Occhi puntati sugli Stati Uniti: Elezioni e mosse della FED

Pubblicato il 01.09.2016

Occhi puntati sugli Stati Uniti: Elezioni e mosse della FED

Con la ripresa dei lavori l'attenzione degli operatori finanziari pone come rischio principale per la parte finale dell'anno l'evoluzione politico economica degli Stati Uniti, focalizzata almeno su due fronti, ovvero quello delle elezioni presidenziali e, forse più imminente, il restringimento di politica monetaria della banca centrale FED in contrapposizione ad un possibile aumento dell'inflazione. L'economia statunitense sembra da tempo l'unica a viaggiare col pilota automatico, ovvero senza ‘correzioni manuali'. Forse anche per questo i responsabili della politica monetaria non vorrebbero modificarne lo status quo.   

Quando si muoverà la banca centrale?

Nell'ultima riunione di agosto la presidente della FED Janet Yellen ha nuovamente disatteso le attese degli analisti che si aspettavano l'indicazione del prossimo aumento dei tassi sui Fed Funds. Nella conferenza stampa ha invece voluto sottolineare il lavoro dei membri del FOMC sulle opzioni monetarie che riguardano la sostenibilità dello sviluppo economico in una fase di crescita moderata. In effetti il dubbio sugli interventi monetari riguarda proprio la necessità di prolungare l'equilibrio positivo in atto tra buona occupazione, moderata crescita economica e prezzi ancora relativamente stabili, ma con stime in aumento. La banca centrale, rimasta volutamente vaga sul restringimento, vuole tranquillizzare il mercato sulle opzione capaci di contrastare una futura fase di rallentamento nonostante la limitata leva sui tassi di interesse.

Più forza dal Quantitative Easing

Nelle osservazioni della FED, i tassi di interesse sarebbero indicati come uno strumento di indirizzo monetario in parte superato, indicando l'acquisto di titoli sul mercato (operazioni di Quantitative Easing) la soluzione più efficace nella gestione monetaria in una fase di crescita fin troppo moderata. Questo segnale limiterebbe l'importanza delle variazioni dei Fed Funds che comunque sarebbero in attesa di un rialzo. L'avvicinarsi delle elezioni presidenziali pone oltremodo un limite temporale alla banca centrale sulla scelta del restringimento che potrebbe rivelarsi concomitante alle date del voto. Sebbene le decisioni della FED vengano ritenute indipendenti dalla politica, la giustificazione di un movimento, come valenza economica generale, offrirebbe il fianco a possibili dietrologie.

Il dibattito elettorale sulle scelte di programma

Gli analisti finanziari stanno studiando i temi di maggior impatto sui mercati finanziari prima e dopo le elezioni. I programmi finora esternalizzati dai candidati mostrano nuove proposte per la tassazione, il rimpatrio dei capitali, sanità – assistenza – prezzi dei farmaci, il piano sulle infrastrutture e la regolamentazione sulle entità finanziaria. Uno dei punti più interessanti riguarda ovviamente il tema fiscale sul quale i due candidati stanno offrendo visioni diametralmente opposte: Hillary Clinton sembra optare per l'aumento delle entrate fiscali con lo scopo di raggiungere una maggiore redistribuzione; Donald Trump promette invece tagli fiscali significativi e una semplificazione delle aliquote. Il risultato vedrebbe nei piani fiscali della Clinton ricavi addizionali di 1.1 trn $ nel prossimo decennio, mentre il taglio di Trump porterebbe nello stesso periodo una perdita di gettito di oltre 3 trn $ e deficit pubblici molto più elevati.

1 settembre 2016

Corrado Caironi - Investment Strategist di R&CA

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