Le Banche Centrali tornano in azione
Pubblicato il 05.09.2019
Le previsioni degli Strategist ad inizio anno vedevano un'economia globale in leggera crescita, inflazione in generale rialzo e mercati finanziari laterali, dopo un anno di ribasso dei listini azionari. In particolare, le Banche Centrali sarebbero rimaste alla finestra o come qualcuno preferiva definirle "attendiste con il pilota automatico innestato". A distanza di nove mesi le cose sono molto cambiate. La ‘guerra commerciale' tra Cina e Stati Uniti non è stata risolta e sono aumentati i dazi su importazioni ed esportazioni delle due più grandi economie, influenzandone negativamente l'intero comparto di scambi internazionali. L'inflazione è rimasta inaspettatamente sotto tono, mentre gli indici di fiducia hanno virato verso il basso indicando una maggiore fragilità delle prospettive economiche. Questo cambio di scenario ha dapprima agitato gli operatori finanziari e poi mosso ad una riflessione le banche centrali. Dopo un ampio dibattito la Federal Reserve statunitense ha tagliato i tassi di interesse dello 0,25% il 31 luglio scorso, mentre la Banca Centrale Europea ha promesso misure di intervento nella riunione di settembre. Nel sistema monetario globale sono già numerosi gli interventi espansivi attuati e previsti, in particolare in Asia.
Le riunioni di FED e BCE di settembre
Negli Stati Uniti, all'incontro della FED del 17 e 18 settembre, Jerome Powell presenterà un aggiornamento sulle prospettive economiche. L'escalation della controversia commerciale tra USA e Cina è aumentata in estate con la curva dei rendimenti dei Treasury parzialmente invertita, segnale che in passato ha spesso prefigurato l'avvicinarsi di una recessione economica. Le stime degli analisti vedono con un'ampia probabilità tagli dei tassi dei FED Funds per ulteriori 75 bps entro giugno del prossimo anno, abbastanza per garantire che la curva dei rendimenti torni ad irripidirsi. Riguardo alle decisioni della BCE, il 12 settembre ci si attende un taglio sul tasso di deposito dello 0,1%, in risposta anche al taglio negli Stati Uniti, e l'annuncio di una riapertura del Quantitative Easing – QE, con un programma di acquisto titoli nell'ordine di 20/30 mld al mese; la convinzione espansiva sarebbe sostenuta da dati economici tedeschi, e oltremodo globali, che hanno sorpreso al ribasso così come gli indici sulla fiducia offuscato le prospettive di sviluppo.
Rendimenti negativi in progresso per le Obbligazioni Governative
I rendimenti delle obbligazioni sovrane sono diminuiti in modo significativo in agosto, in particolare quelli a lungo termine. Negli Stati Uniti, il rendimento del Treasury decennale è sceso di 50 pbs trascinato verso il basso dalla contrazione dei premi a termine precipitati ai minimi di periodo, mentre il rendimento del 2 anni si è ridotto di 33 pb (la curva americana si è invertita durante il mese); infine il rendimento del trentennale americano ha toccato nuovi minimi record sotto il 2%. In Europa, il Bund decennale ha raggiunto nuovi minimi record a meno 0,7%; ad irrubustire il trend, il Bund trentennale è sceso per la prima volta in territorio negativo con l'intera curva tedesca. Il calo dei rendimenti obbligazionari è stato ampiamente diffuso in Europa: il rendimento del governativo spagnolo a 10 anni è sceso intorno a 0,10% come quello portoghese. La nuova sfida politica in Italia ha tagliato i premi per il rischio dopo l'uscita dal governo della Lega e l'accordo di coalizione M5S e Partito Democratico. La forte riduzione dello spread BTP Bund (oggi a 150 bps) vede da parte degli strategist ancora spazi di contrazione; sull'Italia è comunque atteso per venerdì sera il giudizio della società di rating Moody's. Più in generale, le dimensioni del debito pubblico con rendimento negativo, principalmente europeo e giapponese, sono aumentate di 3.000 miliardi di dollari durante l'estate, raggiungendo un livello record di 17.000 miliardi di dollari. Ora la reattività dei mercati sarà quindi affidata alle parole dei governatori centrali che si dovranno pronunciare sulle prospettive di tenuta della crescita economica e dei provvedimenti per arginare una futura ondata deflattiva in caso di recessione.
5 settembre 2019
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.