L'Africa vuole tornare a crescere
Pubblicato il 26.05.2016
Paesi Emergenti in ordine sparso
In queste ultime settimane ci sono stati importanti cambiamenti sul fronte degli Emerging Markets che trovano forti differenze rispetto alla ripresa di materie prime e al prezzo del petrolio a 50$b. L'evidenza delle performance trova infatti da un lato, con il peggior risultato, l'indice cinese Shanghai Composite a – 20,45% e dall'altro lo scatto in avanti del Bovespa brasiliano a + 14,4%. I gestori di portafoglio rimangono tiepidi sulle esposizioni dei singoli paesi, privilegiando scommesse più aperte sui BRICS.
Continente africano in panchina
La presenza di società appartenenti al continente africano nei fondi azionari dedicati ai Frontier Markets è stata ridotta di fronte a tre fattori chiave: il calo dei prezzi delle materie prime, un minore afflusso di investimenti esteri e l'acuirsi di situazioni geopolitiche difficili da gestire. Infatti il 2015 è stato un anno difficile per gran parte dell'Africa; la crescita media delle economie africane è tornata sotto il trend di lungo periodo del 5% fermandosi al 3,6%. Anche il totale dei flussi finanziari è diminuito del 12,8% a 188,8 miliardi di dollari, nonostante il rapporto Tassazione/Pil è sceso al 17,9% rispetto al 18,7% del 2014.
Cina motore di sviluppo
La Cina ha contribuito alla crescita globale al livello più elevato degli ultimi dieci anni; anche l'India è stata importante a partire dal 2000, tuttavia la Cina ha contribuito quasi al 30% alla crescita globale, circa 20 punti percentuali in più rispetto l'India; ancora oggi l'India non riesce a colmare l'impatto del rallentamento cinese sulla crescita mondiale e nel commercio. In un recente studio, la Banca Mondiale, con l'utilizzo del modello di equilibrio economico capace di quantificare l'impatto sullo sviluppo dell'Africa sub sahariana di una crescita cinese più bassa e di un successivo riequilibrio, ha verificato che l'effetto combinato risulterebbe comunque positivo; secondo la simulazione, entro il 2030, la transizione in Cina aumenterà il livello del PIL in Africa sub-sahariana del 4,7% rispetto allo scenario base. I paesi meglio posizionati per esportare beni di consumo in Cina, sono i coltivatori di prodotti agricoli.
Servono più flussi di Investimento esteri
I portafogli di investimento strettamente dedicati all'Africa si sono allineati alle performance dei paesi emergenti e solo nelle ultime settimane hanno visto una leggera ripresa. Gli analisti rimangono convinti che nei prossimi mesi, il cambio di passo sia legato alla Cina e al suo riequilibrio di espansione. La ripresa dei prezzi delle materie prime trova un nuovo elemento positivo. Mentre i flussi di investimento esteri insistono in particolare sulle infrastrutture e l'immobiliare, ci sono due temi che rimangono centrali nelle scelte di investimento: il primo riguarda il restringimento monetario della FED statunitense che oltre ad incidere sui tassi di interesse potrebbe riaccendere la corsa del dollaro, poco favorevole ai paesi indebitati in moneta forte; il secondo riguarda gli aspetti geopolitici di un Africa costellata di focolai non facili da spegnere. Gli operatori suggeriscono approcci di gestione attiva con gestori specializzati.
26 maggio 2016
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.