Market Review: la svolta Growth
Pubblicato il 07.05.2020
Secondo le analisi storiche la motivazione che innesca ogni crisi economica pone le sue radici nell'eccesso di ottimismo sul lato dell'offerta per poi sprofondare sul quello della domanda. I fattori chiave che manifestano un ciclo economico ormai maturo si sono da sempre concentrati sull'impennata dell'inflazione, l'aumento dell'occupazione e la corsa agli investimenti pluriennali. Dal punto di vista finanziario, a fronte di un aumento dei profitti aziendali, si accettava l'espansione dei multipli di valutazione e della leva finanziaria, il tutto costellato dalla quotazione di nuove start up. In risposta aumentava il prezzo delle materie prime, le banche aumentavano i tassi di interesse soddisfacendo le tante richieste di credito e gli imprenditori cercavano nuove aree di business con il credito delle banche: ma non sempre si poteva ottenere in un breve termine un nuovo equilibrio, il che inevitabilmente sfociava in una recessione. Questa ciclicità ha imposto agli strategist di portafoglio di ovviare alla volatilità della fase di crisi economica e finanziaria con tre accorgimenti: presenza delle materie prime, aumento della duration sui governativi ad alto rating e sottopeso azionario attraverso settori Value.
Recessione da Coronavirus
All'opposto di quanto conosciuto la difficoltà aggiuntiva all'attuale crisi economica è stato il crollo verticale della domanda a seguito del lockdown da contenimento per il Covid-19, ancor prima del progressivo riequilibrio dell'offerta, rimasta espansiva. Le inaspettate ordinanze di chiusura nei paesi sviluppati di gran parte dei punti vendita aperti al pubblico, di alcuni servizi e del divieto di spostamento per contenere l'accelerazione pandemica, non trovano un riscontro storico confrontabile e neppure di conseguenti riferimenti ai fattori chiave del classico ciclo economico maturo. Dalle recenti analisi ci sono comunque almeno due elementi che troverebbero conferma nelle stime degli economisti, ovvero la profondità estrema dei danni, e quello del tempo comunque limitato a pochi trimestri; questi elementi combinati con gli interventi monetari e fiscali hanno consegnato agli investitori un quadro economico prospettico a forma di ‘V'.
Mercati azionari, Settori e Temi
Da inizio anno le performance rilevate al 30 aprile hanno visto i maggiori indici MSCI in valuta locale segnare: World – 12,23%, Europe – 18,27%, North America – 9,83% e Pacific – 14,94%. Di fatto la reattività in questa crisi è stata rilevata con una ampia dispersione delle performance sui diversi settori, sub settori e benchmark tematici. Dobbiamo subito rilevare che prendendo in esame i settori componenti l'S&P500, indice azionario statunitense tra i più reattivi in questi mesi, i migliori da inizio anno al 30 aprile, a fronte del – 9,3% dell'intero indice, sono stati Technology, unico con performance positiva a + 0,2%, seguito da Healthcare – 1,6% e Consumer Discretionary – 2,7%. I peggiori sono stati Energy – 35,7%, Financial – 25,4% e Industrials – 20,7%. Particolarmente interessanti le analisi sui benchmark tematici introdotti dalla STOXX Ltd, che da inizio anno vedono in vetta alle performance in Euro l'indice STOXX Global Smart Cities con un + 8%, seguito dall' iSTOXX Developed Markets B.R.AI.N. un indice che comprende società esposte a quattro megatrend indicatori dei grandi cambiamenti del prossimo futuro: biotecnologia (B), robotica (R), intelligenza artificiale (AI) e nanotecnologia (N) con una performance di + 3,6%.
Portafoglio di investimento
La pandemia da Coronavirus segnala mutamenti strutturali all'economia globale e cambiamenti comportamentali di consumatori e imprese; le prospettive sui ritorni di portafoglio dovranno quindi misurarsi con tali cambiamenti. Le scelte di investimento attraverso settori/temi richiedono comunque conferme sulle prospettive di profittabilità. La recessione economica continuerà a colpire in modo differenziato gli utili di molte aziende/settori e saranno diversi anche i tempi di recupero dei precedenti livelli di redditività. La preferenza degli analisti sembra quindi prediligere le società che mantengono elevate capacità di espansione anche in questa fase di incertezza. In questo contesto ormai sembra evidente che i settori connessi all'innovazione, produttività e al benessere delle persone, rimangono i beneficiari di un progressivo aumento di investimenti; si consolida quindi l'idea che l'attuale crisi metta ancor più in luce l'opportunità di privilegiare i temi e settori Growth.
7 maggio 2020
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CAIl valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.