedrebbe i settori ciclici più penalizzati, sovraperformare quelli più difensivi. Questa possibilità non ci sembra comunque sufficiente a generare una rotazione settoriale nel portafoglio: i dati economici attesi nei prossimi trimestri devono prima confermare un punto di minimo e la partenza di un nuovo ciclo economico. Vista la volatilità ancora presente sui mercati rimaniamo favorevoli al mantenimento della attuale posizione con prevalenza dei settori difensivi, preferenza per Healthcare e Utility, società di ottima qualità patrimoniale e alta capitalizzazione (Large cap); in vista di una migliore prospettiva sugli utili si rileva una ritrovata attrattiva sulle borse statunitensi.

16 aprile 2020

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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