La Grecia vuole rimanere in Europa

Pubblicato il 09.05.2016

La Grecia vuole rimanere in Europa

L'approvazione del Parlamento greco del nuovo disegno di legge sulla riforma del sistema pensionistico, riapre il negoziato sul rinnovo dei rifinanziamenti europei e un nuovo corso per il debito greco. Il ministro del Lavoro Giorgos Katrougalos (immagine a lato) ha difeso il disegno di legge, sostenendo la semplificazione del sistema pensionistico con l'introduzione della 'clausola per azzerare il deficit'. Le richieste europee di nuovi sacrifici hanno continuato a provocare una numerosa serie di manifestazioni di protesta in tutta la Grecia. Sulla partita il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) aveva più volte minacciato di sfilarsi dal salvataggio qualora non si prendesse in considerazione la possibilità di un nuovo taglio del valore nominale del debito pubblico greco, ritenuto ormai insostenibile: 177% del PIL a fine 2015.

Economia: attese positive

Il governo greco rimane convinto che le misure approvate dal Parlamento contribuiscano a convincere i creditori ad approvare il rilascio di 5 miliardi di Euro di aiuti per rimborsare i prestiti del Fmi e le obbligazioni in pancia alla BCE in scadenza a luglio. Tolta la carenza di liquidità il negoziato sembrerebbe più gestibile, attuando una politica di medio termine che possa giovare alla stabilizzazione dell'economia e mantenerne il leggero trend positivo. La conferma arriva dal recente dato dall'indice di fiducia (Business Confidence di aprile a 90,3 punti da 90,1 – vedi grafico) in leggera crescita per il terzo mese consecutivo dopo il forte calo di inizio anno che aveva coinvolto l'intera area Euro.

Ripresa di fiducia anche per gli indici finanziari

Cercando comunque di essere razionali e possibilisti gli analisti finanziari sono convinti che la revisione del piano di salvataggio abbia una buona possibilità di concludersi. L'idea è che, nonostante da un lato rimangano rischi politici da disinnescare, dall'altro ci siano importanti elementi favorevoli. In primo luogo il concetto di profilatura del debito potrebbe accontentare creditori e debitori evitando il taglio del valore nominale in favore di un allungamento delle scadenze. In questo caso i fattori positivi riguarderebbero soprattutto la possibilità per i titoli sovrani GGB di poter essere eleggibili nel paniere del Quantitative Easing (QE) della BCE.

Settore Bancario avvantaggiato da un cambio di scenario

Dal punto di vista finanziario un accordo di riscadenziamento e di eleggibilità al QE della BCE troverebbe un'importante risposta in termini di calo dei rendimenti; a catena la ripresa dei corsi obbligazionari aiuterebbe i bilanci bancari e un rafforzamento patrimoniale che agevolerebbe il credito. In questa logica il settore bancario greco, particolarmente penalizzato nelle valutazioni, potrebbe invece risultarne beneficiato. Gli analisti sottolineano quindi che dietro gli evidenti rischi di una possibile difficoltà nella trattativa, che porterebbe ad una nuova spaccatura politica interna al governo, le probabilità di una convergenza rimangono intatte.

9 maggio 2016

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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