Mercati Azionari Europei Outlook 2019
Pubblicato il 13.12.2018
Dopo un anno particolarmente difficile gli investitori si stanno chiedendo se questa fase di marcata debolezza per i listini europei può finalmente ritenersi in via di esaurimento e quali siano le ragioni che possono sostenere un cambio di rotta. Dalle analisi di performance tutti gli indici azionari europei hanno registrato ritorni negativi nonostante ci sia stato un buon andamento dei profitti societari: +8% l'attuale stima per l'intero 2018. A supportare la redditività è stata la politica monetaria, rimasta molto espansiva non solo per l'iniziativa della banca centrale BCE, vedi i tassi negativi sui depositi, ma soprattutto per un Quantitative Easing che seppure progressivamente in diminuzione ha continuato importanti acquisti obbligazionari di titoli sovrani e non dei paesi dell'intera area Euro. Nonostante il recente recupero le performance dei principali indici vedono quindi ad oggi perdite a due cifre: MSCI Europe a - 11,2% ed Euro Stoxx 600 - 10,7%.
Analisi di Valutazione
La combinazione delle due variabili, crescita degli utili e caduta dei listini, ha determinato una forte discesa dei multipli di valutazione rendendo le azioni europee molto economiche rispetto alla sua media storica: il rapporto Price/Earnings 12-month forward consensus (P/E - Prezzo/Utili attesi) è passato da 14,5x di inizio anno, agli attuali 12,1x. Anche in termini relativi, nei confronti ad esempio dell'indice MSCI Usa, l'indice europeo presenta ad oggi uno sconto di oltre il 20% nonostante le attese positive sugli utili che avvantaggerebbero ulteriormente l'Europa: per il prossimo anno in Europa è stimata una crescita degli utili del 9,5% rispetto all' 8,5% degli Stati Uniti
Politica monetaria e di indirizzo fiscale
La penalizzazione del mercato azionario europeo viene descritta dagli analisti finanziari come derivante dai ‘venti contrari' di una situazione politica volatile. L'Europa ha mostrato una mancanza di coesione sugli obiettivi di sviluppo, focalizzando l'attenzione forse troppo sugli aspetti fiscali del deficit e del debito pubblico; nelle ultime elezioni politiche locali i movimenti anti-euro (contro l'immigrazione e in rappresentanza del disagio sociale) hanno avuto una crescita dei consensi, supportati dall'ondata di populismo e sovranismo così come vengono intese le iniziative del presidente Trump negli Stati Uniti e dal tema Brexit nel Regno Unito. A questo si sono aggiunti l'atteggiamento meno espansivo della BCE, che a fine anno concluderà il ciclo di acquisti del QE, e i segnali di rallentamento economico propedeutici ad un peggioramento delle stime di rapporto Debiti Pubblici/GDP; infine la guerra dei dazi doganali lanciata dagli Usa potrebbe danneggiare ulteriormente l'area Euro, che per vocazione raggruppa importanti paesi esportatori.
Prospettive a medio termine
In questo scenario sono pochi gli strategist che vedono nell'azionario europeo una classe di attivo con ottime opportunità nel 2019. In realtà gli analisti specializzati sull'area segnalano alcuni importanti cambiamenti nelle aziende europee che potrebbero avvantaggiarne in parte i listini azionari. In primo luogo si intravede un maggiore attivismo nelle governance societarie con l'ingresso di importanti investitori istituzionali, più attenti alla creazione di valore, come Fondi di investimento e di Private Equity. A questo si deve aggiungere che la nuova generazione manageriale è chiamata a semplificare e migliorare i processi di produzione, aumentare l'offerta dei servizi e ristabilire un aumento della produttività con un intenso utilizzo delle nuove tecnologie, così come succede nelle più importanti società di Stati Uniti, Giappone e Cina. Queste prospettive, in un orizzonte di medio termine, andrebbero di pari passo con una rivalutazione dei multipli di negoziazione; per poter beneficiare di questo nei portafogli degli investitori è necessaria un'adeguata selezione delle aziende interessate a questi processi.
13 dicembre 2018
Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA
Il valore dell'investimento o il rendimento possono variare al rialzo o al ribasso; un investimento è soggetto al rischio di perdita. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.