L'anno del Topo

Pubblicato il 16.01.2020

L'anno del Topo

In Cina i preparativi per il capodanno sono in stato avanzato: secondo lo zodiaco il 25 gennaio si aprirà l'anno del Topo! Cosa possiamo dire sull'anno in conclusione? Le attese sono state in gran parte soddisfatte nonostante le forti incertezze iniziali; lo scorso anno, sotto le insegne del segno zodiacale del Maiale iniziato l'8 febbraio, l'economia vedeva una fase di stallo, mentre la borsa azionaria arrivava da una discesa di oltre 25%. Oggi possiamo dire che, dopo un anno di lavoro diplomatico, la notizia più convincente è la firma dell'accordo commerciale ‘Fase Uno' con gli Stati Uniti, mentre i listini cinesi hanno pienamente recuperato la precedente caduta. E' quindi giunto il periodo delle vacanze dedicato al benvenuto del nuovo anno e alla coincidente festa di Primavera. Nei giorni di festa sono attese le corse dei cinesi verso centri commerciali, aeroporti e stazioni ferroviarie per passare le festività in famiglia e scambiarsi regali, ma soprattutto la partecipazione alle innumerevoli manifestazioni di fine ed inizio anno con le caratteristiche sfilate di draghi e tigri multicolore in ogni parte del paese.

L'oroscopo nella tradizione

Il Topo è il primo degli animali dello zodiaco cinese; secondo la tradizione, l'Imperatore di Giada disse che l'ordine degli animali sarebbe stato deciso in base all'arrivo ai suoi festeggiamenti. Il Topo indusse il bue a dargli un passaggio; quindi, proprio in prossimità del traguardo, con un balzo si proiettò davanti a tutti diventando il primo arrivato. Il Topo è associato a segni terrestri (地支 —dì zhī) Zi (子) e alla mezzanotte; nei contrapposti yin e yang (阴阳 —yīn yáng), il Topo è yang, energia positiva, rappresentando l'inizio di un nuovo giorno. Nella cultura cinese, il Topo è considerato un segno di ricchezza e abbondanza, in realtà lo era anche quello del Maiale. L'elemento terrestre del segno per gli anni 1960 e 2020 è il Metallo: i nati sotto questo ascendente tendono ad essere molto affidabili vivendo all'insegna della stabilità, un potere limitato, sebbene in grado di trasformare eventi sfortunati in risultati positivi.

L'accordo Stati Uniti - Cina

L'impressione degli operatori commerciali è che l'amministrazione Trump abbia concluso un buon accordo, rimandando i nodi più contestati alla ‘Fase Due'. Questi gli impegni principali nella firma del 15 gennaio tra il Presidente Trump e il Vice Premier Liu: a) molte più esportazioni dagli Stati Uniti alla Cina: nel 2020 e nel 2021, la Cina promette di acquistare prodotti agricoli, beni industriali, prodotti energetici e servizi dagli Stati Uniti per un ammontare superiore al precedente dato consolidato di almeno $ 200 miliardi; b) apertura e accesso al mercato cinese su temi quali: settore finanziario, commercio agricolo, ma anche divieto di trasferimenti tecnologici forzati e maggiore attenzione ai diritti di proprietà intellettuale; c) CNY: la Cina promette di non manipolare la propria valuta; d) monitoraggio: le parti stabiliscono una valutazione bilaterale e una risoluzione delle controversie per garantire l'attuazione dell'accordo. Le tariffe doganali esistenti rimarranno in essere; gli Stati Uniti comunque hanno promesso di ridurre i dazi per circa 120 miliardi di dollari di beni dal 15% al ​​7,5% in 30 giorni e valutare ulteriori riduzioni a seguito di accordi della ‘Fase Due'. Nonostante la de-escalation in corso, la guerra del commercio ‘tecnologico' mantiene comunque una certa cautela sulla fiducia delle imprese cinesi e sulle prospettive di spesa interna sia in termini di investimenti che consumi.

Interventi a supporto della crescita

La banca centrale cinese PBoC ha iniziato il 2020 con un'ulteriore riduzione del coefficiente di riserva delle banche commerciali (RRR) di 50 bps dal 6 gennaio, iniettando liquidità nel sistema per circa CNY 800 miliardi, anticipando e agevolando il periodo delle festività. Gli analisti sottolineano che la banca centrale PBoC fornirà maggiori allentamenti dopo i picchi di inflazione previsti in questo primo trimestre per effetto dell'aumento dei consumi a Capodanno. Risulta inoltre evidente che le attività di deleveraging creditizio promosse negli scorsi anni per ridurre l'indebitamento strutturale sembrano ora meno prioritarie. Sono state invece indicate politiche fiscali pronte ad aiutare l'industria manifatturiera facendo uso di emissioni di titoli di Stato locali per finanziare progetti infrastrutturali. L'accordo commerciale di ‘Fase Uno' tra la Cina e Stati Uniti dovrebbe gradualmente contribuire a rimuovere l'incertezza nelle aspettative di business per entrambi i paesi, e globalmente. A dicembre l'export cinese è cresciuto di oltre il doppio rispetto alle attese, segnalando una ripresa della domanda, mentre Washington e Pechino si promettono l'avvio per la ‘Fase Due' allentando le reciproche tensioni. Sempre a dicembre le esportazioni cinesi hanno registrato un incremento annuo del 7,6% contro il 3,2% stimato dagli analisti e il calo (-1,3%) di novembre. Le importazioni sono balzate del 16,3% annuo, rispetto al +9,6% stimato.

Mercato finanziario

Dopo un periodo altalenante gli indici azionari cinesi si sono mossi al rialzo influenzati dalle prospettive positive del dibattito diplomatico tra le due più grandi potenze economiche. L'indice Shanghai Stock Exchange Composite negli ultimi tre mesi ha macinato un rialzo del 7,5% passando da 2870 punti agli attuali 3105. Le valutazioni P/E fwd 12m dell'indice generale MSCI China risultano ad oggi di 12,1x, in rapporto di relativo vantaggio rispetto all'indice MSCI Emerging Markets di 12,7x e al MSCI All Country World di 16,3x. La competitività valutativa risulta confermata dall'effetto degli utili societari cinesi, in crescita del 20% nell'intero 2019. Interessante l'andamento dello Yuan e del suo movimento contro il dollaro statunitense: dopo essersi svalutato raggiungendo il livello di 7,17 ad inizio settembre, la divisa cinese ha invertito la rotta rafforzandosi in questi giorni al livello massimo da cinque mesi a seguito dell'annuncio della firma di accordo, raggiungendo il livello di 6,88 per dollaro, movimento che in parte confermerebbe le preoccupazioni di Trump per la manipolazione della divisa durante le trattative. Risulta evidente che la credibilità del governo cinese nel 2020 sarà commisurata alla capacità di stabilizzare l'economia e la sua valuta, avvantaggiando la fiducia interna e i flussi di investimento internazionali.

16 gennaio 2020

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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