L'inversione della curva rendimenti negli USA
Pubblicato il 07.12.2018
La ripartenza brillante dei listini statunitensi di fine novembre si è dimostrata evanescente, compromessa dalla caduta di Wall Street delle successive sessioni di negoziazione. In poche sedute l'indice S&P 500 ha perso la sua performance positiva da inizio anno, coinvolgendo tutti i principali titoli americani, in particolare quelli tecnologici e le piccole capitalizzazione ricomprese negli indici Nasdaq, Russell 2000 e S&P Small Cap 600. In questa fase convulsa di mercato l'indice di volatilità VIX ha reagito con forza proiettandosi vicino ai 25 punti, area che evidenza una straordinaria tensione, così come l'ulteriore allargamento degli spread sul Credito. La ragione che sembra abbia ‘sovra' alimentato le vendite di azioni troverebbe conferma nel recente atteggiamento ‘dovish' della Fed, ovvero meno fermo nelle stime di restringimento rispetto ai mesi precedenti, e nelle prospettive di un rallentamento economico per il prossimo anno.
Segnale dai rendimenti dei Treasury Usa
Il segnale più evidente risiederebbe nell'ampio movimento della curva dei rendimenti governativi statunitensi. Nonostante rimangano pressoché invariate le attese sui rialzi dei tassi di interesse, il prossimo nel meeting della FED del 18 e 19 dicembre e almeno altri due nel 2019, gli operatori guardano oltre, anticipando il possibile rallentamento nella crescita e la chiusura del ciclo economico. Il recente dato poco brillante rilasciato dalla FED con il Beige Book ne sarebbe una conferma. L'operatività di mercato si è quindi tradotta in una vendita dei Treasury a due anni a favore di acquisti di decennali riducendone lo spread tra le due scadenze poco sopra i 10 punti base. A dare la conferma della reale inversione nella curva dei rendimenti è stato in realtà il superamento del rendimento del 2 anni (2,72%) nei confronti del 5 anni (2,71%).
Rally di fine anno in forse
Il mercato azionario statunitense ha reagito negativamente alle stime di moderazione della crescita statunitense nonostante il rendimento del US Treasury decennale sia ora meno competitivo rispetto ai dividendi societari, passando in un mese dal 3,2% all'attuale 2,85%, seguendo uno schema già commentato nel post del 17 ottobre scorso "Ciclo economico e US Treasury". Il clima ottimistico originato ad inizio dicembre, che vedeva la salita dei listini azionari prima di fine anno, ‘Santa Claus rally', sembra oggi venire meno. Gli Strategist hanno già fatto notare quanto i gestori di fondi di investimento siano in una fase di rotazione dei loro portafogli sostituendo i titoli a più alta crescita ‘Growth' con quelli a crescita più organica ‘Value', in una logica difensiva di maggiore qualità sui fondamentali patrimoniali delle società rispetto alle ‘velocità di crescita' futura del business. Anche sul tema del ribilaciamento del rischio gli strategist si sono in parte espressi negli outlook per il 2019 ridimensionando il peso dell'azionario nei portafogli.
7 dicembre 2018
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.