La BCE chiude gli Acquisti
Pubblicato il 11.03.2022
Nella conferenza stampa, dopo il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea (BCE), la presidente Christine Lagarde ha parlato di una situazione geopolitica molto difficile con forti preoccupazioni per l'aumento dell'inflazione e prospettive di crescita economica riviste in netto ribasso. Lagarde ha anche commentato le discussioni in seno al Consiglio con posizioni divisorie tra banchieri a favore di un immobilismo attendista e altri pronti a fermare gli acquisti netti di titoli e aumentare i tassi chiave. Il mercato finanziario ha subito reagito negativamente influenzato dalla determinazione sulla fine degli acquisti entro giugno e della chiara intenzione di procedere ad una normalizzazione dei tassi di interesse di riferimento entro l'anno, nell'idea di sostenere il rientro dell'inflazione. Il processo di riduzione degli acquisti si sta dimostrando rapido con la chiusura del PEPP a fine marzo, come previsto, e la scaletta decrescente di acquisti dell'APP (Asset Purchase Program) con 40 mld di Euro ad aprile, 30 mld a maggio, 20 miliardi a giugno con l'idea di un sua conclusione nel terzo trimestre; di fondo, la precisazione di una flessibilità lascerebbe intendere ad un possibile acquisto finale a luglio di 10 mld Euro prima della conclusione. Il Consiglio ha comunque confermato il reinvestimento di titoli in scadenza e delle cedole.
Quando il rialzo degli interessi?
Alla domanda ‘a quando il rialzo dei tassi chiave' la risposta risulta incerta e soggetta alle condizione progressive dello scenario economico. Nelle evidenze della BCE si legge che "eventuali adeguamenti ai tassi di interesse chiave avverranno ‘qualche tempo dopo' la fine degli acquisti netti nell'ambito dell'APP e saranno graduali. Il percorso dei tassi di interesse chiave continuerà ad essere determinato dagli orientamenti prospettici del Consiglio Direttivo e dal suo impegno strategico atto a stabilizzare l'inflazione al 2% nel medio termine. Di conseguenza, il Consiglio prevede che i tassi di interesse chiave della banca centrale rimarranno ai livelli attuali fino a quando non si vedrà l'inflazione raggiungere il 2% prima della fine del suo orizzonte di proiezione, e in modo duraturo per il resto dell'orizzonte di proiezione, ritenendo che i progressi realizzati dall'inflazione siano sufficientemente avanzati per essere coerenti con una stabilizzazione dell'inflazione al 2% nel medio termine." Il testo risulta in realtà alquanto aleatorio sui tempi di intervento lasciando al Consiglio la possibilità di utilizzare strumenti diversi ed opzioni mirate. Il mercato sta comunque scontando due possibili rialzi dei tassi entro fine anno, vista la crescente ondata di rincari derivanti da energia e prodotti alimentari. I rendimenti dei governativi dell'area Euro hanno dato seguito ad un rialzo significativo; il Bund decennale in poche sedute è tornato da -0,10% a +0,3%, appena sotto 0,31% di metà febbraio, mentre il BTP 10anni è risalito a 1,9%.
Meno crescita e più inflazione
Gli analisti sostengono che le proiezioni della BCE sull'inflazione Core (senza energia e alimentari) siano troppo basse rispetto alla crescita economica attesa. Sebbene per quest'anno la proiezione di inflazione Core sia stata aumentata in modo significativo dall'1,9% al 2,6%, si ritiene che le pressioni sui prezzi rimangano forti verso una previsione intorno al 3%. Sia nel 2023 che nel 2024, la BCE ha aumentato la sua stima per l'inflazione Core di un decimo, rispettivamente all'1,8% e all'1,9%, forse in modo troppo ottimistico vista la problematica sulle catene di approvvigionamento globali. La BCE scrive: "Le proiezioni si basano sul presupposto che le attuali interruzioni delle forniture di energia e gli impatti negativi sulla fiducia legati al conflitto siano temporanei e che le catene di approvvigionamento globali non vengano influenzate in modo significativo". In realtà le sfide sugli approvvigionamenti si sono intensificate con l'invasione russa in Ucraina mentre le pressioni sui prezzi dei beni industriali non energetici continuano a essere viste forti per il tutto l'intero 2022. Sull'espansione le proiezioni annunciate da Lagarde prevedono che l'economia dell'area Euro crescerà del 3,7% nel 2022 (+5,1% stime a dicembre 2021), del 2,8% nel 2023 (da +4,2%) e dell'1,6% nel 2024 (da +2,9%); l'incertezza derivante dalla crisi ucraina ha visto da parte della BCE una severa revisione del tasso di crescita economico, tema da valutare con attenzione sulle proiezioni degli utili societari dei prossimi trimestri.
11 marzo 2022
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.