La lentezza singolare di Cina e Usa
Pubblicato il 02.11.2015
Sono sempre loro le economie protagoniste di questo scenario a cui gli investitori guardano con maggiore attenzione: Cina e Stati Uniti. Iniziamo dagli Usa: il dato preliminare sul GDP statunitense per il terzo trimestre delude le attese con un limitato +1,5%. Nel sondaggio gli operatori avevano fornito una forchetta di stime molto ampia, tra il +1% e 2,3%, lasciando intendere un deciso ritracciamento dal +3,9% del precedente periodo. Dalla sponda opposta del Pacifico, il National Bureau of Statistics cinese comunica che il Purchasing Managers Index, PMI, è rimasto fermo in ottobre a 49.8, sotto quota 50 l'indice conferma la fase di debolezza in essere in Cina. Il Non-Manufacturing PMI, barometro di servizi e costruzioni scende a 53.1 da 53.4 di settembre, il dato più basso dal dicembre 2008.
In Cina si conclude la politica del figlio unico
A dettare nuove prospettive sul quadro cinese è invece un'importante novità, l'abbandono della "one-child policy", la politica del figlio unico, una pesante limitazione introdotta dal partito comunista cinese alla fine degli anni ‘70. La proiezione demografica di lungo termine stava infatti creando un enorme problema di invecchiamento della popolazione legato soprattutto al rapporto tra popolazione lavoratrice attiva e pensionati nei prossimi decenni. La misura potrà dimostrarsi uno strumento essenziale per un riequilibrio economico, ma soprattutto culturale generazionale.
Stagione degli utili per le borse Usa
Prosegue positivamente la Earnings Season delle società dell'indice azionario S&P500, con un buon numero di aziende che trovano una crescita dei profitti; secondo gli analisti statunitensi siamo ormai giunti a metà dei risultati previsti. Dalle prime trimestrali incerte, il clima si è rasserenato; le stime sui profitti sono salite in ogni settore, tranne che per i finanziari, e i dati pubblicati fino a questo momento segnalano un aumento di sorprese positive. Il miglior settore sta risultando quello tecnologico con gli utili in crescita e performance da incorniciare per le più importanti società. Dalle analisi bottom-up del terzo trimestre, ovvero azienda per azienda, gli utili per azione (EPS) dell'intero indice S&P500 dovrebbero portarsi sopra 30$Us, in netto aumento rispetto alle precedenti prospettive di 29$Us. La previsione implica un ritmo di crescita del 3%, inferiore alle attese dimostratesi fuori misura del 5, 6% stimate ad inizio anno, ma superiori a quelle prospettate nella crisi estiva.
Settori di interesse nel mercato statunitense
L'indice Nasdaq torna prepotentemente a bussare ai massimi storici del 2000, passando dai minimi di periodo a fine settembre di 4500 punti, agli attuali 5050. L'aspetto che tranquillizza gli strategist di portafoglio sono le valutazioni comunque in linea con la media storica decennale. Tra i migliori settori rispetto alle prospettive di rivalutazione rimangono in evidenza il settore Healthcare e Technology.
2 novembre 2015
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
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